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Il virus, innocuo per l'uomo, colpisce soprattutto i tacchini e si estende nel Veronese

San Bonifacio, Erbè e Salizzole colpite dall'influenza aviaria. Questi altri casi spingono i tecnici a suggerire la vaccinazione dei capi.
Non si può più parlare di casi isolati: l'influenza aviaria provocata dal virus H7N3 a bassa patogenicità, e quindi non mortale, è infatti diventata un'epizoozia (se i colpiti non fossero animali ma uomini, si parlerebbe di epidemia). È la quinta nel giro di poco più di tre anni e mezzo nel Veneto, la quarta a infierire sul Veronese. Per cercare di fermarla subito, evitando che il virus possa mutare diventando ad alta patogenicità, sembra ormai certo che a breve inizierà una campagna di vaccinazione obbligatoria. A confermare che le azioni di eradicazione e prevenzione praticate nell'ultimo mese non sono bastate a circoscrivere la diffusione del virus è Giovanni Vincenzi, dirigente del servizio sanità animale, igiene allevamenti e produzioni zootecniche della Regione. "Nell'ambito dei controlli svolti a tappeto nel Veronese sono emersi altri focolai di contagio a San Bonifacio, Erbè e Salizzole", dice Vincenzi. Focolai che vanno ad aggiungersi a quelli di Mezzane, Villafranca e Nogarole Rocca, scoperti nelle scorse settimane, e che dimostrano che l'influenza ha esteso il suo raggio d'azione. Le vittime preferite sono i tacchini da carne. Dappertutto, tranne che negli allevamenti di tacchini e polli riproduttori di Mezzane, è infatti stato colpito sinora proprio questo tipo di animali. Per decine di migliaia dei quali è stato ordinato l'abbattimento e la distruzione. "Come era prevedibile i tacchini sono risultati essere i volatili più sensibili al virus", conferma Vincenzi. "Il virus con l'aumentare del freddo trova le migliori condizioni per diffondersi. Come è sempre stato sinora, continua a non avere assolutamente alcun effetto sull'uomo". Con l'aumentare dei focolai sono state estese anche le aree sottoposte a misure preventive che diventano via via sempre più stringenti. Continua a restare in vigore la regola che prevede l'abbattimento degli animali presenti negli allevamenti infetti, o il divieto di spostamento per i volatili che sarebbero da avviare al macello; ben più ampia è diventata ora la zona in cui è vietato spostare i volatili, che va da Mezzane e Villafranca a San Bonifacio a Salizzole per il Veronese e che si estende anche ad alcuni Comuni vicentini. In queste aree gli animali sono sotto sequestro negli allevamenti. "A tutto questo a breve si aggiungerà anche l'istituzione di un'area di vaccinazione obbligatoria per la quale l'Unione europea si è già detta disponibile; per mercoledì 20 novembre è infatti previsto un incontro a Bruxelles in cui definire la questione dei dettagli", preannuncia il dirigente del servizio sanità animale. L'area di vaccinazione sarà interregionale; accordi sono in corso con la Lombardia, visto che anche nel Bresciano a settembre erano stati scoperti alcuni focolai. Intanto sulla vicenda è stata presentata anche un'interrogazione parlamentare al ministro per l'Agricoltura, Gianni Alemanno: il deputato veronese Alberto Giorgetti chiede quali provvedimenti il responsabile del dicastero intenda attuare per tutelare gli allevamenti, per sostenere economicamente gli allevatori e per evitare che sulle tavole italiane arrivino dall'estero carni avicole non controllate come quelle nazionali. tratto da L'Arena di Verona - 16/11/2002


sabato 16 novembre 2002


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