L'ANTIDOTO ALLA FAME NEL MONDO? LE AGRICOLTURE TRADIZIONALI
ActionAid International consegna alla FAO un rapporto (che rendiamo disponibile) per una riforma delle politiche di cooperazione: "Vanno svincolate dal modello agricolo dominante e produttivista".
Negli ultimi 8 anni il numero delle persone cronicamente denutrite è aumentato di 18 milioni, rendendo ancora più lontano il primo degli Obiettivi del Millennio dell’ONU: dimezzare il numero degli affamati entro il 2015.
ActionAid International è convinta che lo sviluppo dell’agricoltura tradizionale e la riduzione della fame siano questioni legate.
Secondo il rapporto Pieni di risorse, consegnato alla FAO da ActionAid International in occasione della Giornata Mondiale sull’Alimentazione, la risposta per garantire il diritto al cibo a 842 milioni di persone che oggi soffrono la fame, non risiede negli OGM, espressione di un modello produttivista, ma soprattutto nella valorizzazione dell’agricoltura tradizionale e della biodiversità.
I fondi dell’aiuto pubblico all’agricoltura del Sud del mondo negli ultimi 20 anni sono stati ridotti dai 6,7 miliardi di dollari del 1984 ai 550 milioni del 2003.
“Non basta aumentare le risorse per l’agricoltura, è necessario svincolare le politiche agricole di cooperazione delle Agenzie delle Nazioni Unite e dei governi da un modello agricolo dominante e produttivista”, dichiara Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid International.
“La piante geneticamente modificate sono solo la più recente manifestazione di questo modello, che non considera differenze e potenzialità sociali e agronomiche delle comunità rurali ed erode la biodiversità, fattore indispensabile per consentire la sopravvivenza dei milioni di agricoltori che nel Sud del mondo praticano l’agricoltura tradizionale”, conclude De Ponte.
La biodiversità è fondamentale per la sicurezza alimentare delle comunità più povere del Sud del mondo.
Oggi quasi un miliardo di agricoltori sopravvivono grazie a pratiche agricole tradizionali in Asia, America latina e Africa. Nei progetti di agricoltura sostenibile, grazie all’utilizzo delle differenze agro-biologiche, si registra un aumento della produttività e delle rese del 50-100% per le colture non irrigate. La biodiversità oggi è in pericolo, si pensi che nei secoli sono state utilizzate per l'alimentazione 7.000 specie vegetali; attualmente, le specie che costituiscono il 90% del nostro nutrimento sono meno di 120.
Pieni di risorse è stato consegnato al prof. Josè T. Esquinas-Alcazar, Segretario presso la FAO del Trattato sulle Risorse Genetiche Vegetali per l’Alimentazione e l’Agricoltura.
Nel trattato, ratificato lo scorso giugno, è riconosciuto per la prima volta legalmente il ruolo dei piccoli agricoltori. Il Trattato segna una svolta nell'approccio all’aiuto pubblico allo sviluppo agricolo, si tratta di un primo passo che necessita di essere completato attraverso la pratica e l’acquisizione di dati. Il rapporto Pieni di risorse si muove in questa direzione.
Raccomandazioni specifiche sono rivolte ai governi dei paesi più ricchi del mondo, a tutti i firmatari del trattato e, in particolare, al governo italiano.
Pieni di risorse inaugura la campagna italiana “Coltiviamo i Diritti!”, che attraverso eventi di mobilitazione e sensibilizzazione delle istituzioni promuoverà i diritti dei piccoli agricoltori dei paesi in via di sviluppo, la biodiversità, e la partecipazione delle persone più povere ed emarginate alle questioni che le riguardano, come i meccanismi di accesso al cibo e alle risorse.
Negli ultimi 8 anni il numero delle persone cronicamente denutrite è aumentato di 18 milioni, rendendo ancora più lontano il primo degli Obiettivi del Millennio dell’ONU: dimezzare il numero degli affamati entro il 2015.
ActionAid International è convinta che lo sviluppo dell’agricoltura tradizionale e la riduzione della fame siano questioni legate.
Secondo il rapporto Pieni di risorse, consegnato alla FAO da ActionAid International in occasione della Giornata Mondiale sull’Alimentazione, la risposta per garantire il diritto al cibo a 842 milioni di persone che oggi soffrono la fame, non risiede negli OGM, espressione di un modello produttivista, ma soprattutto nella valorizzazione dell’agricoltura tradizionale e della biodiversità.
I fondi dell’aiuto pubblico all’agricoltura del Sud del mondo negli ultimi 20 anni sono stati ridotti dai 6,7 miliardi di dollari del 1984 ai 550 milioni del 2003.
“Non basta aumentare le risorse per l’agricoltura, è necessario svincolare le politiche agricole di cooperazione delle Agenzie delle Nazioni Unite e dei governi da un modello agricolo dominante e produttivista”, dichiara Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid International.
“La piante geneticamente modificate sono solo la più recente manifestazione di questo modello, che non considera differenze e potenzialità sociali e agronomiche delle comunità rurali ed erode la biodiversità, fattore indispensabile per consentire la sopravvivenza dei milioni di agricoltori che nel Sud del mondo praticano l’agricoltura tradizionale”, conclude De Ponte.
La biodiversità è fondamentale per la sicurezza alimentare delle comunità più povere del Sud del mondo.
Oggi quasi un miliardo di agricoltori sopravvivono grazie a pratiche agricole tradizionali in Asia, America latina e Africa. Nei progetti di agricoltura sostenibile, grazie all’utilizzo delle differenze agro-biologiche, si registra un aumento della produttività e delle rese del 50-100% per le colture non irrigate. La biodiversità oggi è in pericolo, si pensi che nei secoli sono state utilizzate per l'alimentazione 7.000 specie vegetali; attualmente, le specie che costituiscono il 90% del nostro nutrimento sono meno di 120.
Pieni di risorse è stato consegnato al prof. Josè T. Esquinas-Alcazar, Segretario presso la FAO del Trattato sulle Risorse Genetiche Vegetali per l’Alimentazione e l’Agricoltura.
Nel trattato, ratificato lo scorso giugno, è riconosciuto per la prima volta legalmente il ruolo dei piccoli agricoltori. Il Trattato segna una svolta nell'approccio all’aiuto pubblico allo sviluppo agricolo, si tratta di un primo passo che necessita di essere completato attraverso la pratica e l’acquisizione di dati. Il rapporto Pieni di risorse si muove in questa direzione.
Raccomandazioni specifiche sono rivolte ai governi dei paesi più ricchi del mondo, a tutti i firmatari del trattato e, in particolare, al governo italiano.
Pieni di risorse inaugura la campagna italiana “Coltiviamo i Diritti!”, che attraverso eventi di mobilitazione e sensibilizzazione delle istituzioni promuoverà i diritti dei piccoli agricoltori dei paesi in via di sviluppo, la biodiversità, e la partecipazione delle persone più povere ed emarginate alle questioni che le riguardano, come i meccanismi di accesso al cibo e alle risorse.
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ActionAid International è un’organizzazione internazionale indipendente impegnata nella lotta alle cause della povertà e dell’esclusione sociale; agisce attraverso programmi a lungo termine in Asia, Africa e America Latina.
Nei Paesi più ricchi coinvolge i cittadini, le imprese e le istituzioni, per evidenziarne le responsabilità nei confronti delle comunità più emarginate del Sud del mondo.
In Italia dal 1989, è una ONLUS riconosciuta come Ente Morale e come Organizzazione Non Governativa dal Ministero degli Affari Esteri. Nel 2003 grazie al supporto di quasi 100.000 italiani, sono stati stanziati 23.500.000 di euro per progetti in Italia e nel mondo.
ActionAid International opera grazie all’impegno di migliaia di persone che contribuiscono con il proprio attivismo e le proprie donazioni.
Action aid, ottobre 2004
lunedì 25 ottobre 2004
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