Allevamenti nel mirino dell'Usl
Il servizio veterinario impegnato in una campagna di prevenzione contro le frodi e l’utilizzo di sostanze proibite nelle aziende. Controlli soprattutto su polli e conigli. Quattro vitelli portati al macello sotto sequestro cautelativo.
Oderzo Il controllo dell'allevamento di conigli, in via Armentaressa a Colfrancui, dove sarebbe stata riscontrata una sostanza proibita somministrata agli animali, rientra in una ampia campagna di prevenzione lanciata dai veterinari dell'Usl 9. È un piano volto a controllare che negli allevamenti, siano essi di conigli, di polli o di bovini, le operazioni vengano svolte secondo la legge, con l'obiettivo di reprimere le frodi, l'uso di sostanze dannose per la salute umana. Il principio è molto semplice: i medicinali utilizzati negli animali devono essere diversi da quelli usati per le persone. Le sostanze non possono essere le stesse, i rischi sono troppo alti. Si va dai fenomeni di antibiotico-resistenza, come quella che può essere provocata dal "cloramfenicolo" la positività al quale sarebbe stata riscontrata nell'allevamento avicunicolo opitergino, ad episodi di gravissime allergie. Se una persona, a sua insaputa, è allergica ad una determinata sostanza e la ingerisce perchè presente nella carne della quale si alimenta, può incorrere in uno shock anafilattico, che può portare anche alla morte. «L'azienda di Colfrancui - hanno precisato i veterinari dell'Usl 9 - non è certo l'unica che è stata da noi controllata. Siamo stati in diversi allevamenti di conigli nell'opitergino-mottense. Il sequestro cautelativo, quando preleviamo dei campioni, è d'obbligo. L'azienda non può vendere gli animali prima che arrivino i risultati delle analisi. Per questo motivo ciò che è presente in commercio è sicuro, perchè a monte sono stati eseguiti i controlli che hanno dato esito negativo. Non ci limitiano certo ai soli conigli. Il nostro lavoro è di visitare allevamenti di pollame, di suini, di bovini». Proprio in questi giorni sono stati posti sotto sequestro cautelativo quattro vitelli che erano stati portati al macello. Sono stati eseguiti i prelievi ed i vitelli non possono essere toccati fino a quando i risultati dell'analisi che viene svolta all'Istituto Zooprofilattico di Padova, non diranno che la situazione può essere sbloccata e che la carne può essere messa tranquillamente in vendita. Intanto nell'allevamento di Colfrancui, secondo voci ufficiose, a partire dai prossimi giorni si procederà all'abbattimento degli animali. In tutta questa vicenda, che preoccupa non poco i consumatori, val la pena di sottolineare come, sempre nell'opitergino, siano sorti in questi ultimi anni allevamenti di animali ruspanti. Ad esempio i polli: crescono a terra, in libertà, vengono alimentati con biada e ci impiegano 4 mesi a crescere, anzichè 59 giorni come quelli in batteria. Costano di più ma la genuinità non è messa in discussione. (Annalisa Fregonese, Il Gazzettino di Treviso)
domenica 21 luglio 2002
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