IL BIOLOGICO PER COMBATTERE L’EFFETTO SERRA
Aiab: l’agricoltura biologica consuma il 50% in meno di energia, assorbe lo
0,3% delle emissioni di CO2 totali e può far risparmiare fino a 66 milioni
di multe.
Alla vigilia dell’entrata in vigore del protocollo di Kyoto, Aiab chiede un
riconoscimento dell'agricoltura biologica come settore determinante per il
raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2.
Proposte e risultati in un convegno oggi a Firenze presentato in
collaborazione con la Regione Toscana.
Non solo l’agricoltura biologica consuma meno energia ed emette meno gas
serra in atmosfera rispetto all’agricoltura convenzionale, ma addirittura
svolge la fondamentale funzione di assorbire la CO2 emessa dagli altri
settori, dando così un contributo assai rilevante per abbattere le emissioni
dell’Italia per raggiungere gli obiettivi fissati dal Protocoolo di Kyoto.
Questo, in estrema sintesi, il messaggio lanciato da Aiab, nel convegno che
si è tenuto oggi a Firenze, realizzato in collaborazione con la Regione
Toscana, alla vigilia del 16 febbraio, data in cui entrerà in vigore il
Protocollo di Kyoto e che sancirà per il nostro Paese, il momento in cui si
dovranno obbligatoriamente mettere in atto le misure necessarie per ridurre
i consumi energetici e abbattere le emissioni di gas climalteranti, pena
significative sanzioni pecuniarie.
Il settore dell'agricoltura biologica può dare un contributo determinate, i
dati parlano chiaro ed è urgente che il biologico abbia un riconscimento
per questa determinate funzione.
In primo luogo l'agricoltura biologica, proprio per sua caratteristica
intrinseca, aumenta la capacità del suolo di fungere da serbatoio per
l'anidride carbonica in quanto contribuisce al mantenimento e all'aumento
del tasso di sostanza organica, ricca di CO2.
Se consideriamo che il livello di sostanza organica medio presente oggi
nelle coltivazioni biologiche si attesta sull'1,5% e che ogni ettaro
coltivato bio assorbe circa 1,5 tonnellate di CO2 l'anno, i terreni
biologici già oggi sono in grado di assorbire 1 milione e 650 tonnellate di
CO2 pari allo 0,3% sulle emissioni totali di CO2 dell'Italia.
In termini economici questo vuol dire che l'agricoltura biologica può
contribuire ad un risparmio di 66 milioni di euro, considerando che se
l'Italia non riuscirà a raggiungere gli obiettivi di Kyoto dovrà pagare una
multa di 40 euro per ogni tonnellata di CO2 oltre il limite.
Cifra poi destinata a salire per gli anni successi.
Secondo uno studio dell'APAT, inoltre, se nei prossimi anni si riuscisse ad
ottenere un incremento dello 0,26% della sostanza organica presente nei
terreni si riuscirebbe a fissare la totalità della CO2 emessa dall'uso dei
carburanti fossili.
"L'Italia è in una posizione estremamente critica rispetto agli obiettivi
fissati dal Protocollo di Kyoto", ha dichiarato Vincenzo Vizioli, presidente
di Aiab. "Non solo è ben lontana dall'obiettivo di riduzione dei 6,5%
fissato dal trattato internazionale, ma addirittura ha registrato un
incremento del 10% delle emissioni di gas serra e le politiche produttive ed
energetiche messe in campo del Governo non lasciano ben sperare. In questo
quadro è quanto mai urgente che si arrivi ad un riconoscimento
dell'agricoltura biologica per il ruolo positivo che può svolgere in tal
senso a partire dalla sua capacità intrinseca di ridurre le emissioni di gas
serra e dalla funzione di serbatoio di carbonio che svolgono le aziende
agricole biologiche. L'obiettivo perciò sarebbe quello di arrivare ad una
proposta legislativa che riconosca alle aziende agricole biologiche un
ruolo nel Registro Nazionale dei Serbatoi di carbonio agro-forestali".
Tre le proprietà, inoltre, che l'agricoltura biologica può enumerare come
settore ambientalemte sostenibile va poi ricordato che i terreni coltivati
bio sono più coperti di vegetazione e quindi più ricchi di sostanza
organica, non vengono sfruttati in modo intensivo e costituiscono un
baluardo contro la desertificazione e l'impoverimento dei suoli.
Inoltre tutti i confronti fra agricoltura convenzionale e biologica
dimostrano che quest'ultima già oggi consuma tra un terzo e la metà di
energia derivata da fonti fossili rispetto a quella convenzionale per unità
di prodotto e le performance delle aziende bio potrebbero essere
ulteriormente migliorate fino ad una riduzione dei combustibili fossili
per un altro 40-60%, tramite l'utilizzo più diffuso dell'energia solare,
eolica e da biomasse.
Importante anche il contributo che l'agricoltura biologica fornisce nel
settore dell'allevamento per la riduzione di emissioni di metano derivate da
quest'ultimo, sia per il tipo di dieta che per il numero ridotto di capi
allevati per ettaro, oppure l'eliminazione dell'uso di concimi chimici di
sintesi, la produzione dei quali richiede grandi quantità di energia e che
liberano nell'uso protossido di azoto (N2O) e infine la riduzione della
combustione di fonti fossili e delle relative emissioni di anidride
carbonica per mandare avanti il parco macchine, limitate per le tecniche
legate alle lavorazioni leggere.
Il biologico per Kyoto
Le ricerche oggi ci dicono che:
- Un ettaro di terreno biologico assorbe 1,5 tonnellate di CO2
- L'agricoltura biologica in Italia assorbe 1 milione e 650 tonnellate di
CO2 pari allo 0,3% sulle emissioni totali di CO2.
- Può far risparmiare 66 milioni di euro di multa all'Italia
- Le agricoltura biologica consuma tra un terzo e la metà di energia
derivata da fonti fossili rispetto a quella convenzionale per unità di
prodotto
- I terreni coltivati bio sono più coperti di vegetazione e quindi più
ricchi di sostanza organica, non vengono sfruttati in modo intensivo e
costituiscono un baluardo contro la desertificazione e l'impoverimento dei
suoli
- Non utilizza concimi chimici di sintesi, la produzione dei quali richiede
grandi quantità di energia
- L'allevamento biologico riduce le emissioni di CO2 per il tipo di dieta e
per il ridotto numero di capi di bestiame per ettaro
- L'agricoltura biologica ha un utilizzo ridotti di macchine agricole.
domenica 2 ottobre 2005
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