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Una riforma radicale dell'agricoltura, per operatori, consumatori e turisti.

Qualche volta troviamo nei quotidiani una voce che esce dal coro, che, con tono pacato, riflette sulle prospettive della nostra agricoltura, che individua con semplicita problemi e soluzioni praticabili, che scavalca la logica degli schieramenti di partito e delle lobbyes d'interessi. Piccoli spunti che ridefiniscono i contorni di rapporti sociali e produttivi altri da quelli sostenuti nel presente sistema agroindustriale; un invito a vivere la ricchezza di un'agricoltura possibile e non a subirne il degrado e gli effetti deleteri per la sicurezza alimentare, l'economia del paese e la sua crescita sociale. a cura di AltrAgricoltura Nord Est
Una riforma radicale dell'agricoltura, per operatori, consumatori e turisti. Tante riunioni, discussioni intorno ai grandi tavoli istituzionali, creazioni di nuove sigle, Doc, Top, IGP, istituzioni di consorzi, marchi, eppure questa nostra agricoltura stenta a trovare una sua identità, stenta a ritornare al centro dell'attenzione dei giovani, a godere. Mai come in questi ultimi anni mi sono convinto di come sia necessaria una riforma radicale, di come, laddove è possibile, si debba riportare al centro le due parti veramente rilevanti della questione ovvero i contadini e i consumatori, facendo fare tanti tanti tanti passi indietro alle organizzazioni intermedie comprese quelle apparentemente espressione dei contadini stessi che stanno finendo, come altre organizzazioni di categoria, più per rappresentare se stesse che gli interessi dei loro singoli associati. E' necessario dare un ruolo centrale e investire di responsabilità il singolo produttore, la singola azienda, i quali devono loro rispondere dell'onestà e qualità dei loro prodotti. Si deve smetterla col giustificare mascheramenti collettivi sbagliati dietro sigle o etichette che troppo spesso risultano ingannevoli e menzognere per il consumatore. Laddove è possibile bisogna operare un accorciamento drastico della filiera, realizzando la condizione per cui il consumatore possa direttamente acquistare dal produttore. E' questa una condizione che da sola può permettere un innalzamento di reddito dei contadini e un risparmio dei consumatori. Vanno chieste alle associazioni di consumatori collaborazioni autentiche per campagne di informazione che incentivino al consumo di prodotti stagionali, dei prodotti del territorio, degli alimenti coltivati in modo coerente con la salute e la qualità ambientale. E' necessario finirla con le pianificazioni economiche di vecchio stampo che costringono tutti a piantare un certo vitigno o determinate colture di mais o di soia solo in funzione di assistenzialistici contributi pubblici. Bisogna smetterla col favorire l'edificazione di camuffate strutture di supporto agricolo che cementificano esasperatamente il nostro territorio, guastandolo irrimediabilmente. Dobbiamo incentivare la cura dei boschi, l'ordinato mantenimento delle aree prative, l'allevamento animale all'aperto, le colture di territorio, perché questo non è solo agricoltura ma è ambiente, ma è qualità del territorio. Il territorio, e ne è testimonianza quel che accade sui colli Euganei, non si salva con l'istituzione di enti che dissipano risorse e frenano lo sviluppo, ma con la creazione di una nuova cultura di lavoro, di vita, dei suoi abitanti. In un territorio bello, centrale, come quello dei colli, ricco di storia, facile alle comunicazioni, va ricreato rapidamente un equilibrio tra turismo e attività agricole, va fatta un'opera urgente di riqualificazione delle strutture ricettive e agrituristiche al fine di dissipare la pessima fama che questo territorio si è costruito in materia di qualità del cibo, del vino, di accessibilità. Le amministrazioni comunali, gli ispettorati agrari, hanno il compito di controllare il rispetto delle norme, non dalle documentazioni cartacee che provengono dagli uffici, ma con visite dirette nei luoghi di svolgimento delle attività perché solo in questo modo si può aiutare la gente a capire che il rispetto di talune regole è basilare non per un indeterminato interesse degli altri ma per il loro interesse e per sostenere lo sviluppo.I vini, gli oli, la selvaggina, le paste, le erbe, le vedute, le acque, il mondo costruito dalla natura e dall'uomo, dei colli Euganei sono una risorsa importante spendibile per il turismo individuale, degli anziani, di massa dei nuovi paesi emergenti, per i consumatori che vogliono bere e mangiare qualcosa della loro terra o di questa terra. Ripensiamo oltre a ciò che ha fatto la Camera di Commercio, ai consorzi e alle associazioni, a tornare protagonisti, a rivendicare la dignità e la centralità del nostro ruolo di contadini per una prospettiva di sviluppo di questo nostro Paese. (Davidino Il Contadino)


mercoledì 26 gennaio 2005


News

FPP2 GRATIS, ANNUNCIO DI BIDEN, COSA ASPETTA DRAGHI?
Il presidente USA Biden, raccogliendo la richiesta che da tempo avanza Bernie Sanders, ha annunciato che gli Stati Uniti forniranno mascherine ffp2 gratis ai cittadini. >>



Pesticidi in Unione europea.
La European Food Safety Authority (EFSA) ha pubblicato un report sugli ortaggi e frutta più contaminati da pesticidi... studio pubblicato nel mese di febbraio 2021 che discute i dati del 2019. In tutta Europa, nell’anno 2019, sono stati analizzati 96.302 campioni e la frequenza media si attesta su 19 analisi per 100mila abitanti. I paesi più virtuosi sono la Lituania (125 analisi su 100mila abitanti), la Bulgaria (104 analisi) e il Lussemburgo (81 analisi). I meno virtuosi sono la Gran Bretagna (1,5 analisi), la Spagna (5 analisi) e la Polonia (7 analisi). L’Italia e la Francia si attestano sulla media europea di 19 analisi per 100mila abitanti, la Germania appena un po’ in più con 25 analisi. >>



Sesto Rapporto IPCC - Working Group I su nuove conoscenze e cambiamenti climatici.
In occasione della presentazione del rapporto del Working Group I dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) che delinea le nuove conoscenze scientifiche in merito ai cambiamenti climatici, ai loro effetti e agli scenari futuri, di seguito sono proposti i dati del VI rapporto Ipcc riassunti e forniti dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Bologna. Sesto Rapporto IPCC – Working Group I Annalisa Cherchi, Susanna Corti, Sandro Fuzzi Lead Authors IPCC WG I Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima Consiglio Nazionale delle Ricerche Bologna INTRODUZIONE SU IPCC Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), creato dalle Agenzie delle Nazioni Unite UNEP (UN Environmental Program e WMO (World Meteorological Organisation) nel 1988, ha il compito di redigere a scadenza regolare rapporti di valutazione sulle conoscenze scientifiche relative al cambiamento climatico, ai suoi impatti, ai rischi connessi, e alle opzioni per la mitigazione e l’adattamento. È attualmente in corso di finalizzazione il 6° Rapporto IPCC (AR6). Ogni Rapporto IPCC si compone di tre parti, ognuna redatta a cura di un apposito Working Group (WG). Working Group I: valuta le nuove conoscenze scientifiche emerse rispetto al rapporto precedente. Working Group II: valuta gli impatti del cambiamento climatico sull’ambiente e la società e le azioni di adattamento necessarie. Working Group III: valuta le azioni di mitigazione del cambiamento climatico. Ogni WG redige un rapporto mediamente dell’ordine di 2-3000 pagine, accompagnato da un Riassunto tecnico che mette in evidenza i punti salienti del rapporto e un breve Summary for Policy Makers ad uso dei responsabili politici dei paesi associati all’ONU, nei quali sono condensate per punti essenziali tutte le informazioni analizzate nel dettaglio nei singoli rapporti. Ogni WG si compone mediamente di 200-250 scienziati (Lead Authors) scelti su proposta dei singoli governi dal Bureau IPCC. La partecipazione dei singoli scienziati è volontaria e non retribuita. È bene ricordare che i risultati dei Rapporti IPCC sono basati esclusivamente sull’esame critico di diverse migliaia di lavori scientifici pubblicati (14.000 solo per quanto riguarda il WG I). I Rapporti IPCC, la cui stesura impegna gli scienziati per circa tre anni, sono soggetti prima della stesura finale a due fasi di revisione da parte di diverse centinaia di altri scienziati esperti del settore e da parte di esperti dei singoli governi. Il giorno 9 agosto 2021 verrà presentato ufficialmente il Rapporto del Working Group I dedicato allo stato dell’arte delle basi scientifiche del cambiamento climatico e degli avanzamenti rispetto all’ultimo rapporto AR5. Gli altri due Rapporti di cui si compone AR6 sono tuttora in corso di elaborazione e verranno presentati nei primi mesi del 2022. Per quanto riguarda il Working Group I, sui 234 Lead Authors provenienti da 66 Paesi, tre sono gli scienziati appartenenti a un’istituzione di ricerca italiana, tutti ricercatori dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche. >>