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L'ONCOLOGO: OGM, NON È VERO CHE SONO SICURI.

Mariano Bizzarri, ordinario di biochimica e di patologia clinica in oncologia: "Siamo medici, non veggenti, non abbiamo ancora gli strumenti per capire cosa accade con una manipolazione genetica, figuriamoci per predire i risultati" Da un oncologo che si spende in prima persona a favore degli Ogm a un collega che non esita a smontare tanta sicurezza sulle biotecnologie.
Veronesi dice che gli Ogm in commercio sono sicuri? Il professor Mariano Bizzarri, ordinario di Biochimica e di Patologia clinica in oncologia all'Università di Roma oltre che esperto accreditato tra i consiglieri scientifici del ministro Alemanno, non solo mette in dubbio l'impatto sull'ambiente, ma parla apertamente di imprevedibilità dei risultati. Professor Bizzarri, perché lei è così contrario agli Ogm? Per diverse ragioni. Ci sono le conseguenze non quantificabili per l'ambiente e per la salute, ma c'è soprattutto, da parte dell'ingegneria genetica, una visione riduzionistica del mondo completamente superata. Ci spiega? Il principio è che un gene codifica una proteina che, a sua volta, esprime una funzione. Quindi aggiungere un gene significa inserire una determinata funzione nella pianta. Ma questo si è dimostrato falso, frutto di un determinismo fuori luogo. I geni di qualunque specie funzionano in rapporto a una complessa regia, immersi in una rete coerente di interazioni con I'ambiente circostante. Nessun gene funziona isolatamente. La riprova sta nel fatto che, in termini di differenze che intercorrono tra un uomo e un topo sono inferiori al 2 per cento. E direi che l'uomo ha molte più caratteristiche differenti di quelle di un roditore. Eppure molti suoi colleghi parlano di conoscenze sufficienti per avere le opportune garanzie, per lo meno per gli Ogm in commercio. Sbagliano. Oggi non abbiamo ancora gli strumenti per capire cosa accade con una manipolazione genetica, figuriamoci per predire i risultati. Lei ha appena ideato un test per scoprire i transgenici con un grado di certezza assoluto anche in quantità ben più basse dei limiti attuali. Di che cosa si tratta? Di un metodo semplice che sta per essere pubblicato su una rivista scientifica, dunque è già pronto. Applicando la risonanza magnetica otteniamo una specie di codice a barre del seme o del vegetale. Confrontandolo con quello dell'organismo tradizionale sappiamo in pochi minuti se ha subito modificazioni genetiche, anche quando non cerchiamo una sequenza conosciuta di Dna. Vediamo, insomma, se la manipolazione produce conseguenze e quali sono. (Il salvagente (www.ilsalvagente.it), 11/18 novembre 2004)


martedì 28 dicembre 2004


News

FPP2 GRATIS, ANNUNCIO DI BIDEN, COSA ASPETTA DRAGHI?
Il presidente USA Biden, raccogliendo la richiesta che da tempo avanza Bernie Sanders, ha annunciato che gli Stati Uniti forniranno mascherine ffp2 gratis ai cittadini. >>



Pesticidi in Unione europea.
La European Food Safety Authority (EFSA) ha pubblicato un report sugli ortaggi e frutta più contaminati da pesticidi... studio pubblicato nel mese di febbraio 2021 che discute i dati del 2019. In tutta Europa, nell’anno 2019, sono stati analizzati 96.302 campioni e la frequenza media si attesta su 19 analisi per 100mila abitanti. I paesi più virtuosi sono la Lituania (125 analisi su 100mila abitanti), la Bulgaria (104 analisi) e il Lussemburgo (81 analisi). I meno virtuosi sono la Gran Bretagna (1,5 analisi), la Spagna (5 analisi) e la Polonia (7 analisi). L’Italia e la Francia si attestano sulla media europea di 19 analisi per 100mila abitanti, la Germania appena un po’ in più con 25 analisi. >>



Sesto Rapporto IPCC - Working Group I su nuove conoscenze e cambiamenti climatici.
In occasione della presentazione del rapporto del Working Group I dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) che delinea le nuove conoscenze scientifiche in merito ai cambiamenti climatici, ai loro effetti e agli scenari futuri, di seguito sono proposti i dati del VI rapporto Ipcc riassunti e forniti dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Bologna. Sesto Rapporto IPCC – Working Group I Annalisa Cherchi, Susanna Corti, Sandro Fuzzi Lead Authors IPCC WG I Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima Consiglio Nazionale delle Ricerche Bologna INTRODUZIONE SU IPCC Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), creato dalle Agenzie delle Nazioni Unite UNEP (UN Environmental Program e WMO (World Meteorological Organisation) nel 1988, ha il compito di redigere a scadenza regolare rapporti di valutazione sulle conoscenze scientifiche relative al cambiamento climatico, ai suoi impatti, ai rischi connessi, e alle opzioni per la mitigazione e l’adattamento. È attualmente in corso di finalizzazione il 6° Rapporto IPCC (AR6). Ogni Rapporto IPCC si compone di tre parti, ognuna redatta a cura di un apposito Working Group (WG). Working Group I: valuta le nuove conoscenze scientifiche emerse rispetto al rapporto precedente. Working Group II: valuta gli impatti del cambiamento climatico sull’ambiente e la società e le azioni di adattamento necessarie. Working Group III: valuta le azioni di mitigazione del cambiamento climatico. Ogni WG redige un rapporto mediamente dell’ordine di 2-3000 pagine, accompagnato da un Riassunto tecnico che mette in evidenza i punti salienti del rapporto e un breve Summary for Policy Makers ad uso dei responsabili politici dei paesi associati all’ONU, nei quali sono condensate per punti essenziali tutte le informazioni analizzate nel dettaglio nei singoli rapporti. Ogni WG si compone mediamente di 200-250 scienziati (Lead Authors) scelti su proposta dei singoli governi dal Bureau IPCC. La partecipazione dei singoli scienziati è volontaria e non retribuita. È bene ricordare che i risultati dei Rapporti IPCC sono basati esclusivamente sull’esame critico di diverse migliaia di lavori scientifici pubblicati (14.000 solo per quanto riguarda il WG I). I Rapporti IPCC, la cui stesura impegna gli scienziati per circa tre anni, sono soggetti prima della stesura finale a due fasi di revisione da parte di diverse centinaia di altri scienziati esperti del settore e da parte di esperti dei singoli governi. Il giorno 9 agosto 2021 verrà presentato ufficialmente il Rapporto del Working Group I dedicato allo stato dell’arte delle basi scientifiche del cambiamento climatico e degli avanzamenti rispetto all’ultimo rapporto AR5. Gli altri due Rapporti di cui si compone AR6 sono tuttora in corso di elaborazione e verranno presentati nei primi mesi del 2022. Per quanto riguarda il Working Group I, sui 234 Lead Authors provenienti da 66 Paesi, tre sono gli scienziati appartenenti a un’istituzione di ricerca italiana, tutti ricercatori dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche. >>