Confederazione: Politica agricola, ultime stoccate a Couchepin. Gli Stati respingono 2 delle 3 proposte dell'ormai «ex-ministro» dell'economia.
BERNA (Ats) - Dibattito vivace e lungo al Consiglio degli Stati sulla politica agricola 2007, che raccoglie consensi solo in parte tra i senatori. Essi hanno infatti soddisfatto solo a metà le richieste del Governo, approvando l'abbandono del contingentamento lattiero dal 2009, ma bocciando l'idea di mettere all'asta l'importazione di carne.
Dopo quasi dieci ore di discussioni suddivisi in due giornate, il Consiglio degli Stati ha approvato la nuova legge sull'agricoltura con 32 voti senza opposizione. Ha inoltre provveduto ad adattare alcuni testi legislativi e votato un totale di 14,09 miliardi di franchi destinati ai pagamenti diretti e altre misure di accompagnamento sociale per il periodo 2004-2007. La principale novità riguarda il contingentamento del latte. Introdotto nel 1977 per tenere sotto controllo la produzione, esso dovrebbe essere abolito - se anche il Nazionale si dirà d'accodo - dal 2009, mentre per la produzione biologica o di montagna l'abolizione scatterebbe già dal 2006. Intensa è stata anche la discussione su come gestire il periodo di transizione. Per preparare al meglio le parti all'abolizione del contingentamento pubblico, la gestione delle quantità di latte sarà affidata alle filiali. Il Consiglio federale continuerà a decidere in ultima istanza, ma basandosi soprattutto sulle richieste delle interprofessioni.
Il Consiglio degli Stati non ha voluto saperne di introdurre la messa all'asta per le importazioni di carne, come vorrebbe il CF. Con 26 voti a 13 ha preferito lo «statu quo». Introducendo il sistema dell'asta, Couchepin vorrebbe non soltanto portare trasparenza in tutto il mercato della carne, ma anche sopprimere certi privilegi di cui approfitta una minoranza di importatori, tutto a scapito dei consumatori. Couchepin ha dovuto incassare un'altra sconfitta: il Consiglio degli Stati si è rfiutato di abolire il limite di reddito e di sostanza a partire dal quale vengono ridotti o rifiutati i pagamenti diretti.
tratto da "Il Giornale del Popolo"
giovedì 12 dicembre 2002
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