Cerca Contatti Archivio
 
Ogm, seimila test l'anno nella Marca.

Il singolare caso della Chelab, duecento esperti che analizzano campioni alimentari per conto dei grandi marchi di tutta Europa. A Resana un laboratorio privato lavora per industrie e supermercati «Le aziende non vogliono rischiare e si affidano alle nostre analisi».
TREVISO. Seimila test di verifica sugli Ogm si svolgono, ogni anno, in provincia di Treviso. A compierli è un'azienda privata di Resana, la Chelab, diventata in vent'anni il più importante laboratorio chimico del Veneto e, probabilmente, uno dei più affermati d'Italia e d'Europa. Il suo titolare, Tiziano Conte, conferma che nella sua azienda - che occupa oltre duecento persone tra chimici, biologi e periti - si svolgono test per imprese agricole, industrie alimentari, marchi della grande distribuzione e privati cittadini. Tutti clienti che vogliono sapere se nella merendina o nel formaggio che producono o negli yogurt che espongono vi sono elementi transgenici. E le risposte, talvolta, sono state positive. «Da noi vengono grandi marchi e normali cittadini - spiega il titolare Tiziano Conte che nel 1979, dopo la laurea in chimica industriale, ha deciso di aprire la Chelab -: vogliono conoscere se in alcuni prodotti esistono alimenti o ingredienti Ogm. Sofisticate analisi, che noi siamo in grado di compiere, rivelano in pochi giorni se la struttura molecolare di un ingrediente è stata modificata geneticamente o meno. Ma non posso dire di più, i nostri clienti richiedono la massima discrezione». Alla Chelab si rivolgono grandi catene alimentari, industrie del settore, imprese agricole: all'interno dei loro processi-qualità vogliono testare i prodotti e gli ingredienti utilizzati. Le analisi hanno un costo relativamente basso: circa 130 euro a campione, la risposta si ottiene nel giro di tre o quattro giorni. A Resana è stato creato un apposito reparto di biologia molecolare per la rilevazione di transgeni negli alimenti, in collaborazione con l'Istituto di Botanica Vegetale dell'Università di Piacenza. Il nucleo di questo laboratorio sono proprio le analisi della presenza di Ogm soprattutto nella soia, nel mais, nella colza e nel pomodoro. E naturalmente dei prodotti derivati, che finiscono spesso nelle nostre tavole. «Si tratta di analisi ad elevato grado di sicurezza - aggiunge Conte - che noi svolgiamo per industrie di tutta Italia e di parte d'Europa. Sono marchi che vogliono garanzie sulla qualità dei loro prodotti e non vogliono rischiare perché investono in immagine e promozione del prodotto. Certo, ogni tanto arriva anche qualche privato cittadino che vuole capire se quello che mangia è sano». Da cinque anni la Chelab ha aperto il laboratorio specializzato unicamente sugli Ogm, dove lavorano cinque laureati in chimica e biologia. E naturalmente - conferma Conte - «di ingredienti Ogm ne abbiamo trovati». Ma di più è impossibile sapere, l'azienda è legata a un patto di segretezza con i propri clienti. Con il laboratorio di Resana e quello - futuro - di Ca' Tron, la Marca potrebbe diventare un crocevia internazionale della ricerca sugli Ogm. Nella tenuta agricola a cavallo tra Roncade e Meolo, bersaglio dei verdi e dei no-global solo qualche giorno fa, approderà tra un anno il laboratorio della Icgeb di Trieste, il Centro internazionale per l'ingegneria genetica e le biotecnologie, un istituto legato alle Nazioni Unite incaricato di indagare sui rischi e le conseguenze dell'utilizzo degli Ogm in alimentazione. La Fondazione Cassamarca sta perfezionando in questi giorni l'accordo di collaborazione con l'istituto, che ha sede a Trieste ed è diretto dal professor Francisco Baralle. Ma i Verdi e i no-global l'hanno già preso a simbolo dello sviluppo sugli Ogm, uno dei più grandi business di questi anni nel quale le multinazionali dell'agricoltura hanno fortissimi interessi. Ad alimentare la discussione attorno a questo argomento anche la conferma che, tra il 1998 e il 2000, due aziende trevigiane sono state autorizzate a compiere sperimentazione sul mais e sulla soia utilizzando tecnologia transgenica. In particolare a Motta di Livenza e a Breda di Piave, due aziende agricole hanno «testato» per conto della Monsanto e della Pioneer, due colossi del settore, delle specie di mais e di soia transgenica. Una sperimentazione che ha dato «risultati interessanti» sia in termini di resa per ettaro che per qualità. Ma che è stata sospesa a causa della restrittiva normativa introdotta in Italia negli ultimi anni. Il dibattito spacca favorevoli e contrari. Ma un agricoltore trevigiano avverte: «Siamo proprio sicuri che gli Ogm sia peggio di ciò che mangiamo già sulle nostre tavole?». Tratto da “La Tribuna di Treviso”


giovedì 12 dicembre 2002


News

Nuova protesta degli agricoltori a Bruxelles, 250 trattori intorno alle sedi Ue. Roghi davanti all’Eurocamera: polizia usa idranti e lacrimogeni.
Circa 250 trattori hanno bloccano le strade principali del quartiere delle istituzioni Ue a Bruxelles chiamati a manifestare da Fugea, dalla Federazione dei Giovani Agricoltori (FJA), dalla Federazione Vallone dell’Agricoltura ( Fwa), dalla Rete di sostegno all’agricoltura contadina (RéSAP) e dal Coordinamento europeo. >>



Gates e Zuckerberg puntano sull'agricoltura: "Cibo vero solo per ricchi"
Altro che carne sintetica e dieta vegetale. I grandi imprenditori dei Big Data sembrano andare proprio nella direzione opposta. Mentre, infatti, la sostenibilità planetaria spinge le economie a orientarsi verso la produzione di cibo sintetico, loro investono su terreni agricoli e sulla produzione di carne tradizionale di altissima qualità. E naturalmente altissimi costi e ricavi. >>



FPP2 GRATIS, ANNUNCIO DI BIDEN, COSA ASPETTA DRAGHI?
Il presidente USA Biden, raccogliendo la richiesta che da tempo avanza Bernie Sanders, ha annunciato che gli Stati Uniti forniranno mascherine ffp2 gratis ai cittadini. >>