Provati soia e mais transgenici. A Motta e Breda la sperimentazione è stata sospesa. Qualità e resistenza ai parassiti, test voluti dalle multinazionali.
TREVISO. Due aziende trevigiane hanno «testato» - tra il 1998 e il 2000 - il mais e la soia transgenici. Si tratta dell'Azienda agricola Severino Salvador, a Motta di Livenza, e dell'Azienda agricola Perocco di Breda di Piave. Una terza, l'Azienda agricola Aldo Dalla Libera di Oderzo, pure autorizzata alla sperimentazione, non ha proceduto alla semina di alcun prodotto Ogm.
Le tre aziende agricole erano state autorizzate dal Ministero per l'Agricoltura alla sperimentazione su richiesta dei colossi industriali Monsanto, Pioneer e Novartis, che hanno scelto alcune aziende in tutta Italia per «testare» la resa in diversi terreni di mais e soia, due tra i prodotti a maggior risultato di resa (anche il 40% in più) grazie all'introduzione di specie Ogm.
«Effettivamente la resa è stata molto buona - ammette Severino Salvador, proprietario di quaranta ettari a Motta coltivati a bietola, soia, mais e vigneto -: il mais aveva una qualità visilmente migliore e più resistente alle malattie. E anche la soia ha funzionato nel diserbo. Ma poi non hanno più autorizzato la sperimentazione e abbiamo smesso. Io sono favorevole agli Ogm, naturalmente sotto controllo. Ci sono tante cose peggiori, anche tra i prodotti che finiscono sulle nostre tavole. Non avete idea di come vengano coltivati ortaggi e frutti. Se può servire ad eliminare le malattie e ad aumentare la qualità, ben vengano anche queste tecnologie».
Positivo anche il giudizio di Lorenza Perocco, studente in Agraria a Bologna e titolare dell'azienda agricola di Breda che ha testato, per conto della Pioneer, nuove specie di soia e mais: «La proposta è venuta da un'industria del settore - spiega - poi non ce l'hanno più chiesto. Loro ci hanno dato le sementi e noi abbiamo seminato, su una piccola parcella di terreno, queste due specie. Abbiamo notato miglioramenti nella resa e nella qualità, anche se non straordinari. Sono a favore dell'introduzione di Ogm in agricoltura, con le dovute cautele. Ci sono anche cose molto positive e vantaggiose. Certo, oggi il clima è molto negativo a causa dei movimenti ambientalisti».
La terza azienda autorizzata alla sperimentazione, invece, non l'ha mai attivata: «Una multinazionale ce l'aveva chiesto, è vero - spiega Aldo Dalla Libera, di Oderzo - e noi eravamo pronti. Alla luce di ciò che è successo dopo, sono contento di non aver sperimentato gli Ogm. Io sono decisamente contrario all'introduzione di Ogm in agricoltura. Non ce n'è bisogno, soprattutto per noi piccoli agricoltori. E' un affare per le multinazionali».
Per il test di qualità le multinazionali hanno proveduto a prelevare dei piccoli campioni di prodotto. Il resto è stato completamente distrutto, per precisa disposizione di legge. Nessuna pannocchia transgenica, dunque, è finita sulle nostre tavole.
Tratto da “La Tribuna di Treviso”
giovedì 12 dicembre 2002
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