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Blitz degli ecologisti a Verona «Basta con i mangimi Ogm»

Presidio di Greenpeace agli allevamenti Aia. Poi il dialogo. SAN MARTINO BUONALBERGO (Verona) - Uno degli autisti Aia, furibondo, pensa a un golpe organizzato da Cossutta: «I comunisti, sono arrivati i comunisti», si mette a urlare, tentando di partire al contrattacco. Invece è Greenpeace, ed è tardi per respingere l’assalto a spintoni. In un paio di minuti, forse meno, l’enorme stabilimento di San Martino Buonalbergo è pieno di attivisti: in sedici, vestiti da pollo o in tuta bianca, ballano sui tetti dei camion in cortile. Altri tre hanno srotolato uno striscione dalla pensilina sopra la pesa dei tir: «Dove c'è Aia, c’è soia Ogm» (uno degli slogan dell'azienda dice: «Dove c’è Aia c’è gioia»).
L’ingresso è ostruito da circa 30 quintali di soia non transgenica, che Greenpeace ha acquistato al consorzio di Verona «per dimostrare che un’alternativa agli Ogm esiste». Il guardiano è seriamente rattristato: «Ma sono cose da fare queste? - si lamenta -. Io sono in piedi dalle 4 del mattino...». Inutile dirgli che la «colpa» è del giro d’affari alimentato dal commercio di sementi e mangimi transgenici, «pratica molto pericolosa per l’ambiente», dicono questi eco-attivisti che hanno preso un giorno di vacanza per venire quassù da tutta Italia. «Sì, ma qui c’è gente che lavora», commenta la guardia sconsolata. Dall’inizio del blitz sarà passata una ventina di minuti e il piazzale si è riempito di persone. Dirigenti dell’Aia, giornalisti, portavoce di Greenpeace: ognuno dice un po’ quello che vuole. Ecco il punto di vista di un dipendente Aia, sedicente attivista di An: «Questi prendono i soldi da qualche nostro concorrente. Ma se io faccio una cosa del genere vado in galera, loro invece finiscono in televisione». E’ vero, tutto intorno è pieno di telecamere e macchine fotografiche. Tanto che mentre viene intervistata una ragazza di Greenpeace quelli dell’Aia mandano a prendere di corsa un cappone Ogm free : «La replica di Gabriele deve essere con il prodotto davanti. Meglio di così...». Gabriele è l’ingegner Speri, responsabile qualità di Aia. «Non ce lo aspettavamo proprio questo nuovo assalto - dice, mostrando il pollo che dall’etichetta risulta alimentato senza soia transgenica - i nostri prodotti sono in regola con tutte le normative vigenti. Siamo meravigliati anche perché il 28 ottobre i ministri dell’Agricoltura europei hanno definito limiti e tolleranze degli Ogm e Greenpeace ha riconosciuto che la normativa è la più rigida al mondo. Se non la pensano così, vadano a protestare a Bruxelles o al ministero di Roma». Aia si difende. E persino Greenpeace ammette che l’azienda ha da poco introdotto sul mercato il cappone non transgenico e che altri polli senza Ogm prodotti qui vengono venduti, per esempio, alla Coop. Ma per gli ambientalisti questo non basta, vogliono un risultato dall’azione di oggi. Forse il «commando» avrebbe preferito parlare con qualcuno della famiglia Veronesi (proprietari dell’omonima azienda, che domina il mercato italiano di polli e tacchini, e del marchio Aia), ma anche Gabriele Speri può andare bene. Perché è la prima volta che qualcuno del gruppo accetta di parlare con loro, dicono gli attivisti, e questa volta loro hanno una carta da giocare: ormai sono quasi due ore che gli striscioni anti-Aia penzolano dai camion fermi, le consegne sono in ritardo, le tv riprendono tutto. Si potrebbe far scendere qualche attivista dai tir, a patto di ottenere un colloquio sui mangimi geneticamente modificati. Inizia la lunga trattativa, che si conclude con lo sgombero di tutti i manifestanti, sollevati di peso da polizia e carabinieri perché fanno resistenza passiva, portati in Questura e subito rilasciati, e con un colloquio fra due responsabili della campagna Ogm di Greenpeace e tre uomini Aia. E’ sera quando si alzano dal tavolo. Comunicato Aia: «Aia e Greenpeace hanno condiviso l’apertura di un tavolo tecnico sulle tematiche della soia Ogm. Aia ha già avviato una graduale introduzione di prodotti in cui viene escluso l’uso di Ogm: uova, pollo, tacchino, faraone e capponi, alimentati con soia, mais e derivati con presenza accidentale di Ogm sotto l’1%». Comunicato di Greenpeace: «L’Aia ha finalmente accettato di incontrarci e ha confermato l’apertura verso alcune linee non Ogm, noi ci impegneremo a monitorare lo sviluppo di queste linee: attendiamo verifiche puntuali». (Mario Porqueddu)


giovedì 12 dicembre 2002


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