DOPO LINGUA BLU ABORTI E STERILITA'
Continua la storia infinita del vaccino "contro" la Blue Tongue! Ormai è
certo che la vaccinazione contro la Blue Tongue, predisposta e resa
obbligatoria dal ministero, ha effetti disastrosi sul patrimonio zootecnico
italiano. Non si contano più le de
Il dramma e la beffa. Da una parte la spaventosa moria che sta decimando
agnelli e capretti. Dall’altra i pastori e le loro famiglie lasciate sole in
balia degli eventi. «È un problema che si sta espandendo a macchia d’olio»
denuncia con forza Vincenzo Cannas. Il presidente della Coldiretti di Nuoro
ha appena inviato una lettera agli assessori regionali Nerina Dirindin e
Salvatorica Addis.
Oggetto della missiva: i probabili effetti collaterali dovuti al vaccino
contro la blue tongue. «Effetti indesiderati» li chiama Gianni Vacca,
direttore della stessa sezione provinciale Coldiretti, mentre Cannas parla
di «aborti, agnelli e capretti che muoiono subito dopo la nascita e animali
nati con malformazioni». I casi si stanno moltiplicando, soprattutto in
Ogliastra, nei paesi costieri in particolare.
Ma le ultime segnalazioni arrivano anche dalla Baronia e da tutto l’
entroterra barbaricino, da Siniscola così come da Bitti, da Oliena e da
Dorgali, e persino da Bolotana. Addirittura dalle montagne di Desulo
giungono segnali che lasciano in vita ben poche speranze.
Ma del resto è l’isola intera che sta toccando con mano, qua e là, con il
Natale che si avvicina, capretti putrefatti e agnellini a due teste e otto
zampe.
«Sta succedendo qualcosa che non si era mai verificato prima d’ora» continua
Vincenzo Cannas.
Lui che ha preso carta e penna, chiede agli assessori regionali alla Sanità
e all’Agricoltura, rispettivamente Dirindin e Addis, «un piano urgentissimo
per sanare la grave situazione che sta distruggendo gli allevamenti». Sono
una miriade, infatti, le lamentele raccolte nelle campagne e fatte proprie
dalla Coldiretti.
La preoccupazione diffusa è forte negli ovili. «La paura maggiore - spiega
il presidente dell’associazione di categoria - è che questa nuova ondata di
morte sia dovuta all’ultima tornata vaccinale sul patrimonio ovi-caprino».
Effetti collaterali, per ripetere il concetto.
«Visto che - spiega meglio Cannas - sia i capi vaccinati sia quelli non
vaccinati presentano le stesse patologie, il sospetto è che il veicolo di
infezione sia lo stesso sierotipo vaccinale». Non a caso un gruppo di
pastori è pronto a giurare che «i nostri animali non hanno più alcun sistema
immunitario e non reagiscono più a niente».
Lo dicono con il cuore stretto in gola alcune famiglie di allevatori, mariti
e mogli.
«È una presa in giro» alza i toni un pastore ogliastrino. «Possibile che
nessuno ci sappia dire a cosa è dovuta questa nuova moria? Di certo noi
sappiamo che quelli attuali sono sintomi completamente diversi da quelli a
cui ci eravamo abituati negli ultimi anni.
Questa cosa, ora, sta devastando gli agnelli. E i capi che sopravvivono non
vanno avanti... e il latte non è buono».
Un altro colpo all’economia, insomma. Le perdite registrate nelle ultime
settimane - sostiene Cannas - sono del trenta per cento, in certi casi anche
del quaranta, per quanto riguarda gli aborti.
La moria di agnelli nati vivi viaggia tra il venti e il quaranta per cento,
invece. «Per giunta, la situazione è comune - precisa il presidente
provinciale della Coldiretti - agli ovili che hanno vaccinato e agli ovili
che non hanno vaccinato».
In altre parole: al danno si è aggiunto danno.
È per questo che Cannas ha scritto alla Regione: «Serve il vostro forte
impegno per reperire risorse che possano indennizzare i danni dovuti a
imposizioni di carattere sanitario, regionale e nazionale».
Fondamentale, secondo la Coldiretti, «un interessamento nei confronti del
ministero della Sanità affinché sani la situazione con lo stanziamento di
risorse sufficienti a coprire i danni derivanti da una campagna vaccinale
che ancora oggi non conosce la parola fine».
«E non dimentichiamoci - aggiunge Gianni Vacca - che ci sono ancora i danni
arretrati da pagare.
Molti pastori non hanno ancora ricevuto niente».
Il vertice della Coldiretti nuorese chiede, infine, alla Dirindin e alla
Addis, di potenziare l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna:
«Per avere il responso della analisi dal centro di Teramo bisogna aspettare
perfino due mesi. Perché non farle direttamente qui da noi, nell’isola,
queste diagnosi?» chiedono Cannas e Vacca.
Significherebbe risparmiare tempo e denaro. Ma anche permettere alle varie
Aziende sanitarie di lavorare più serenamente nelle campagne.
tratto da "La Nuova Sardegna" - 23 novembre 2004
venerdì 26 novembre 2004
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