CUNEO, NEI VASSOI DELLE MENSE MELE DEL CILE E CARNE BRASILIANA
Il fenomeno della delocalizzazione delle produzioni alimentari nei paesi del
sud del mondo e della omologazione del cibo alle merci indistinte ha
raggiunto una rilevanza tale che anche Coldiretti non può più ignorarlo! E'
con piacere che vediamo La Col
I prodotti dell' agricoltura piemontese sono snobbati da almeno 400mila
pasti ogni giorno, Coldiretti e consumatori intanto organizzano un convegno
per ottenere maggiore utilizzo di prodotti tipici e di qualita'.
Lo yogourt di Vipiteno anziché quello preparato da un caseificio delle valli
torinesi, le mele del Cile al posto di quelle di Lagnasco, carne surgelata
di origine brasiliana e non quella di razza piemontese: i prodotti dell’
agricoltura del Nord-Ovest sono snobbati dalle mense di ospedali, scuole,
case di riposo e fabbriche piemontesi.
A lanciare l’allarme è la Coldiretti di Cuneo che, assieme alle associazioni
di consumatori e «La Stampa», ha organizzato, per domani (alle 9,30) un
convegno nel Centro incontri della Provincia dal titolo «Sai cosa mangi?».
«Non è una novità che la ristorazione collettiva in provincia di Cuneo è in
mano ad una decina di ditte di catering - spiega Marcello Gatto, presidente
provinciale Coldiretti -. I capitolati, soprattutto quelli dei Comuni, hanno
maglie troppo larghe e non obbligano, salvo pochi casi, le ditte
appaltatrici ad utilizzare prodotti del territorio. Di qui la presenza nei
vari menù di alimenti che giungono dall’estero.
Nell’ambito del convegno proporremo agli amministratori l’adozione di un
capitolato tipo che tenga conto anche delle risorse dell’agricoltura locale.
Non c’è che l’imbarazzo della scelta: le patate prodotte dai consorzi di
Entracque, della Bisalta e di Mombarcaro, la carota di San Rocco
Castagnaretta di Cuneo, il peperone che presto potrà fregiarsi del Igp
Cuneo, la nocciola ‘’tonda gentile’’ delle Langhe».
«L’utilizzo di cibi appropriati, prodotti localmente senza troppa chimica -
dice Beppe Riccardi, rappresentante delle associazioni dei consumatori - è
sempre stato il nostro obiettivo e siamo consapevoli che una buona
alimentazione, anche leggermente più costosa, può rendere alle famiglie e
alla comunità un sostanziale vantaggio pure in termini di salute».
«Il tema della sicurezza alimentare - dice Mario Valpreda, ex responsabile
della Sanità pubblica regionale - costituirà, per l’immediato futuro, un
fattore determinante per il rilancio dell’agricoltura piemontese. Per questo
è indispensabile una salda alleanza tra i consumatori che ricercano nell’
alimento la salubrità e i produttori difensori della tradizione».
tratto da "La Stampa" - 26 novembre 2004
lunedì 29 novembre 2004
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