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Sugli Ogm compromesso a Bruxelles .

LA SOGLIA PER L´ETICHETTATURA ALLO 0,8%. MA L´EUROPARLAMENTO DARA´ BATTAGLIA.
BRUXELLES La lunga guerra europea per imporre regole chiare e severe sugli Ogm, gli organismi geneticamente modificati, è quasi in dirittura d'arrivo. Ieri si è svolta una battaglia decisiva: l'approvazione del regolamento sull'etichettatura di cibi e mangimi geneticamente modificati da parte dei ministri dell'agricoltura dei Quindici. Dopo più di otto ore di discussione è passato un testo di compromesso. Il motivo del contendere erano le soglie a partire dalle quali far scattare l'obbligo di etichettatura su alimenti e mangimi. Un ping pong di cifre cominciato quando la Commissione europea, nel luglio 2001, propose i tanto attesi regolamenti. Per ottenere l'avallo del Collegio dei Commissari, alcuni dei quali più sensibili alle pressioni americane, passò una linea «morbida» con una soglia dell'1% sia per gli Ogm il cui commercio è già autorizzato nell'Unione sia per quelli non autorizzati. In pratica si impone un'etichetta ai cibi che contengono Ogm solo a partire da una certa soglia. Quest'estate si è giocata la seconda partita, con un voto molto duro del Parlamento europeo a favore della sicurezza assoluta dei consumatori: 0,5% era la soglia consentita per gli Ogm autorizzati e 0% per quelli vietati in Europa. Ieri il Commissario irlandese David Byrne ha proposto di reintrodurre l'1% per gli Ogm autorizzati e lo 0,5 % per gli organismi vietati. L'Italia, con il ministro Giovanni Alemanno, ha ribadito la necessità di lanciare un messaggio chiaro ai consumatori. Con Roma anche Parigi e Berlino. Dall'altra parte in prima linea inglesi e olandesi, preoccupati di non ostacolare il mercato americano. Il compromesso si è raggiunto sull'0,8% per gli Ogm autorizzati e 0,5% per i non autorizzati. «Non siamo entusiasti di questo accordo perché non tiene pienamente conto della volontà dell'Europarlamento» - ha commentato Alemanno al termine dei lavori, anche se l'Italia ha accettato alla fine il compromesso. Contro hanno votato invece il Regno Unito, l'Austria e il Lussemburgo. Deluse le associazioni ambientaliste. Da Roma il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio ha promesso battaglia all'Europarlamento, che ora dovrà approvare in seconda lettura i regolamenti.


venerdì 29 novembre 2002


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