Il mais OGM colpisce ancora.
Le lobbies pro-OGM stanno continuamente attuando nuove strategie per
orientare i mercati delle materie prime in agricoltura con la perpetrazione
degli inquinamenti OGM in tutti i prodotti di origine agricola attraverso
sprimentazioni in campo aperto ed
A più di un anno di distanza l'America affronta un altro scandalo come all'epoca di StarLink. Nello Iowa e in Nebraska la stessa azienda è accusata di aver causato la contaminazione di soia alimentare con mais geneticamente modificato per uso farmaceutico.
Errare è umano, ma perseverare è diabolico: soprattutto se l'errore è uno di quelli che possono mettere seriamente in pericolo la salute di molte persone. E in effetti, nello Iowa e in Nebraska, entrambi negli Stati Uniti, il rischio c'è stato e forse c'è ancora. Responsabile una piccola società statunitense, la Prodigene, che produce vaccini contro l'epatite B e farmaci contenenti insulina destinati ai diabetici. E'proprio durante una fase della preparazione di questi ultimi che si è verificato il più recente, ma purtroppo non il primo, incidente causato dalla ditta: il mais modificato geneticamente e destinato all?uso farmaceutico (contenente tripsina, la proteina usata appunto per produrre insulina) ha per due volte contaminato il raccolto per il consumo alimentare.
Risultato? Nello Iowa il governo americano è stato costretto a ritirare 500.000 bushels (un bushel corrisponde a 35 litri circa) di soia per una perdita pari a 2,7 milioni di dollari. "E'lo stesso incidente avvenuto in Nebraska" ha commentato Jim Rogers, portavoce del Servizio Ispettivo sulla salute di Piante e Animali del Dipartimento di Agricoltura americano. Solo pochi mesi prima, infatti, in Nebraska, la medesima biotech Prodigene aveva contaminato per impollinazione circa 40 ettari di mais: anche in questo caso, il rischio era tale che non si poteva fare altro che distruggerli.
La dinamica è sempre la stessa: le due coltivazioni, quella ordinaria ad uso alimentare e quella transgenica per produrre farmaci, non erano state collocate a una distanza tale da evitare il pericolo di contaminazione. Una minaccia che, come era prevedibile, si è tradotta in realtà: e che, una volta di più, testimonia la difficoltà a tenere sotto controllo gli organismi geneticamente modificati quando vengono immessi nell'ambiente, come hanno denunciato numerose associazioni ambientaliste quali, ad esempio, GreenPeace e Amici della Terra.
Se alla Prodigene se la cavano con una multa di 500.000 dollari e un'inchiesta del Dipartimento americano, negli Stati Uniti riecheggia adesso l'incubo StarLink, il mais OGM della Aventis usato per l'alimentazione degli animali, che circa un anno fa si propagò, per contaminazione incrociata e impollinazione, tra le altre colture. Tutto questo, proprio quando molte aziende avevano optato per il grano come ingrediente base di tacos e patatine fritte per rassicurare i consumatori sul rischio di contagio da mais StarLink. Un errore che, evidentemente, non è servito da esempio.
Roberta Marino
Gli agrochimici non vedono un "futuro" senza gli OGM e aspettano che termini
la moratoria in Europa.
La domanda di semi geneticamente modificati cresce dal 10 al 15% all'anno nel mondo, contro il 3 - 4% dei semi tradizionali.
Si starà girando il vento per i difensori degli organismi geneticamente modificati? Nel momento in cui Josè Bovè è stato nuovamente condannato per la distruzione dei campi con coltivazioni transgeniche, l'Unione Europea prosegue attivamente le sue discussioni con gli stati membri e in vista di togliere la moratoria imposta per 5 anni sugli OGM (Le Monde 16.10.02) "
Noi abbiamo fatto dei progressi importanti" in quel senso, diceva a settembre il comissario europeo alla sanità David Byrne.
Per il momento gli agrochimici sprofondano nella crisi. La diversificazione dei fabbricanti di pesticidi nella produzione di OGM tarda a dare i suoi frutti.Il 12 Ottobre l'americana Monsanto, primo produttore mondiali di semi OGM, ha abbassato, per la secondo volta quest'anno, le sue previsioni degli utili, con una caduta di oltre 11% del titolo alla borsa di Wall STreet. La tedesca BASF ha annunciato il 14.11 vendite in recessione quasi del 15% al terzo trimestre, e prevede di chiudere o cedere dei nuovi stabilimenti agrochimici nei prossimi mesi. L'americana Dow Chemical per se stessa ha deciso di gettare la spugna: ufficialmente cerca un partner per la sua divisione fitosanitaria. O in mancanza, un partner per creare una filiale comune, della quale la Dow Chemical non tiene particolarmente ad avere la maggioranza, ha già sottolineato il suo patron Michael Parker.
Dal 1999 data dell'inizio della moratoria nella EU gli industriali non hanno smesso di ristrutturarsi. Grandi gruppi hanno abbandonato l'agrochimica, come Novartis, Aventis o Pharmacia, per concentrare i loro sforzi sulla medicina dove i margini sono più remunerativi. Abbandonati dalla loro casa madre, la Sygenta, nata nel 2000 dalla fusione delle divisioni agrochimiche della Novartis e della Zeneca, e la Monsanto, ex Pharmacia, si sono quotate in borsa. Il gruppo francese Aventis, che fu precursore del mais OGM Starlink, ha venduto questa primavera la sua divisione CropScience alla Bayer, che conta di eliminare fino al 2005 4000 posti di lavoro (dei quali più di 500 in Francia) sui 22.000 che conta la sua divisione agrochimica mondiale.
Il gigante di Leverkusen, divenuto il numero uno nel mondo della agrochimica, non ha più voluto oltre lo Starlink, il mais OGM...: nel 2000 era stato ritrovato nella catera alimentare negli USA, quando non avrebbe dovuto che nutrire il bestiame. Dopo il riscatto della CropScience attraverso la Bayer, lo Starlink si è inscritto all'attivo di una società che non serve che a rimborsare i querelanti americani. Molte imprese europee hanno fermato le loro ricerche nel vecchio continente, spaventati l'estate scorsa dalla rapina delle parcelle pagate per contrastare gli oppositori degli OGM.
Anche la Advanta produttrice di semi olandese ha trasferito i suoi centri di ricerca negli USA.
Dopo 6 anni che le prime colture transgeniche hanno messo radice negli USA, gli agrochimici continuano a trarre il 70% dei loro guadagni dalle loro attività tradizionali, i pesticidi. La vendita di semi rappresenta dai 12 ai 15 miliardi di dollari (altrettanti euro) su un mercato totale di prodotti per l'agricoltura che è di 41 miliardi di dollari. Ele vendite di semi OGM nel 2001 sono state solo di 3,01 miliardi di dollari. I pesticidi non avranno per tanto il vento in poppa. Il mercato mondiale dovrebbe recedere del 4%, ha detto recentemente la BASF, divenuta un attore di peso a favore della ripresa di un insetticida star, e che segue la BayerCropScience dopo l'acquisizione nel 2000 della agrochimica a Wyeth.
Presto di norma "A rischio di essere accusati di accanimento, le nostre società non vedono un futuro, nè è possibile l'innovazione senza ricorrere agli OGM, martella F.Thiboust della BayerCropScience. Non c'è possibilità di tornare indietro."
La domanda di semi OGM cresce dal 10% al 15% all'anno contro il 3-4% di quelle tradizionali, secondo uno studio della Fortis Bank del giugno 2002."
Oltre a una accettazione accresciuta degli OGM come constatiamo oggi, il mercato dei semi beneficerà anche dello sviluppo di nuovi prodotti di maggiore qualità, per esempio nel gusto o si migliorerà il loro valore nutritivo" stimano gli esperti della Fortis Bank.
In teoria, i lavori di Bruxelles su una levata della moratoria degli OGM avrebbero dovuto rinvigorire gli industriali. Ma se alcuni paesi si spazientiscono come Spagna e Regno Unito, altri come la Francia esitano ancora ad autorizzare le colture OGM. "Noi non ci attendiamo degli sviluppi in Europa prima del 2005" aveva detto a Le Monde quest'estate H.VErfaillie, il PDG belga della Monsanto. "Non abbiamo terminato la corsa agli ostacoli" rincara oggi A.Goig, PDG per l'Europa della Syngenta Semi, il settore svizzero dei semi, la sola a vendere OGM in Europa (25000-30000 ettari di mais resistente alla piralide in Spagna). "Troppe scadenze elettorali avranno luogo fino al 2005 nei diversi paesi europei. Il 2005 potrebbe essere l'anno dei seminativi OGM con raccolti nell'autunno. Ma finchè l'Europa continua a discutere, gli altri continenti sono già alla seconda generazione del cotone e soia OGM" sottolinea M.Goig, la cui società si piazza dopo la Monsanto, negli Usa, per la vendita di varietà resistenti agli insetti.
Persuasi che presto gli OGM saranno di norma in materia di produzione agricola, gli agrochimici non hanno messo un termine ai loro investimenti mondiali. Essi hanno sviluppato le loro vendite negli Usa, in Argentina, India e Cina e hanno moltiplicato gli accordi fra loro. Pioneer e Dow o DuPont e Monsanto hanno anche posto fine a lunghe questioni sui brevetti, cosa che permette loro di trasferire la tecnologia dell'uno nelle varietà dell'altro, per offrire un packaging ancora più seducente agli agricoltori.
"Anche se la moratoria venisse tolta in Europa, bisognerebbe ancora riattualizzare le varietà e le tecnologie proposte. Il tutto è stato fissato a 5 anni, che è enorme in termini di progresso varietale" sottolinea M.Thiboust.
Resterà loro anche di convincere i clienti nell'agroalimentare, i quali non desiderano andare contro le voci dei consumatori. Ma secondo uno studio europeo, l'opposizione agli OGM si farebbe più debole: se un buon terzo degli Europei è sempre contro, culturalmente, i 2/3 serebbero favorevoli, a certe condizioni, naturalmente di prezzo.
V.Lorelle
Le banane del Vietnam matureranno meno velocemente.
Il gruppo di Basilea Syngenta prepara per il mercato locale vietnamita delle varietà di banane modificate, in modo tale da rallentare la maturazione delle banane e facilitare così le esportazioni con prodotti che durino di più. La ditta inoltre starebbe per proporre tra poco del riso gonfiato con
vitamina A.
"Syngenta vuole introdurre dei semi OGM che non danneggino l'ambiente o la salute" ha detto H.Briggs il 17 ottobre direttore della filiale in Vietnam.
Singenta Vietnam non detiene meno del 21% del mercato locale dell'agrochimica. Secondo il quotidiano The Saigon Times Daily il governo vietnamita aveva progettato, nel 2000, di controllare per decreto la sicurezza degli OGM. Ma "il governo non ha mai fatto il decreto, per paura che questo andasse a incidere nella produzione agricola" ha detto il ministro vietnamita per l'agricoltura, secondo il Saigon Times. Esperti propongono che il Vietnam si doti di una regolamentazione, cosa che secondo il ministro potrebbe richiedere anni.
tratti da "Le Monde"
venerdì 22 novembre 2002
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