Cerca Contatti Archivio
 
Honduras resiste: incontro con un rappresentante del "Frente nacional contra el golpe de estado"

L'Honduras resiste. A Milano, tre giorni con una rappresentante del Fronte nazionale contro il colpo di Stato. Da *lunedì 12* a *mercoledì 14 ottobre* *2009* sarà presente in Italia *Betty Matamoros*, rappresentante del coordinamento generale del *"Frente Nacional contro el Golpe de Estado"*, che riunisce le organizzazioni della società civile e i cittadini honduregni che si battono contro la dittatura di Roberto Micheletti, insediatosi come presidente il 28 giugno 2009, dopo aver costretto all´esilio forzato quello democraticamente eletto Manuel Zelaya.

Conferenza stampa lunedì 12 ottobre, alle 12.00, presso la sede dell'associazione Mani Tese (**_www.manitese.it_* *), piazzale Gambara 7/9, Milano - M1 Gambara* *Intervengono: * * *Betty Matamoros, Frente Nacional contra el Golpe de Estado, Honduras;* * *Angelo Miotto, caporedattore dell´agenzia web e del mensile PeaceReporter* *Betty Matamoros* - invitata nel nostro Paese dal Comitato "Honduras resiste" - è in Europa da metà settembre. La sua visita è nell'ambito di un'iniziativa che ha portato lei ed altri rappresentanti dell'opposizione honduregna ad attraversare il nostro continente per raccontare il dramma vissuto dal popolo honduregno, che la violenza del golpe ha forzatamente riportato indietro di 30 anni, agli anni Ottanta delle guerre civili. Quella di *Betty Matamoros* è la *prima testimonianza diretta proveniente dal Paese centroamericano, e sarà l´occasione di fornire alla stampa notizie e testimonianze uniche*. Il /Fronte nazionale contro il colpo di Stato/, che coagula tutte le iniziative di resistenza a livello nazionale, si appella all'articolo 3 della Costituzione honduregna, che dice: *"Nessuno deve obbedienza a un governo usurpatore e nemmeno a chi assume funzioni o posti pubblici attraverso la forza delle armi o usando mezzi o procedimenti che rompono o disconoscono ciò che questa Costituzione e le leggi stabiliscono. Gli atti compiuti da tali autorità sono nulli. Il popolo ha il diritto di ricorrere all´insurrezione in difesa dell´ordine costituzionale"*.

Chi è Betty Matamoros* Betty Matamoros Flores, membro del coordinamento del "Frente Nacional contra el Golpe de Estado in Honduras" (http://contraelgolpedeestadohn.blogspot.com), è un´educatrice, con una notevole esperienza politica e di mediazione. Ha collaborato come facilitatrice per la "Escuela Para Padres Centroamericana", centro di aiuto per i genitori. Si è impegnata nella formazione politica delle donne, e ha maturato esperienze in El Salvador alla "Escuela Metodologica Nacional en Educacion Popular". È la rappresentante del Frente Nacional contra el Golpe de Estado nei rapporti con la Alianza Social Continental, rete sociale che coordina più di cento organizzazioni latinoamericane. /Promuove il /*/Comitato "Honduras resiste" /*/: Ass. Italia-Nicaragua , Collettivo Italia-Centro America , CS Cantiere , Selvas.org / Per info: resistehonduras@gmail.com http://resistehondurasita.blogspot.com/ 349-80.12.538 (Mauro) 349-86.86.815 (Luca)

Cronologia della crisi honduregna: 28 giugno: Zelaya cerca di realizzare una consultazione popolare per verificare se la popolazione sia d’accordo nel convocare un’Assemblea costituente per riformare la Costituzione. Circa 200 militari entrano nella sua casa attorno alle 5 di mattina, lo arrestano e lo espellono in Costa Rica. La Corte suprema di giustizia dichiara che la destituzione di Zelaya rispetta l’adempimento di un ordine giudiziario. Il Congresso Nazionale designa il nuovo presidente, Roberto Micheletti, governante de facto. I militari sequestrano il Presidente eletto e lo trasferiscono forzatamente all’estero. La comunità internazionale condanna in maniera unanime il colpo di stato. 29 giugno: Barak Obama dichiara che Zelaya “è il presidente dell’Honduras”. I paesi appartenenti all’Alba (Alternativa bolivariana delle Americhe) ritirano i propri ambasciatori presenti in Honduras. Ci sono numerosi feriti in scontri tra manifestanti e militari a Tegucigalpa. 30 giugno: l’Assemblea generale della Onu chiede il reinsediamento di Zelaya. 1º luglio: la OEA (Organizzazione degli Stati americani) concede 72 ore all’Honduras per reinsediare Zelaya come presidente. La Banca mondiale e la Banca interamericana di sviluppo congelano i prestiti all’Honduras. 2 luglio: tutti gli ambasciatori dell’Unione europea presenti in Honduras abbandonano il paese. 3 luglio: il presidente del Venezuela Chavez annuncia la sospensione dell’invio di petrolio all’Honduras. 4 luglio: l'Organizzazione degli Stati americani sospende l’Honduras. Il cardinale Oscar Rodriguez chiede a Zelaya di non tornare per evitare un “bagno di sangue”. 5 luglio: l’esercito blocca una pista dell’aeroporto di Tegucigalpa per impedire l’atterraggio di Zelaya, che viaggia a bordo di un aereo militare venezuelano; scontri tra sostenitori di Zelaya e forze di sicurezza causano un morto e vari feriti. 7 luglio: il presidente del Costa Rica, Oscar Arias, accetta l’incarico come mediatore per la crisi honduregna. 9 luglio: Arias si riunisce a San Josè con Zelaya e Micheletti, in incontri separati. 15 luglio: Zelaya chiama, dal Guatemala, gli honduregni alla “insurrezione”. 16 luglio: il governo de facto dell’Honduras denuncia Chavez davanti all'Onu. 18 luglio: delegati di Zelaya e Micheletti si riuniscono in Costa Rica in un secondo incontro di negoziati: Arias propone il reinserimento di Zelaya, amnistia ed elezioni anticipate per uscire dalla crisi. 19 luglio: la delegazione di Micheletti rifiuta le proposte di Arias, e quella di Zelaya dà per concluso il dialogo. 20 luglio: la UE congela 65.6 milioni di euro di aiuti all’Honduras. 21 luglio: il governo de facto concede 72 ai diplomatici venezuelani per abbandonare il paese; questi ultimi dichiarano di non accettare ordini dai golpisti. 23 luglio: Zelaya viaggia verso il nord del Nicaragua per entrare in Honduras. 24 luglio: Zelaya tocca il suolo honduregno per la prima volta dopo il colpo di stato. 25 luglio: viene ritrovato morto un honduregno con segni di tortura e di colpi. 22 agosto: una delegazione della Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh) conferma violazioni ai diritti umani commesse del governo de facto. 25 agosto: una delegazione dell'Organizzazione degli Stati americani composta da sette cancellieri americani organizza una missione in Honduras senza trovare l’appoggio del governo golpista ad un accordo per ristabilire l’ordine costituzionale. 31 agosto: la campagna per le elezioni del 29 novembre viene avviata con un appello del governo de facto e del tribunale elettorale per una “partecipazione di massa”. 3 settembre: gli Stati Uniti aumentano l’isolamento del regime de facto sospendendo 30 milioni di dollari di aiuti all’Honduras. 10 settembre: Washington revoca i visti a Micheletti e a decine di funzionari e imprenditori golpisti 16 settembre: Arias si riunisce a San Josè con quattro candidati honduregni per avvisarli che il mondo non riconoscerà i comizi organizzati dal regime de facto. 21 settembre: Zelaya rientra in Honduras in segreto e si rifugia nell’ambasciata del Brasile a Tegucigalpa. “Patria, restituzione o morte” dichiara il presidente costituzionale dell’Honduras, Manuel Zelaya, davanti a migliaia di manifestanti che sfidano il coprifuoco, alla fine di una giornata durante la quale Zelaya è riapparso pubblicamente a Tegucigalpa. 23 settembre: repressione del presidente de facto Micheletti contro i sostenitori di Zelaya: due manifestanti uccisi con colpi di arma da fuoco. Il governo de facto taglia alla sede diplomatica del Brasile, dove si trova Zelaya, acqua, luce e viveri. Coprifuoco totale, chiusura di aeroporti e frontiere. Lo stadio “Choci Soza” della capitale viene usato come campo di prigionia e tortura, mentre i mezzi di comunicazione anti-golpisti sono silenziati. Il Brasile chiede una riunione d’emergenza al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. 24 settembre: il presidente costituzionale Zelaya afferma di aver iniziato un dialogo con il regime de facto di Roberto Micheletti per cercare una via di uscita pacifica alla crisi politica honduregna, anche se riconosce di non aver raggiunto risultati a causa della inflessibilità dei golpisti. Il Fondo monetario internazionale ha annunciato la decisione di riconoscere Zelaya come rappresentante del governo costituzionale dell’Honduras, comportando così il congelamento al paese dei diritti speciali di emissione concessi ai paesi membri. Il governo del presidente Luiz Inacio Lula da Silva chiede l’appoggio del Consiglio di Sicurezza dell'Onu per esigere garanzie di inviolabilità dell’ambasciata del Brasile a Tegucigalpa al governo de facto dell’Honduras. Dichiara inoltre che Zelaya potrà rimanere all’interno dell’ambasciata “il tempo necessario” per raggiungere una soluzione al grave conflitto politico. 27 settembre: il governo golpista sospende con un decreto la Costituzione e 5 garanzie costituzionali, tra cui la libertà di espressione, di circolazione e di riunione. I militari chiudono Radio Globo e Canal 36 di Tegucigalpa. 29 settembre: viene respinta la delegazione dell'Organizzazione degli Stati americani che tenta di recarsi nel paese al fine di istaurare un processo di mediazione. Zelaya chiama la società civile alla mobilitazione. Almeno 3 i manifestanti uccisi. 7 ottobre: Micheletti revoca il decreto di emergenza con il quale erano state sospese le libertà civili e chiuse le emittenti a favore di Zelaya. Zelaya chiede di essere reinsediato prima del 15 ottobre affinchè si possano realizzare le elezioni del 29 novembre.
www.manitese.it

venerdì 9 ottobre 2009


 
News

Nuova protesta degli agricoltori a Bruxelles, 250 trattori intorno alle sedi Ue. Roghi davanti all’Eurocamera: polizia usa idranti e lacrimogeni.
Circa 250 trattori hanno bloccano le strade principali del quartiere delle istituzioni Ue a Bruxelles chiamati a manifestare da Fugea, dalla Federazione dei Giovani Agricoltori (FJA), dalla Federazione Vallone dell’Agricoltura ( Fwa), dalla Rete di sostegno all’agricoltura contadina (RéSAP) e dal Coordinamento europeo. >>



Gates e Zuckerberg puntano sull'agricoltura: "Cibo vero solo per ricchi"
Altro che carne sintetica e dieta vegetale. I grandi imprenditori dei Big Data sembrano andare proprio nella direzione opposta. Mentre, infatti, la sostenibilità planetaria spinge le economie a orientarsi verso la produzione di cibo sintetico, loro investono su terreni agricoli e sulla produzione di carne tradizionale di altissima qualità. E naturalmente altissimi costi e ricavi. >>



FPP2 GRATIS, ANNUNCIO DI BIDEN, COSA ASPETTA DRAGHI?
Il presidente USA Biden, raccogliendo la richiesta che da tempo avanza Bernie Sanders, ha annunciato che gli Stati Uniti forniranno mascherine ffp2 gratis ai cittadini. >>