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Scarpe A TUTTO GAS.

FARE AFFARI RAGIONANDO CON I PIEDI L'idea è di un imprenditore mantovano, pentito dalla calzatura griffata e passato alla produzione di modelli ecologici e senza marchio perché, dice, «non c'è nessuno stile da ostentare». Con una missione che sa di uovo di Colombo: fabbricare ciò che serve, secondo il metodo artigianale, a prezzo contenuto, senza dilatare il profitto, evitando i costi del marketing e della pubblicità Ragioniamo con i piedi è il marchio di fabbrica delle «scarpe ecologiche». Si cammina lontano dalla logica del profitto, con l'impronta leggera della consapevolezza: «Non c'è marchio, perché non c'è stile da ostentare. Le dobbiamo comperare solo se ci servono» avverte la scatola spartana, rigorosamente in cartone riciclato. Così gli scarpari artigianali si sono presi la soddisfazione di far marciare la delocalizzazione al contrario: dalla Romania la lavorazione torna in Italia, salvando anche una trentina di posti di lavoro.

Sono le scarpe con il Gas, un'invenzione che in realtà è solo l'aggiornamento della concia tradizionale. Fanno il paio con l'altra economia, mai «nera», tutt'altro che sommersa, ben piantata sul terreno dell'etica. Un'idea che calza a pennello: fabbricare ciò che serve, secondo il metodo artigianale, a prezzo contenuto, senza dilatare il profitto, evitando i costi del marketing e della pubblicità. Insomma, l'uovo di Colombo o la riscoperta dell'acqua calda. C'è chi fa i soldi con le scarpe che respirano, con i loghi alla moda, i modelli degli stilisti. Pierluigi Perinello, nel suo orto biologico di Valle San Giorgio, non si vanta di niente. Eppure da quest'angolo dei Colli immerso nei boschi ha stravinto la sfida con i giganti dai piedi griffati e dal portafoglio d'oro. Originario di Este nella Bassa padovana, un passato politico nei movimenti, poi una brillante carriera come agente di commercio nei calzaturifici. Dieci anni fa, era il migliore venditore di scarpe del Nord Italia. «Ho fatto guadagnare miliardi di lire alle imprese che rappresentavo, anche se non sono mai stato troppo bravo a convincere la gente. Tendevo piuttosto a offrire qualcosa in più, magari limando oltremodo la provvigione» ammicca. Nel 2008, ha cambiato approccio con il prototipo delle «vere» scarpe. Inutile cercare di venderlo nel circuito dei calzaturieri d'Italia: «Sei pazzo, costa troppo». Di qui la molla dell'orgoglio che ha fatto saltare ogni mediazione. Cruciale l'incontro con Fabio Travenzoli, che nel Mantovano fa scarpe da quattro generazioni. In società, è scattata l'avventura di Astorflex con i sandali e gli altri modelli che hanno fatto saltare la filiera altrui e rimesso al centro la qualità del prodotto.

Concia vegetale (40 giorni invece di una sola settimana), solo gomma naturale e sottopiedi in lattice e sughero. Tomaie nelle mani di maestri artigiani. Una scatola di cartone per la rete del commercio solidale. Nessun aiuto di stato, niente supporti delle banche né sostegno dagli enti pubblici. «All'inizio la delocalizzazione selvaggia funzionava perché le griffe riuscivano a schiavizzare i lavoratori imponendo prezzi disumani. Hanno cominciato con le fabbriche in Romania e Bulgaria, poi si sono trasferiti nella più economica Ucraina. Adesso tutti sognano i costi di produzione cinesi. Il risultato? Una filiera perennemente itinerante» riassume Perinello. «Un giorno mi sono stufato. Ho detto ai rappresentanti dei grandi marchi che se c'era qualcuno fuori prezzo quelli erano loro che vendono scarpe a 100 euro». Lui ha studiato scienze dei materiali all'Università di Padova. Conosce i segreti delle lavorazioni del pellame, ogni piega nelle fasi della concia, è un esperto di suole e tomaie. Soprattutto radiografa alla perfezione il rapporto qualità-prezzo dei modelli in commercio. E adesso, insieme a Tranvenzoli, si misura anche con il mercato globale. A Mantova hanno salvato la fabbrica proprio grazie alle nuove scarpe che hanno sfondato perfino nel distretto di Marca: centinaia di paia ai gasisti trevigiani che hanno rinunciato a comprare quelle dei marchi di casa. Sono stati ripescati due anziani artigiani che adesso insegnano a lavorare in manovia, svelando l'inganno di prodotti di lusso che valgono meno di un decimo del loro prezzo in vetrina. Un anno fa si comincia con la «polacchina» (copia delle famose scarpe anglosassoni): materiali di assoluta qualità e risultato è stupefacente. «La differenza tra la scarpa più ricca e quella povera è di appena 12 euro». Lo dimostrerà il servizio di Report che ha scoperto Perinello solo perché aveva telefonato in redazione per avere informazioni sui Gas. Milena Gabanelli ha spedito un inviato a Valle San Giorgio: il servizio andrà in onda con un «confronto cieco» fra due paia. L'esperto chiamato a giudicare indica le polacchine Astorflex come nettamente migliori delle «originali di marca». Ormai sono cambiati i rapporti di forza: «Sono i gruppi d'acquisto solidale che scelgono il modello da produrre in base alle richieste dei clienti. Adesso bisogna solo mettere a punto l'organizzazione: chiedono i sandali al primo caldo, ma la produzione si prepara con mesi di anticipo». Per le scarpe naturali nessuna sfilata o passaggio pubblicitario sulle riviste di settore. Bastano Antonella, radiologa all'ospedale di Este, e sua figlia Eleonora, studentessa di Lettere a Bologna. Sono le «indossatrici» ufficiali delle Astorflex. «I miei coetanei conoscono e apprezzano la filosofia del progetto - racconta Eleonora - Poi però fanno notare che i modelli sono troppo pochi». Il mago delle scarpe tiene i piedi per terra: «Il paradosso è che molti operai che lavorano alla Astorflex con lo stipendio sognano di comprarsi le scarpe di Armani. Sono convinto che un maggiore coinvolgimento nel progetto cambierà anche questa mentalità. Del resto, anche qui a Nord Est qualcosa cambia. Nel mondo cattolico ci sono orecchie predisposte all'ascolto. Paradossalmente, abbiamo più difficoltà a convincere il popolo di sinistra. Il miracolo del modello economico nel Veneto, quando non si riduce in sfruttamento, si traduce in auto-sfruttamento: i nostri artigiani sono bestie da soma». Perinello insiste sulla diversità, anche dei Gas: «Agili, snelli, a dimensione umana. Altrimenti salta il rapporto di relazioni sociali, fondamentale quanto quello economico».

È l'altra economia vera, capace di ripescare il meglio che non combacia con il sigillo del made in Italy. Lungo la penisola si intersecano le storie professionali: da Baone a Castel d'Ario. Fino a San Miniato, dove c'è la conceria Itaca: «Tre anni fa, riflettevamo sull'opportunità di continuare a produrre pellame. L'industria lo pretendeva esente da ogni difetto visibile. Significava snaturare l'essenza del prodotto e stuccare il fiore delle pelli con prodotti chimici e vernici. Allora abbiamo ripreso le antiche ricette conciarie che usavano i nostri nonni e la nostra filosofia è completamente cambiata. Conciamo solo con estratti vegetali ottenuti dal legno di castagno e mimosa». Così si ragiona davvero con i piedi, quelli di chi alla fine calza le scarpe. E di strada ne sta facendo questa nicchia ecologista. Dal produttore al consumatore. Con margini di guadagno onesti per tutti. Sull'orma di chi acquista sulla fiducia. Nel prezzo finale, sono compresi i 50 cent destinati al sostegno di Medici Senza Frontiere. Insomma, basta fare un passo indietro: «Tutti dicevano che ero matto. Eppure, conosco bene le regole di un mercato che ragiona ancora in lire e piedi. Ecco, adesso il progetto cammina da solo. Forse, basta distruggere il prezzo virtuale del monopolio. E dimostrare come la qualità delle scarpe non ha marca, ma solo un valore. Sogno una scatola con gli ingredienti, come per il cibo con il massimo della tracciabilità». Perinello, in fin dei conti, fa un passo alla volta e sa bene cosa mangia. Tutto il resto lo schifa. A tutto Gas. (di Sebastiano Canetta, Ernesto Milanesi) - 05/08/2009 ----------------------------------------------------- I MODELLI Sandali e infradito a prezzi (eco)sostenibili Astorflex è il marchio di ogni paio di scarpe prodotte all'insegna dell'economia equa e solidale. La fabbrica, attiva fin dal lontano 1879, ne ha prodotte circa 12 mila in otto mesi: ha sede in via dell'industria, nella zona artigianale di Castel d'Ario (Mantova). La mente creativa di tutta questa operazione è però Pierluigi Perinello, un cinquantaduenne che abita nel cuore dei Colli Euganei. Alle spalle trent'anni di esperienza nel settore calzaturiero (che lungo la Riviera del Brenta aveva costruito fin dagli anni Settanta la fortuna di tanti imprenditori di campagna), adesso è diventato l'agente di commercio più rivoluzionario dell'economia in crisi. «Il calzaturificio opera da diverse generazioni in tale settore - si legge sul sito dell'azienda mantovana - con un forte spirito di tradizione, nel pieno rispetto della cultura Made in Italy. L'azienda negli ultimi anni si è rivolta anche al mercato internazionale con crescente riscontro. Il design sempre nuovo delle calzature Astorflex è il frutto di un continuo studio di modelleria, di un'accurata scelta dei materiali e soprattutto della lavorazione artigianale che conferiscono alla scarpa notevole robustezza e flessibilità». Quattro i modelli base, prezzi che vanno dai 28 euro per i sandali essenziali «Quercia» e le infradito «Acero», ai circa 40 euro per le polacchine invernali «Ecoflex» e il modello «Ecosole». Una rete di vendita modellata a tutto Gas: è il modello economico del commercio bio e consapevole dell'associazione padovana Altragricoltura Nordest a moltiplicare, stagione dopo stagione, i clienti spesso formato famiglia. Per contatti, ecco tutti riferimenti: www.astorflex.it, l'indirizzo della vetrina virtuale degli artigiani della calzatura sostenibile; astorflex@astorflex.191.it la mail per ordini e altre informazioni.
Il Manifesto

domenica 9 agosto 2009


 
News

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Altro che carne sintetica e dieta vegetale. I grandi imprenditori dei Big Data sembrano andare proprio nella direzione opposta. Mentre, infatti, la sostenibilità planetaria spinge le economie a orientarsi verso la produzione di cibo sintetico, loro investono su terreni agricoli e sulla produzione di carne tradizionale di altissima qualità. E naturalmente altissimi costi e ricavi. >>



FPP2 GRATIS, ANNUNCIO DI BIDEN, COSA ASPETTA DRAGHI?
Il presidente USA Biden, raccogliendo la richiesta che da tempo avanza Bernie Sanders, ha annunciato che gli Stati Uniti forniranno mascherine ffp2 gratis ai cittadini. >>