PTRC (Veneto) sepolto dalle osservazioni dei comitati per la tutela del territorio.
14.475 firme (centinaia sono ancora in arrivo), 105 osservazioni, coinvolti 118 comitati e gruppi locali. La più vasta mobilitazione territoriale degli ultimi anni è sfociata oggi a Venezia, dove l'ufficio protocollo della Regione è stato letteralmente sommerso da pacchi di osservazioni, sottoscritte da migliaia di cittadini, al Piano territoriale regionale di coordinamento (Ptrc), ribattezzato dai comitati «Piano territoriale di cementificazione».
Il Ptrc, licenziato dalla giunta regionale nelle scorse settimane, troverà da oggi seri ostacoli al suo cammino. Sono infatti 105 le osservazioni puntuali redatte da esperti, urbanisti, associazioni ambientaliste e comitati territoriali, e sostenute da oltre 15 mila firme, che dovranno essere vagliate nei prossimi mesi dagli uffici regionali e dal consiglio regionale.
Una mobilitazione che ha coinvolto l'intero territorio veneto – banchetti, assemblee, feste e convegni si sono tenete in queste settimane in tutte le province del Veneto – e che ha preso di mira il nuovo Ptrc, «un piano che dice di voler tutelare l’ambiente e il paesaggio - ha affermato l'urbanista Edoardo Salzano, tra gli animatori della mobilitazione - migliorare la vivibilità, ma nella sostanza attribuisce a se stesso il potere di eseguire i grandi interventi di trasformazione edilizia e urbanistica del territorio e lascia mano libera ai piccoli, medi e grandi poteri immobiliari di trasformare a loro piacimento il resto del territorio».
Dalle nuove cittadelle come «Moto City» nel veronese o «Veneto city» nel veneziano, alla camionabile che attraverserà la riviera del Brenta al prolungamento dell'A27 che irromperà nel paesaggio dolomitico, sono innumerevoli gli scempi che si stanno per abbattere su un territorio già martoriato.
La mobilitazione proseguirà nei prossimi mesi, è previsto un appuntamento per metà ottobre a Mestre, sia per tenere alta l'attenzione sul percorso legislativo del Ptrc, sia per studiare, condividere e proporre alternative ragionevoli per un Veneto più giusto e vivibile.
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Carta Estnord
sabato 4 luglio 2009
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