La International Alliance of Inhabitants allerta sulla crisi umanitaria dei popoli dell'Amazzonia del Perú.
Venerdì 5 giugno 2009, un contingente della polizia militare pesantemente armato e accompagnato da personale specializzato delle Forze Armate, ha aperto il fuoco contro un migliaio di indigeni che protestavano a Bagua, nel nord-est del Perù, chiedendo l'abrogazione di una serie di leggi promosse dal governo per privarli delle loro terre a beneficio delle multinazionali che cercano di appropriarsi dell'Amazzonia.
Almeno 25 manifestanti, 2 giornalisti che stavano seguendo gli avvenimenti e 11 poliziotti sono morti. Al momento oltre mille indigeni stanno occupando gli impianti di Petroperù nella stessa zona, circondata da un cordone di poliziotti. Minacciano di far saltare lo stabilimento se le forze dell'ordine cercassero di entrare a forza.
Inoltre 23 poliziotti sono stati presi in ostaggio dalla
popolazione infuriata e portati in montagna. Nel mezzo della confusione locali pubblici sono stati
incendiati ed è stato instaurato il coprifuoco. Approfittando dell'oscurità della notte i corpi dei
manifestanti morti sono stati lanciati nel fiume dagli elicotteri, da cui hanno sparato per tutto il giorno.
Facciamo appello alle organizzazioni per i diritti umani a livello internazionale, ai movimenti
sociali e alle reti altermondiste, ai mezzi di comunicazione, ai governi locali e progressisti, di
esigere dal governo del Perù il rispetto dei diritti della popolazione, e allo stesso tempo di attribuire
alle autorità centrali la responsabilità dei fatti luttuosi accaduti venerdì 5 giugno e di quelli che
potrebbero accadere i giorni successivi.
a) Perché l'attacco nei confronti della popolazione inerme, oltre ad essere turpe e a costituire un
crimine di per sé, ha infervorato ancor più gli animi della popolazione e ha fatto sì che la situazione
andasse completamente fuori controllo.
b) Perché questa situazione era prevedibile: i popoli dell'Amazzonia sono in lotta da 4 mesi e hanno
cercato con tutti i mezzi di dialogare con le autorità ricevendo in risposta un trattamento razzista e
discriminatorio, prepotente e offensivo.
c) Perché, sordo alla ragione e alla sensatezza, il governo insiste ottusamente nel non abrogare
leggi anti-costituzionali e promosse solo per favorire grandi interessi economici, come hanno
dimostrato la “Defensoría del Pueblo” e altri importanti organismi pubblici e privati.
Esigiamo la fine immediata della violenza dello stato contro i popoli indigeni della nostra Amazzonia e il rispetto dei loro diritti
Con decine di morti e feriti, la maggior parte appartenenti al popolo indigeno Awajun, oggi si è proceduto allo sgombero delle posizioni occupate a Bagua, nella zona di Corral Quemado e Curva del Diablo. Questo massacro annovera fra le sue vittime anche il presidente del Comitato di Lotta Provinciale di Condorcanqui, il signor Santiago Manuin Valera, morto a seguito di un intervento da parte della polizia che è stato effettuato- come denunciato dalla stessa popolazione e dalle autorità di Bagua- con proiettili da guerra.
Le popolazioni indigene della nostra Amazzonia si sono mobilitate per difendere i loro territori ancestrali, nella foresta alta e bassa della nostra Amazzonia, dove vi è una straordinaria biodiversità, tipica dell'ecosistema del versante orientale della foresta, dove vivono e che hanno preservato durante secoli.
Chiediamo il ritiro immediato delle forze repressive dalla zona del conflitto, la rottura dell'assedio
dell'esercito contro la popolazione indigena, la restituzione dei cadaveri dei civili ai loro familiari,
la cessazione della persecuzione politica verso i leader del movimento amazzonico, in particolare di
Alberto Pizango, leader di AIDESEP, le immediate dimissioni del Primo Ministro, del Ministro
dell'Interno e del Ministro della Difesa; l'apertura di un'indagine indipendente che permetta di
ricostruire l'accaduto; la riapertura del dialogo e l'abrogazione immediata delle leggi che attentano
la proprietà e i diritti dei popoli dell'Amazzonia peruviana.
Facciamo appello alle persone di buona volontà, alle organizzazioni sociali, alle istituzioni della
società civile, ai governi locali e regionali democratici ad unire le forze e a realizzare una campagna
internazionale di solidarietà contro il genocidio del popolo dell'Amazzonia peruviana. A tale fine
IAI appoggia la creazione di un comitato internazionale di solidarietà che rimarrà in contatto diretto e permanente con le popolazioni colpite.
Cesare Ottolini, Coordinatore globale IAI - Pedro Franco, Coordinatore IAI per l'America Latina.
6 giugno 2009
Contatto: Paul Maquet Makedonski – paulmakedonski@yahoo.fr
International Alliance of Inhabitants
domenica 7 giugno 2009
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