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CIVILTÀ CONTADINA LANCIA OGGI UFFICIALMENTE LA Campagna popolare per una legge che RICONOSCA L'AGRICOLTURA CONTADINA E LIBERI IL LAVORO DEI CONTADINI DALLA BUROCRAZIA.

Il 17 gennaio 2009 è partita ufficialmente una nuova campagna con raccolta di firme organizzata da Civiltà Contadina assieme ad altre quattro associazioni (Consorzio della Quarantina, CIR, Antica Terra Gentile, Rete Bioregionale Italiana) per rendere possibile la rinascita della figura del contadino e della contadina. La decisione di promuovere questa campagna è stata presa a metà estate 2008 e ora diventa operativa e coinvolge tutti i soci. Vi chiediamo di partecipare firmando e facendo firmare la petizione contenente la proposta di legge che rappresenta il primo passo di questa campagna popolare. Trovate tutto sul sito www.agricolturacontadina.org mentre il testo integrale della petizione è in appendice a questa email.

Contadini: un'altra specie in estinzione Da quando la figura di chi lavora la terra è stata istituzionalizzata e resa, da anni di leggi, definitivamente e regolamente "imprenditore agricolo", le piccole e piccolissime fattorie rurali hanno gradualmente ceduto il passo: chi chiudendo, chi vendendo, chi evolvendosi in azienda più grande per sopravvivere. Altre cose sono cambiate e hanno preso forma e nomi nuovi. La terra fertile non esiste più, ora è chiamata, in burocratese, SAU (superficie agricola utile). Assieme al trattore e ai suoi attrezzi l'agricoltore non può fare a meno di avere al suo libro paga un commercialista, un esperto di finanziamenti statali, un geologo e altri professionisti vari che avallano le sue pratiche firmandole, perché la burocrazia è diventata parte della sua attività lavorativa quotidiana. Il suo mercato non è più la piazza di paese o di rione ma è la "filiera", corta o lunga che sia, ma di rado l'agricoltore vede il viso di chi mangerà i suoi prodotti. Le sue sementi, di "altra" qualità ibrida, non sa nemmeno che genetica contengano e non le può possedere o riseminare ma le deve ricomprare ogni anno. E se usa antiparassitari e concimi chimici dovrà possedere una profonda conoscenza di studi farmaceutici per distrigarsi nella lettura delle schede tecniche e comprendere tutti gli effetti collaterali che hanno quei prodotti sulla sua salute. Pochi sanno ad esempio che molti di questi portano all'infertilità. Ogni fase del suo lavoro è regolata da articoli di legge che una commissione agricoltura che si riunisce a Bruxelles, fatta di persone che non sanno "cos'è un campo di grano", gli hanno scritto. Tutto ciò ha prodotto una nuova generazione di lavoratori della terra, profondamente diversa da quella del passato, che non può fare a meno di ampie superfici coltivate con una sola specie (monocoltura) e che cerca di vivere producendo molto ma a basso costo, anche perché i loro clienti, spesso grandi gruppi commerciali, di più non offrono e il prezzo lo fanno loro. Tutto ciò ha chiuso le porte alla contadinanza di piccola scala, quella che ha a disposizione piccoli appezzamenti e ha solo "mercato di piccola scala" per i suoi prodotti. L'agricoltura contadina e i contadini hanno semplicemente cessato di esistere, sostituiti dagli imprenditori agricoli che vivono anche grazie ai finanziamenti della comunità europea. Noi di Civiltà Contadina vorremmo far rinascere sia i contadini sia un modello nuovo di agricoltura contadina, non per nostalgia, non per "tornare alle origini", non perché crediamo che "gli asini volano". Siamo invece sicuri che si può fare di meglio sui campi di ciò che si fa ora e se abbiamo deciso di lanciare questa campagna popolare è perché crediamo che, come noi, la pensino in tanti. Infatti l'agricoltura industriale attuale ha dato fin troppo prova di essere un insuccesso quasi totale. Pensiamo solo alla carenza di cibo nel mondo dovuta in gran parte alla importazione di derrate alimentari dai paesi più poveri a quelli più ricchi che sono incapaci di essere autosufficienti sul piano della produzione agricola interna, Italia compresa. Pensiamo alle continue scoperte di cibi posti in vendita già avvelenati o adulterati (carni alla diossina, cereali ammuffiti, influenza dei polli, latte alla melanina solo per citare quelli successi e i più noti dell'ultimo anno) che sono il risultato dell'agricoltura industriale. Pensiamo alla differenza impressionante che esiste fra il prezzo pagato al produttore agricolo e quello che costa al cliente finale per via di un mercato intermediario pervertito. Pensiamo all'uso di sementi geneticamente modificate e ai tanti prodotti agricoli tossici immessi nell'ambiente di vita umano solo per avere produzioni a norma dei regolamenti di mercato internazionali. Pensiamo infine alla perdita di sapore dei prodotti da supermercato o e alla perdita di poesia dei campi di pianura ormai ridotti a tavole piatte a perdita d'occhio. La Campagna per l'agricoltura contadina guarda al futuro, a far rinascere una nuova generazione di persone che lavoreranno la terra dove abitano e vivono. Guarda a persone che si vogliono riappropriare del nome di contadino. E per ridare contadini alla terra siamo partiti da poche e semplici proposte che con il tempo e le energie di tutti diventeranno realtà. Anni fa alcuni di noi che ora organizzano questa campagna hanno profuso energie per sostenere leggi a protezione e diffusione della biodiversità delle sementi. Oggi tutte le leggi auspicate sono state tutte promulgate assicurando così piena legalità alle sementi della biodiversità rurale. Per questo motivo crediamo che avremo da aspettarci un'altra vittoria con questa Campagna Popolare, quella di rivedere le facce dei contadini ripopolare le campagne e renderle produttive. Nella petizione abbiamo voluto riassumere alcuni di quelli che riteniamo essere i principi basilari della contadinanza. Ma non vogliamo, non possiamo fermarci qui, e con il dialogo e la discussione sul sito che abbiamo creato, www.agricolturacontadina.org, arriveremo a completare il quadro delle proposte per rendere perfetta l'identità contadina. Sul sito è possibile firmare la petizione on line come pure scaricare un modulo per far firmare.

In che modo partecipare alla campagna popolare: · innanzitutto firmando e facendo firmare la petizione web a questa pagina del sito www.agricolturacontadina.org. Civiltà Contadina è contitolare e promotrice di questa campagna, che se pur non ci distrarrà dagli obiettivi primari che sono la conservazione della biodiversità, l'ha lanciata e ne è protagonista; · puoi diventare un punto di raccolta di firme stampando questo modulo scaricabile dal sito e facendolo firmare ad altri; se puoi organizza un punto fisso di raccolta, sempre che abbia a disposizione un luogo aperto al pubblico; segnalacelo e noi indicheremo indirizzo e gli orari di apertura nella sezione Punti di Raccolta del sito; · discuti o fai quesiti sulla campagna popolare; ogni punto della petizione è stato riportato suddiviso nelle pagine del sito e i commenti sono aperti; dalla discussione possono emergere i punti di vista che aggiungono maggiore valore alla proposta; · lascia in "Di la tua" la tua proposta per il futuro della campagna: in questa campagna la petizione non è un punto di arrivo ma di partenza e noi che la stiamo promuovendo sappiamo molto bene che i punti della petizione non sono sufficienti ma da qualche parte occorre cominciare; lancia la tua proposta per rilanciare la contadinanza, tutte le idee valide saranno vagliate con attenzione; · linkaci al tuo sito: se hai un tuo sito web esponi un link per farci arrivare visitatori; · se fai parte di una associazione proponile di entrare fra i promotori di questa campagna per portare insieme a noi questa petizione a diventare legge; per aderire come associazione contattarci via e-mail. Non solo il suo logo e nome sarà riportato nel sito ma avrà la completa contitolarità della azione. Alberto Olivucci Presidente di Civiltà Contadina

Testo della petizione campagna popolare per una legge che RICONOSCA L’AGRICOLTURA CONTADINA E LIBERI IL LAVORO DEI CONTADINI DALLA BUROCRAZIA ESISTE un numero imprecisato di persone che praticano un’agricoltura di piccola scala, dimensionata sul lavoro contadino e sull’economia familiare, orientata all’autoconsumo e alla vendita diretta; un’agricoltura di basso o nessun impatto ambientale, fondata su una scelta di vita legata a valori di benessere o ecologia o giustizia o solidarietà più che a fini di arricchimento e profitto; un’agricoltura quasi invisibile per i grandi numeri dell’economia, ma irrinunciabile per mantenere fertile e curata la terra (soprattutto in montagna e nelle zone economicamente marginali), per mantenere ricca la diversità di paesaggi, piante e animali, per mantenere vivi i saperi, le tecniche e i prodotti locali, per mantenere popolate le campagne e la montagna. Per quest’agricoltura che rischia di scomparire sotto il peso delle documentazioni imposte per lavorare e di regole tributarie, sanitarie e igieniche gravose, per ottenere un riconoscimento che la distingua dall’agricoltura imprenditoriale e industriale, per ottenere la rimozione degli ostacoli burocratici e dei pesi fiscali che ostacolano il lavoro dei contadini e la loro permanenza sulla terra, CHIEDIAMO CHE punto 1 Chi coltiva un appezzamento di terra, qualunque sia la sua dimensione, per l’autoconsumo familiare e per la vendita diretta e senza intermediari, possa liberamente: a. trasformare e confezionare i propri prodotti nell’abitazione o nei suoi annessi, attraverso le attrezzature e gli utensili usati nella consueta gestione domestica; b. vendere i propri prodotti agricoli (comprese le sementi autoriprodotte), alimentari e di artigianato manuale ai consumatori finali, senza che ciò sia considerato atto di commercio. punto 2 I contadini che, come occupazione prevalente, praticano la coltivazione del fondo e del bosco o l’allevamento o la raccolta di erbe e frutti spontanei, esclusivamente per l’autoconsumo familiare e per la vendita diretta ai consumatori finali e agli esercenti locali di vendita al dettaglio e ristorazione, e che non siano anche lavoratori dipendenti o liberi professionisti né abbiano dipendenti, salvo eventuali avventizi impiegati in attività di raccolta SIANO ESONERATI DA a. il regime Iva, la tenuta di registri contabili, l’obbligo di iscrizione alla camera di commercio; ogni imposta o tassa relativa all’occupazione prevalente, alla propria abitazione e al fondo, comprese quelle di registrazione e proprietà relativa all’acquisto di terreni confinanti con i propri e confinanti tra loro; b. l’applicazione del sistema HACCP e, più in generale, le norme vigenti in materia di igiene e sicurezza degli alimenti; c. i vincoli progettuali e urbanistici per: - la costruzione di stalle, serre e altri annessi sui propri terreni e per l’esclusiva occupazione prevalente, purché realizzati con una dimensione massima di 30 mq e a un piano fuori terra, secondo tipologie bene inserite nel contesto ambientale, con strutture solo rimovibili e senza possibilità di cambio della destinazione d’uso; - la ricostruzione di manufatti preesistenti in terra, in legno o in pietra a secco; ABBIANO DIRITTO DI d. macellare direttamente nel proprio fondo il bestiame nato e allevato nel podere, limitatamente a un numero di capi proporzionati ai membri della famiglia e ai propri ospiti, e seppellirne i resti secondo le consuetudini locali, fatti salvi gravi motivi sanitari o la non idoneità dei terreni; e. esercitare nella propria abitazione e sul proprio fondo attività di ospitalità rurale, fino a un massimo di dieci coperti e posti letto, senza necessità di autorizzazioni e senza essere soggetti a regole fiscali e sanitarie; f. pagare i minimi contributi assistenziali e previdenziali; g. ricevere, attraverso le regioni, servizi gratuiti a domicilio di: - assistenza veterinaria e agronomica; - assistenza burocratica e ricezione per qualunque domanda, dichiarazione, denuncia o modulistica di altro genere a qualunque titolo richiesta dall’amministrazione pubblica o comunque dovuta per legge. punto 3 I contadini definiti nel punto 2 siano registrati in uno specifico albo del comune di residenza e possano attestarsi con autocertificazione, vera fino a prova di falso. punto 4 Il lavoro prestato ai contadini definiti nel punto 2, nel loro fondo, gratuitamente o come apprendistato o come scambio di opere, sia assimilato al volontariato e – salvo l’uso di scale o di macchine e attrezzature elettriche o a motore - non sia assoggettato a obblighi contributivi e previdenziali. punto 5 Siano abolite le limitazioni sui contratti agrari in natura, purché favorevoli ai conduttori per una misura non inferiore al 70% del raccolto.
CIVILTÀ CONTADINA

giovedì 26 marzo 2009


 
News

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