Il Fronte Sem Terra. Marce, mobilitazioni, occupazioni delle terre, azioni di pressione contro Lula per chiedere la riforma agraria.
Marce, mobilitazioni, occupazioni delle terre, violenti attacchi della
polizia, minacce di morte a sindacalisti e uccisioni di contadini: si
racchiude in questa vorticosa sequenza di avvenimenti l' "Aprile rosso"
ampiamente preannunciato nei mesi scorsi dai Sem terra e dalle
organizzazioni popolari per chiedere ancora una volta quella riforma agraria
che il Planalto non sembra intenzionato a concedere.
Aprile rosso. Stavolta l'Aprile rosso si è svolto con modalità diverse
rispetto alle mobilitazioni e alle rivendicazioni dei movimenti avvenute in
questi ultimi anni. Le novità principali sono tre: la prima riguarda il
bilancio di questo mese di lotte che il Movimento sem terra (Mst) farà in
occasione del suo V° Congresso nazionale che si terrà in giugno; la seconda
si riferisce alla nascita del Fronte parlamentare della terra nato su
iniziativa di alcuni deputati e senatori; la terza prospetta una sorta di
alleanza tra tutti i movimenti popolari cui parteciperanno anche i partiti
sorti a sinistra di Inácio Lula in occasione delle recenti elezioni
presidenziali.
A fare un bilancio, per la verità piuttosto impietoso, su come proceda
l'assegnazione delle terre da parte del governo alle famiglie del Mst ci
pensa Dom Tomás Balduino, vescovo emerito di Goias che ha passato una vita a
lottare con i contadini brasiliani lavorando come consigliere della
Commissione pastorale della terra. In un articolo pubblicato dal quotidiano
italiano "il manifesto" il 17 aprile scorso, Balduino definisce il Brasile
come "il paese dell'antiriforma agraria" sottolineando come nel corso del
2006 siano state insediate non più di 40 mila famiglie e che nel 2007 non è
possibile aspettarsi alcun progresso significativo: "L'articolo 184 della
Costituzione - scrive - prevede l'esproprio per interesse sociale, ai fini
della riforma agraria, degli immobili rurali che non rispondano alla loro
funzione sociale, mentre sfortunatamente assistiamo invece all'abbandono
della terra da parte del potere esecutivo alla voracità delle
privatizzazioni nazionali e estere".
Proprio per evitare questa deriva, oltre che per commemorare l'undicesimo
anniversario della strage di Eldorado dos Carajas (per il cui massacro,
seguente all'attacco immotivato della polizia a un corteo pacifico dei Senza
terra occorso il 17 aprile 1996, non sta pagando ancora nessuno) il Mst ha
lanciato l'Aprile rosso aprendo stavolta la sua protesta al coordinamento
dei movimenti sociali di tutto il paese e raccogliendo anche l'appoggio del
governatore di Bahia e di qualche prefetto. La sfida del Mst in vista
dell'imminente congresso è rivolta al tentativo di costruire l'unità tra le
organizzazioni sociali del paese, peraltro già messa in pratica
nell'interessante esperimento denominato "Carta de Belém aos povos da
Amazonia", redatto da Via campesina, piccoli agricoltori, contadini senza
terra e associazioni ecologiste.
All'insegna dell'unità. Questo documento, stilato il 20 aprile durante un
seminario intitolato "Contra o imperialismo e pela soberania popular na
Amazonia", denuncia i problemi derivanti dall'agronegozio, dalla
monocultura, dalla privatizzazione di fiumi e laghi che danneggiano
gravemente la biodiversità, l'agricoltura e la vita dei popoli originari
della regione, e ben si concilia con lo slogan che aprirà il V° Congresso:
"Riforma agraria, per la giustizia sociale e la sovranità popolare". La
riforma agraria, secono il Mst, costituisce la bandiera storica e permanente
del movimento. "Giustizia sociale perché vogliamo attraverso la riforma
agraria contribuire a un nuovo progetto sociale di sviluppo che elimini le
disuguaglianze economiche, sociali e politiche esistenti. Sovranità popolare
perché, in questa tappa dell'imperialismo, il nostro paese è attaccato come
non mai dagli interessi del capitale internazionale. La sovranità nazionale
non può essere difesa che dal popolo che prenda nelle sue mani il proprio
destino e difenda il nostro territorio, le nostre ricchezze, la nostra
agricoltura, la nostra biodiversità, la nostra acqua, la nostra cultura, la
nostra lingua e i nostri alimenti".
Sebbene i Sem terra abbiano più volte chiarito che il Congresso sarà
all'insegna dell'unità tra tutti i movimenti per potenziare le lotte
sociali, come spiegato anche dal "Jornal Sem Terra", e non specificamente
contro il governo Lula quanto invece contro l'agrobusiness, l'ex deputato
José Dirceu (pesantemente coinvolto nel sistema di tangenti per comprare i
voti dei partiti alleati al Pt, aveva rischiato di mandare all'aria la
rielezione di Lula per l'enorme scandalo suscitato) ha definito la scelta di
formare un coordinamento di movimenti sociali aperto anche ai partiti Pstu
(Partido socialista dos trabalhadores unificado) e Psol (Partido socialismo
e liberdade) come "un fatto molto preoccupante" al solo scopo di creare
scissioni e divisioni all'interno della Coordenação dos movimentos sociais
in via di formazione.In realtà l'apertura al Pstu e al Psol non è stata
decisa perché si pongono alla sinistra di Lula, ma per aprire nuovi spazi di
lotta politica e lo stesso Aprile rosso, chiarisce la rivista brasiliana
"Carta Maior", proviene dalla volontà della sinistra brasiliana di "pensare
a nuove forme organizzative insieme ai senza tetto, agli indigeni, ai
movimenti che si battono contro le dighe e a tutti coloro che vogliano
creare un processo di trasformazione verso nuove prospettive". In definitiva
si tratta di un'unione che nascerà non tanto per mettere in crisi il governo
Lula in quanto tale, ma per contrastare la progressiva perdita dei diritti
di contadini e lavoratori rispetto al grande capitale.
Fronte della terra. In questo senso la spinta e la pressione dell'Aprile
rosso ha già ottenuto un primo risultato, cioè la creazione di un Fronte
parlamentare della terra nel pieno della mobilitazione contadina. Costituito
da 175 deputati e 12 senatori, il Fronte ha tre progetti prioritari, ben
messi in rilievo dal Comitato italiano di appoggio ai Sem terra: la proposta
di modifica costituzionale 438 del 2001 che permette l'espropriazione di
aree con comprovata esistenza di lavoro schiavo; l'attualizzazione degli
indici di produttività; la ripresa delle proposte della relazione del
deputato João Alfredo (Psol), presentate alla Commissione pastorale
missionaria indigena della terra.
Il Fronte parlamentare intende spingere il congresso sempre più nelle mani
dei gruppi ruralisti e che considera le occupazioni alla stregua di atti
terroristici ad affrontare le tematiche relative allo sviluppo sostenibile,
all'agricoltura contadina e soprattutto alla revisione di quegli indici di
produttività (si tratta di parametri utilizzati dall'Incra - Istituto
nazionale per la riforma agraria - volti a stabilire se una terra è
coltivata o meno e se può essere affidata ai Sem terra oppure no) che il
presidente Lula ha da tempo promesso senza poi riuscire ad attuarla per via
delle forti pressioni dei fazendeiros.
La prima uscita pubblica del Fronte parlamentare è stata il 3 maggio scorso
quando si è costituito l'Alesp (Frente parlamentar pela reforma agraria na
asembléia legislativa de São Paulo) ad opera di 19 deputati appartenenti in
maggioranza al Pt e al Psol. Nato grazie all'impegno di Raul Marcelo (Psol)
e Simão Pedro (Pt), l'Alesp intende incentivare e rafforzare l'agricoltura
familiare a scapito dell'agronegozio e della monocoltura della canna da
zucchero per evitare che il progressivo indebolimento dei piccoli
agricoltori li costringa ad abbandonare le campagne finendo così per
aumentare l'enorme numero di disoccupati già presenti nelle grandi metropoli
urbane.
Se il coinvolgimento di un certo numero di parlamentari per la riforma
agraria fa ben sperare, altrettanto positive sono le notizie rivelate dal
sito Global Project (http://www.globalproject.info/), che ci parlano
dell'impegno del governatore petista di Bahia Jaques Wagner per
"l'accelerazione del processo di riforma agraria e, per la fine dell'anno,
per la costruzione di 3mila case, la sistemazione di 5mila abitazioni e la
creazione di oltre 10mila allacci per l'energia elettrica grazie al
programma Luce per tutti" con la promessa di "costruire circa mille
chilometri di strade per raggiungere gli insediamenti, fornire assistenza
tecnica agricola e stanziare 3 milioni di real per l'acquisto di sementi per
le comunità".
Per un governatore che promette di farsi carico delle richieste dei
movimenti ci sono però troppi casi di repressione e persecuzione contro i
contadini senza terra: nel Rio Grande do Sul sono stati sparati proiettili
di gomma contro di loro dalla Brigata militare dello stato, le occupazioni
negli stati di Pernambuco, Paraiba e São Paulo hanno ricevuto la visita di
poliziotti privati al soldo dei latifondisti, mentre la sindacalista Maria
Ivete Bastos, nel Pará, ha ricevuto minacce di morte. Sempre nello stesso
stato, il 2 maggio, un accampamento composto da 320 famiglie del Mst nel
municipio di Iritula (a 140 chilometri da Belém) è stato aggredito da un
gruppo di 50 pistoleiros che hanno ucciso il contadino senza terra
sessantenne Antonio Santos do Carmo.
Nessuno riposta. Ai tanti casi di intimidazione, uccisioni e impunità, il
Mst ha deciso di rispondere con un'ampia campagna di sensibilizzazione
basata su iniziative divulgative (ad esempio la pubblicazione del quaderno
sui conflitti nelle campagne ad opera della Pastorale della terra in cui si
denuncia la grande concentrazione della terra nelle mani di pochi), e su una
catena impressionante di rivendicazioni e marce: grandi cortei sono sorti a
Itapetininga (Stato di San Paolo), ove alcune centinaia di famiglie si sono
stabilite nei territori dell'impresa Suzano carta e cellulosa; in Pernambuco
è stata occupata l'azienda Xixaim, e ancora nel Rio Grande del Sud,
appoggiati da alcuni sindaci, i contadini hanno chiesto l'esproprio di una
fazenda; in Minais Gerais, nonostante le minacce di sgombero da parte della
polizia, il Mst ha deciso di non abbandonare i latifondi dove si è
insediato, mentre a fine aprile ha difeso la Comuna da terra Che Guevara
(nella regione del Grande São Paulo) occupata alcune settimane prima e che
ha ricevuto l'ordine di essere sgomberata nonostante la presenza
nell'accampamento di oltre 100 famiglie.
Iniziative di questo genere si sono svolte pressoché in tutto il Brasile, ma
una risposta del governo che faccia registrare dei cambiamenti profondi in
termini di politica agraria, economica e ambientale sembra ben lontana da
arrivare: soltanto dopo il congresso del Mst si capirà quali ulteriori prese
di posizione saranno adottate in una battaglia che si annuncia sempre più
dura tra due visioni del mondo così differenti.
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martedì 15 maggio 2007
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