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LE ORGANIZZAZIONI DI AGRICOLTORI RICHIEDONO LA SOSPENSIONE DEL TRATTATO SULLE SEMENTI.

I governi non riescono a coprire le obbligazioni minime previste dal trattato. Affermazione della conferenza delle Nazioni Unite. Le organizzazioni degli agricoltori invitate a partecipare alla riunione delle Nazioni Unite sul Trattato che governa lo scambio di sementi per la ricerca e il miglioramento genetico delle piante ieri hanno detto ai governi riuniti che il Trattato dovrebbe essere sospeso.

I governi non riescono a coprire le obbligazioni minime previste dal trattato. Affermazione della conferenza delle Nazioni Unite. Le organizzazioni degli agricoltori invitate a partecipare alla riunione delle Nazioni Unite sul Trattato che governa lo scambio di sementi per la ricerca e il miglioramento genetico delle piante ieri hanno detto ai governi riuniti che il Trattato dovrebbe essere sospeso.

La seconda riunione dell'Organo di Governo del Trattato Internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'agricoltura e l'alimentazione ("la legge dei semi") é iniziata Lunedí e dovrebbe durare fino a Venerdí, peró é stata bloccata, di fatto nel quasi totale silenzio, perché i 115 governi membri non sono riusciti a trovare i 4,9 milioni di dollari necessari per mantenere il Segretariato in funzionamento e garantire i meccanismi minimi di monitoraggio che dovrebbero assicurare la condivisione equitativa dei benefici derivanti dagli scambi di sementi per la sperimentazione. I governi sono stati anche incapaci di impegnarsi nel finanziamento della conservazione in-situ ("nella fattoria") in vista della costruzione di competenze nel Sud globale. "Il caso piú grave di biopirateria istituzionalizzata mai visto", ha affermato Andrew Mushita della Rete per lo Sviluppo e la Conservazione Comunitaria della Biodiversitá (una rete di conservazione diffusa in 21 paesi). "Agli effetti pratici i governi stanno permettendo alle compagnie multinazionali di sementi di imporre un regime con forza di legge che obbliga allo scambio delle sementi degli agricoltori senza un beneficio per gli agricoltori stessi" ha dichiarato ieri Mushita rivolto ai governi. Un altro rappresentante della societá civile presente alla riunione, Wilhelmina Pelegrina di SEARICE, una organizzazione che ha sede nelle Filippine, ha dichiarato: "Ci aspettiamo anche che il Gruppo Consulente sulla Ricerca Agricola Internazionale (CGIAR) sospenda i suoi scambi di germoplasma". Quet'anno undici istituti del CGIAR hanno distribuito 100000 campioni di sementi nello spirito del Trattato. "Ci auguriamo che la sospensione del Trattato sia temporanea e che i governi tornino alla ragione rapidamente", ha affermato Pelegrina.

Le negoziazioni per il Trattato iniziarono negli anni novanta perché i ricercatori scientifici e le multinazionali che migliorano le sementi vedevano gravemente ridotto il loro accesso al materiale genetico. Scienziati e agricolturi, specialmente in Africa, Asia e America Latina, rispondevano negativamente ai ricercatori del Nord perché le compagnie private prendevano le varietá degli agricoltori, le patentavano e ne traevano profitti. il declino nello scambio di sementi stava minacciando la sicurezza alimentare globale e i governi decisero di agire. Il trattato, dopo sette anni di aspre negoziazioni, include provvedimenti per il rispetto dei diritti degli agricoltori e dovrebbe garantire un flusso equo di benefici finaziari verso i paesi in via di sviluppo. Privato dei fondi per le funzioni amministrative di base, gli agricoltori e i paesi in via di sviluppo non possono avere fiducia nella equitá del sistema. Secondo Pat Mooney del gruppo ETC, con base in Canada, presente alla riunione, "Il settore delle industrie di sementi realizza globalmente vendite annuali di 23 miliardi di dollari. A partire dagli anni settanta le imprese di pesticidi iniziarono ad aquisire le imprese di sementi. Oggi"dice Mooney "le prime dieci compagnie di sementi controllano il 57% del commercio di sementi. Lo scorso anno l'86% della superficie agricola mondiale destinata a produrre colture geneticamente modificate (OGM) era coltivata con sementi prodotte da una sola impresa biotecnologica: la Monsanto". Questi giganti multinazionali della genetica sembrano essere i maggiori beneficiari dell'attuale disputa sul Trattato. "Non sono tutti i governi", afferma Guy Kastler, ViaCampesina Europa, "i veri biopirati in questa riunione sono Francia, Germania e Australia. Questi governi rendono impossibile l'adempimento degli obblighi del trattato da parte della comunitá internazionale. sebbene le loro imprese di sementi siano state ampiamente beneficiate dal Trattato questi tre paesi non hanno apportato uno spicciolo alle operazioni del trattato e ne stanno bloccando attivamente le negoziazioni in questa sede". Rappresentanti delle organizzazioni degli agricoltori e della societá civile, che partecipano a spese proprie alla riunione sebbene siano stati invitati dalla FAO, sedevano increduli vedendo come i governi si rifiutavano di discutere il programma di lavoro proposto per il Trattato. Nessun commento veniva speso da parte dei governi sulle questioni piú contenziose. Gli agricoltori sono gravati con l'enorme onere della conservazione e del miglioramento delle piante. Il dato é stato confermato Martedí quando il rappresentante della UPOV, l'Unione per la Protezione delle nuove Varietá Agricole (l'organo intergovernamentale con sede a Ginevra che supervisiona la proprietá intellettuale per quanto riguarda le piante). Ha detto che i miglioratori genetici hanno "registrato" solo 70000 varietá in anni recenti. Gli agricoltori migliorano e adattano un milione di varietá ogni anno. "Se le negoziazioni alla FAO collassano" ha affermato Maria Elza Gomez appartenente a una piccola organizzazione di agricoltori Brasiliana, "la questione potrebbe essere rimandata alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversitá Biologica, il cui comitato scientifico si incontrerá nella sede romana della FAO a Febbraio 2008. I governi e la FAO potrebbero perdere il controllo del Trattato se questo venisse trasferito a un altro organo delle Nazioni Unite. Sarebbe un grave errore: il controllo sui semi, primo anello della catena alimentare, rimarrebbe in mano di un gruppo di esperti che non sanno nulla d'agricoltura". Per maggiori informazioni: Guy Kastler, Via Campesina/Europe, + (33) 60-394-5721 Maryam Rahmanian, CENESTA, +39 (340) 821-9456 Pat Mooney, ETC Group, +1 (613) 261-0688 Ditdit Pelegrina, SEARICE, +63 917 793 8618 Antonio Onorati, Crocevia, +39 (340) 821-9456 Andrew Mushita, Community Technology Development Trust, +39 (338) 645-2819
Green Planet

domenica 4 novembre 2007


 
News

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