AMERICA LATINA, I CONTADINI NON SONO PIU' SOLI .
I movimenti senza terra e urbani si sono mobilitati dal Brasile all'Argentina, passando per il Cile
Mentre i Sem Terra brasiliani, uniti ai movimenti urbani dei Sem Teto (senza tetto) si mobilitavano invadendo le strade della capitale Brasilia e strappando nuove terre al latifondo, anche nel resto del Cono Sud i movimenti rurali hanno fatto sentire la proprio voce in occasione della settimana della lotta contadina, culminata nel giorno 17 aprile , anniversario del massacro di Sem terra avvenuto a Eldorado dos Carajas, Parà, nel 1996. Ma se in Brasile il fulcro della resistenza contadina è e sarà sempre di più la sfida degli agrocombustibili - come dimostra il calore con cui se n'è parlato nel vertice fra i presidenti Sudamericani che si è tenuto in Venezuela proprio il 17 aprile - altrove, soprattutto, in Cile e Argentina , è piuttosto il problema della soia transgenica a tenere impegnati i movimenti rurali.
Cono sud. In Argentina la soia è arrivata a coprire l'85 percento della terra coltivata. Il che fra l'altro ha generato un notevole incremento dei prezzi al consumo di moltissimi beni di prima necessità, tutti derivati del grano e del cotone: l'Argentina, l'ex "granaio del mondo", rischia di dover cominciare a importare grano in un futuro non molto lontano. Per fortuna, qualcuno ha riportato l'attenzione pubblica sul principio della sovranità alimentare: il Mocase, il Movimento Campesino di Santiago del Estero, nato nel 1990. L'attività del Mocase è coordinata a quella dei movimenti rurali del resto del centro nord , come quelli di Cordoba, Mendoza e Misiones; quest'ultima provincia, al confine col Brasile, organizza congiuntamente ai Sem terra brasiliani numerose azioni contro le "pasteras" (fabbriche di cellulosa ultra-inquinanti) disseminate in tutta la zona.
In Cile la questione della soia è entrata prepotentemente nel dibattito pubblico solo nelle ultime settimane. Il 26 marzo la impresa Monsanto e il ministero dell'Agricoltura Cileno hanno annunciato che il Cile è stato scelto per seminare 20 mila ettari di soia, e che Monsanto è intenzionata a crearvi un mercato di mais transgenico. Monsanto è la più grande produttrice di semi transgenici al mondo , fra cui quelli detti "terminator", perchè generano frutti senza semi, costringendo i contadini a riacquistarli semina dopo semina. Lo Stato cileno, abbinando la mancanza di controllo statale alla difesa degli interessi della multinazionale, rifiuta di informare ecologisti e addetti al settore su quali sono le zone che interessano a Monsanto, e il movimento studentesco cileno, che ha fatto parlare di sé negli ultimi mesi e che sta decisamente scaldando l'autunno australe, ha annunciato che su questa questione farà fronte comune con i movimenti contadini della Confederazione Indigena.
Non più soli. Questa è la grossa novità che segna l'undicesimo anniversario del massacro di Eldorado: i contadini non sono più soli. La questione agraria è più che mai all'ordine del giorno anche dei movimenti metropolitani, in Cile come in Brasile e in Argentina: basti pensare che a Buenos Aires le capofila della mobilitazione sono state nientemeno che le Madres de Plaza de Mayo. Così, mentre i presidenti riuniti su un'isola del Caribe si spartivano la torta dell'etanolo, i movimenti, saldamente sulla terraferma, hanno intuito un'altra cosa: che un' alleanza trasversale sulla questione della terra è indispensabile per scuotere alle fondamenta il sistema del latifondo, quello su cui si fondano i poteri sudamericani da cinquecento anni.
Green Planet
martedì 24 aprile 2007
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