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In arrivo 45 milioni per le imprese avicole danneggiate dalla crisi del settore.

Sbloccati 45 milioni di euro di aiuti alle imprese del settore avicolo danneggiate dall’emergenza aviaria, che aveva fatto registrare in inverno forti perdite al settore: lo ha annunciato il ministro della Salute Livia Turco nel corso della conferenza stampa di presentazione del piano d’azione contro l’aviaria.

Il ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro, che domani renderà nota la ripartizione dei 45 milioni di euro, ha, infatti, concluso la procedura comunitaria per l'erogazione di aiuti, cofinanziati dall'Unione europea alle imprese danneggiate, iniziata dal suo predecessore Gianni Alemanno. Le linee guida del piano d’azione per prevenire e contrastare focolai di influenza aviaria nella stagione autunnale e invernale sono state delineate il 26 luglio nell’ultimo incontro dell’Unità centrale di crisi per l’influenza aviaria prima della pausa estiva. Le misure sono state testate il 19 e il 20 luglio in Veneto, Toscana e Sicilia, dove si sono svolte esercitazioni con simulazioni di focolai di aviaria che hanno dimostrato un livello confortante di preparazione e risposta a una eventuale emergenza. Il piano è stato messo a punto in anticipo perché dal prossimo 20 agosto, ha spiegato il sottosegretario alla Salute Gian Paolo Patta, potrebbero arrivare in Italia i primi flussi di uccelli migratori dall' Asia e dal Nord Europa. «Dobbiamo superare la cultura dell'emergenza - dice il ministri della Salute Livia Turco - e convivere senza drammi con un virus che è presente stabilmente in alcune zone del pianeta. Per questo è giusto informare i cittadini in modo compiuto su quanto si sta facendo». Il vademecum. Regioni e Province autonome, dunque, riceveranno nei prossimi giorni un manuale con le misure che nell’emergenza passata hanno dati buoni risultati. Nel nostro Paese, ha confermato il ministro Livia Turco, «nessun allevamento é stato contagiato nel corso dell'ultimo anno dall'aviaria». La prevenzione. Molte le iniziative sul fronte della prevenzione: è attiva una regolare sorveglianza sulla filiera avicola-industriale, negli allevamenti rurali e sui volatili selvatici migratori, la registrazione nell ’anagrafe avicola di tutte le aziende, comprese quelle rurali, con lo scopo di avviare su tutto il territorio nazionale un sistema di georeferenziazione delle strutture, già operativo in Veneto e in Lombardia, indispensabile per la rete di sorveglianza. Introdotte anche misure di quarantena e incrementata la vigilanza veterinaria. Sono anche state applicate rigide misure di biosicurezza negli allevamenti, dalle reti alle attività di disinfezione, dalle recinzioni al divieto di organizzazione di mostre, fieri e concentramenti di volatili. Forti controlli poi, sulle importazioni, con rigide misure restrittive sulle importazioni da Paesi terzi e sugli scambi intracomunitari. Confermate le procedure urgenti da attivare in caso di focolaio: istituzione di zone di protezione (3 chilometri di raggio) e di sorveglianza (7 chilometri di raggio) intorno ai luoghi dove è confermata la presenza di virus H5n1; obbligo di censimento di pollai, allevamenti e aziende avicole e divieto di accesso ai non autorizzati dai sindaci nelle zone faunistiche comprese nelle aree di sorveglianza e protezione. Le misure restano in vigore per almeno 21 giorni nella zona di protezione e per 30 in quella di sorveglianza. La situazione in Europa e in Italia. In Europa sono stati 14 i Paesi dove sono stati trovati uccelli positivi all’influenza aviaria (Grecia, Italia, Slovenia, Austria, Germania, Ungheria, Francia, Slovacchia, Svezia, Polonia, Danimarca, Repubblica Ceca, Gran Bretagna e Spagna), in 5 questa ha interessato anche animali domestici: si tratta di Francia, Germania, Svezia, Danimarca e Ungheria (in quest’ultimo paese i focolai sono stati registrati nel mese di giugno). In base ai dati del Centro di referenza nazionale Oie-Fao per l’influenza aviaria presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie di Padova fra l’11 ottobre 2005 e il 28 luglio 2007 sono stati testati 11.890 campioni senza rilevare campioni positivi al virus H5n1. Fra i 42 campioni sospetti testati fino al 3 marzo 2006 dallo stesso istituto 19 campioni sono risultati positivi al virus H5n1: 2 cigni in Calabria, 6 in Puglia, 8 in Sicilia, dove sono risultati positivi anche un pollo sultano e una poiana, mentre in Umbria è stato trovato un germano reale positivo. Emergenza a Bali. Intanto è scattata l’emergenza a Bali, in Indonesia, dove centinaia di polli morti sono risultati positivi al test del virus H5N1. «Abbiamo effettuato un rapido test - dice il funzionario veterinario Gusti Ngurah Sandjaja - e abbiamo trovato che risultavano positivo al virus dell'influenza aviaria. Fortunatamente non ci sono indicazioni di contagio con esseri umani». Il funzionario ha anche precisato che sono circa 300 i polli morti la scorsa settimana nel distretto occidentale di Jembrana a causa del virus. (art. di Nicoletta Cottone)


Il Sole 24ore

martedì 1 agosto 2006


 
News

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