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Gli sventurati polli di AIA, Amadori e Fileni: ustioni, muscoli infiammati e strisce bianche.

Ross 308 è il nome di svariati miliardi di polli tutti uguali venduti in oltre 80 Paesi del mondo, compresa l’Italia. Nelle altre nazioni ci sono polli con caratteristiche simili chiamati Cobb 500. Il successo di questi ibridi ottenuti dopo anni di selezione genetica è dovuto al fatto che in cinque settimane crescono in modo rapidissimo, sviluppando un petto enorme. Si tratta di elementi importantissimi perché il petto è la parte più pregiata del pollo, quello pagato di più dai consumatori. Ottenere in 35 giorni un pollo che pesa 2,5 kg e ha un petto da 500 g anziché 300 come succedeva 40 anni fa, modifica in modo sostanziale il fatturato aziendale. Per capire meglio, il peso di questi animali incrementa di 50-100 g al giorno, tre volte di più rispetto ai polli allevati negli anni ’50. Il vantaggio innegabile è che la carne ha un prezzo conveniente e viene preferita proprio per questo motivo. Il prezzo è sicuramente un aspetto importante del successo dei polli, anche se esistono effetti collaterali che la maggior parte dei consumatori non conosce. Gli animali a crescita rapida come Ross 308 e Cobb 500 incrementano il peso così velocemente che lo scheletro in formazione fatica a sostenere il corpo.

I problemi dei polli a crescita rapida Per questo motivo i polli, che sarebbe meglio chiamare pulcinotti, nelle ultime settimane di vita si muovono a fatica, molti soffrono di dolori alle articolazioni perché i legamenti e i tendini non riescono a supportare la massa corporea in aumento, per questo zoppicano e l’indice di mortalità risulta quasi il doppio rispetto alle razze a crescita lenta. C’è di più: la stragrande maggioranza di questi animali mostra delle strisce bianche nel petto di tessuto fibroso e grasso (white striping), ben visibili nelle confezioni in vendita nei supermercati. Si tratta di una miopatia, ovvero di un’infiammazione ai muscoli causata dallo sviluppo accelerato. Secondo autori come Francesco Prisco e altri ricercatori è una vera e propria malattia che ne modifica anche la composizione nutrizionale. Se le strisce bianche modificano solo in parte le caratteristiche organolettiche, altri difetti come la carne legnosa o i muscoli a spaghetti sono un problema serio per gli allevatori. I petti di pollo con questi problemi perdono valore commerciale e le aziende li utilizzano per spiedini, nugget, crocchette e quant’altro. Non solo white striping. C’è un altro problema sconosciuto ai più: stiamo parlando delle ustioni alle zampe (hock burns) che però non si vedono perché di solito vengono surgelate ed esportate in Cina dove sono molto utilizzate nello street food. Il problema delle ustioni è però diffusissimo perché i polli a crescita rapida hanno poco spazio a disposizione, si muovono pochissimo e la maggior parte del tempo restano accucciati su una lettiera con troppe deiezioni. Se la lettiera non è asciutta si formano ustioni molto vistose alle zampe e ai garretti. Secondo stime approssimative, il 50%dei polli registra ustioni agli arti. Le bruciature riguardano sia le zampe che le dita e sono un indice per valutare il benessere animale. Da noi i dati sulle ustioni non ci sono, e i veterinari pubblici che operano nei macelli non comunicano questo dato quasi fosse un segreto. L’anno scorso è iniziata una raccolta dati sulle ustioni promossa dal Ministero della Salute, ma ancora non ci sono risultati. Questi problemi sono ben conosciuti dalle centinaia di allevatori presenti in Italia che nel 90% dei casi fanno riferimento a tre aziende – Amadori, Aia e Fileni – che non hanno voluto rilasciare dichiarazioni al riguardo.

L’alternativa Ma esiste un’alternativa? La risposta è sì, anche se non è semplice e, soprattutto a buon mercato. Secondo uno studio recente pubblicato dall’Associazione delle aziende di trasformazione e del commercio di pollame nell’UE (Avec), un pollo a crescita lenta macellato dopo 60-70 giorni e cresciuto in condizioni di minor sovraffollamento con maggior comfort ambientale (luce naturale, minore ore di luce artificiale, più spazio) verrebbe a costare il 37% in più. Nel Regno Unito ci sono catene di supermercati e di ristorazione come Marks & Spencer, Waitrose, KFC e Premier Foods, che hanno aderito al Better Chicken Commitment, un protocollo che prevede di eliminare gradualmente l’uso di razze in rapida crescita. Anche diverse catene francesi hanno sottoscritto l’impegno.

I polli italiani In Italia, il protocollo è stato siglato da Fileni, ma solo per il pollo bio che rappresenta il 20% circa delle produzione aziendale. Non riguarda l’80% dei polli allevati dall’azienda, venduti ai supermercati come Coop, Conad, Esselunga per essere etichettati con il marchio della catena. La scelta di non allevare polli a crescita lenta è quindi solo una questione di costi. Il prezzo estremamente competitivo di polli diventati macchine da carne è l’unico elemento che conta per Aia, Amadori (*) e Fileni. Non importa che siano animali squilibrati, con una vita disgraziata, dal peso esagerato, con vistose ustioni alle zampe, gravi infiammazioni muscolari evidenziate dalle strisce bianche del petto e carne a spaghetti o legnosa. Il paradosso di questa situazione è che ormai i polli sono un prodotto di massa proposto a prezzi stracciati, per cui il pollo arrosto costa meno delle verdure bollite. Basta navigare su Esselunga online per scoprire che gli spinaci, hanno lo stesso prezzo delle alette di pollo arrostite marcate Aia Durango (9,98 €/kg). Non si tratta di un’offerta speciale, nel gennaio 2023 da Esselunga le verdure cotte costavano il 10 al 20% in più del pollo arrosto. (di Roberto La Pira - https://ilfattoalimentare.it) (*) L’assortimento di Amadori presenta il pollo Campese come razza a crescita lenta
AltrAgricoltura Nord Est

venerdì 26 luglio 2024


 
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