CISGIORDANIA - Coloni all’assalto: morti, torture e case bruciate.
Armati di M16 fanno razzia nei villaggi. Spinti dai messianici leader dell’ultradestra nazionalista, i coloni hanno capito di avere la totale impunità.
Nella nebbia della guerra accade di tutto. Quella che per la maggioranza sana di Israele è stata la più grande catastrofe della sua storia – scrive Haaretz – per i coloni della Cisgiordania è diventata un’opportunità per cacciare i palestinesi dalla loro terra e impossessarsene. Spinti dai messianici leader dell’ultradestra nazionalista, i coloni, quelli che vivono in Cisgiordania sono 400.000, hanno capito di avere la totale impunità. Anzi il ministro per la Sicurezza interna, il kananista Itamar Ben-Gvir, ha dato disposizione di distribuire altre armi ai coloni “per la loro sicurezza”. Dal 7 ottobre sono una ventina i villaggi palestinesi nelle vicinanze degli insediamenti, attaccati dai coloni, spalleggiati dall’esercito che si limita a non intervenire, ma più spesso interviene sparando. Sono 51 i civili palestinesi uccisi in Cisgiordania dall’inizio della guerra a Gaza e quasi mille quelli costretti a lasciare le loro case.
Due villaggi, Al Qanub e Wadi al-Sik, sono stati completamente abbandonati. Case attaccate nella notte e poi incendiate. A Wadi as-Seeq, tre pastori sono stati legati e bendati per ore, sono stati battuti con i calci dei fucili, torturati con le sigarette accese, e poi gli è stato urinato addosso. Gesta ritratte dagli stessi autori del raid: i video rimbalzano in tutti i social media. In alcuni attacchi come quello al villaggio palestinese di Al Tuwani, filmato dal gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem, si vedono i coloni sparare verso i palestinesi.
Le strade che dai villaggi scendono verso le arterie principali della Cisgiordania sono bloccate con cubi di cemento. Non si entra e non si esce, mentre auto e pick up cariche di coloni armati di M16 sciamano in cerca di arabi isolati. La scorsa settimana, in una zona montuosa nel sud di Hebron, i coloni hanno attaccato i residenti di due minuscoli borghi, poi hanno demolito due case nel villaggio di Simri, i cui abitanti avevano precedentemente abbandonato a causa delle violenze dei “ragazzi delle colline”.
A Qusra, villaggio nell’area di Nablus e vicino all’insediamento di Eshed Kodesh dove abitavano 20 famiglie, sono prima stati lanciati dei volantini, poi c’è stato un raid dove sono morti tre palestinesi e una bimba di sei anni, infine le violenze. Diverse le case incendiate mentre i residenti venivano legati per assistere al rogo. Quando una parte del villaggio ha iniziato a lanciare pietre, il distaccamento dell’Idf che era lì vicino ha aperto il fuoco per difendere i coloni “dall’assalto dei palestinesi”. I coloni di Esh Kodesh e dell’area circostante avevano inviato messaggi di avvertimento ai residenti di Qusra nei due giorni precedenti, in cui minacciavano di vendicarsi in risposta all’assalto di Hamas nel sud di Israele. In una foto, sui volantini lanciati agli abitanti, si vede un gruppo di uomini mascherati con in mano serbatoi di carburante, una sega elettrica e asce, con una didascalia in arabo ed ebraico: “A tutti i topi nelle fogne del villaggio di Qusra, vi aspettiamo e non ci dispiacerà. Il giorno della vendetta sta arrivando”.
La stessa sorte di Qusra, secondo Yesh Din, un gruppo israeliano per i diritti umani, è toccata ad almeno altri 18 villaggi in tutta la Cisgiordania dall’attacco di Hamas del 7 ottobre. L’esercito ha ufficialmente annunciato che, a causa della situazione di sicurezza, la polizia distribuirà fucili M16 ai coloni in Cisgiordania. Le organizzazioni mediatiche affiliate ai gruppi di coloni estremisti della zona hanno invitato i coloni a prepararsi a “conquistare i villaggi vicino a voi” e a “distruggere chiunque si unisca al nemico”. Nessuno potrà fermarli, certamente non questo governo. Anche perché i coloni sono il governo.
(fonte: Il Fatto Quotidiano - 24/10/2 23)
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mercoledì 25 ottobre 2023
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