Il Parlamento italiano e le associazioni dell’agroindustria si preparano a sdoganare la sperimentazione in campo aperto dei nuovi OGM.
ROMA, 15 MARZO 2023 – La Coalizione Italia Libera da OGM, formata da 32 associazioni contadine,
ambientaliste, consumatori e del biologico accoglie con preoccupazione l’annuncio dell’approvazione entro
l’autunno 2023 di due proposte di legge che consentiranno la sperimentazione in campo dei nuovi OGM
(NGT), senza aspettare le eventuali disposizioni europee in materia.
La roadmap è stata tracciata il 14 marzo durante la presentazione del Position Paper "Nuove tecniche
genomiche genome editing e cisgenesi" realizzato dal CREA in collaborazione con Assobiotec, la branca di
Federchimica che raduna un centinaio di industrie attive nel campo della biotecnologia. L’evento, intitolato
“Per un’agricoltura produttiva, sostenibile e competitiva: Il contributo della genetica vegetale avanzata”, ha
visto la riproposizione di tutti gli argomenti tipici dell’arsenale retorico utilizzato negli ultimi 30 anni dai
promotori prima degli OGM, ora dei nuovi OGM ottenuti con le cosiddette New Genomic Techniques
(NGT), rinominate TEA in Italia, e presentate dai promotori come panacea di tutti i problemi ambientali che
affliggono l’agricoltura. La Coalizione Italia Libera da OGM ritiene grave che l’istituzione pubblica, che
dovrebbe fornire indicazioni agli agricoltori sulla base di una seria ed approfondita base documentale, si
faccia portavoce di interessi industriali, in un evidente conflitto d’interesse.
I prodotti delle NGT/TEA vengono definiti dai promotori delle proposte di legge, depositate dal Presidente
della 9ª Commissione permanente (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione
agroalimentare) Senatore Luca De Carlo e dal Segretario della XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA) alla
Camera Raffaele Nevi, come non equiparabili agli OGM e assimilabili a varietà derivate da mutazioni
naturali o selezione tradizionale. Non solo, gli viene attribuito il potere di risolvere tutti i problemi
ambientali in gran parte connessi e causati dall’agricoltura industriale, dall’uso indiscriminato dei pesticidi
al cambiamento climatico e alla siccità.
Per le associazioni della Coalizione “Italia Libera da OGM” questa retorica si basa su imprecisioni
scientifiche e su una visione politica anti ecologica e antisociale, schiacciata sugli interessi delle imprese
sementiere e agroindustriali controllate dalle multinazionali, oltre che quelli di una piccola parte del mondo
della ricerca pubblica, che spera in nuovi finanziamenti, instaurando pericolosi legami con il settore privato.
Queste nuove biotecnologie, infatti, avranno come primo e unico beneficio l’aumento del potere e del
controllo delle potenti lobby dell’agroindustria sulle filiere agroalimentari nel nostro Paese. Inoltre, le
sentenze della Corte di Giustizia dell’UE hanno ribadito come le NGT non possano essere considerate fuori
dal perimetro della Direttiva 2001/18/CE, che definisce gli OGM e li regola, obbligandoli a valutazione del
rischio, tracciabilità ed etichettatura. Intanto la ricerca sul biologico latita e vede bloccati in pastoie
burocratiche i finanziamenti già deliberati ormai da qualche anno. In base a questa normativa, fra l’altro,
l’Italia ha esercitato la facoltà di vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio, con il favore della
grande maggioranza dei consumatori e mantenendo la distintività della sua produzione agricola nel mondo.
La maggioranza del Parlamento, ora, intende invece stracciare la regolamentazione attuale, creando le
condizioni per portare sulle tavole degli italiani i nuovi OGM, con il pericolo che per i consumatori sia
impossibile scegliere di evitarli se non saranno correttamente etichettati.
La maggior parte degli argomenti che i Parlamentari e i rappresentanti del CREA porta a sostegno della
necessità di deregolamentare i nuovi OGM si ritrovano nelle linee guida per la comunicazione diffusa
dall’International Seed Federation (Federazione Internazionale dei Sementieri): la campagna promozionale
“Building on Success”, condotta negli ultimi cinque anni dall’industria sementiera, tenta di equiparare
manipolazione di laboratorio e mutazioni spontanee che avvengono in natura. Nessun accenno viene
invece fatto all’importanza di rintracciare le centinaia di mutazioni fuori bersaglio che queste biotecnologie
provocano.
Diversi lavori scientifici dimostrano che l’editing del genoma – in modo diverso rispetto alle mutazioni che
avvengono in natura – può infatti generare molteplici cambiamenti del DNA oltre alla mutazione
desiderata: mutazioni off target, delezioni ed inserzioni cosi come riarrangiamenti non desiderati del DNA,
cromotripsi (frammentazione di un cromosoma o di una sua regione) e inserzioni di DNA esogeno non sono
l’eccezione, ma la regola delle NGT. Il problema, denunciato da più parti, è che gli effetti fuori bersaglio ad
oggi non vengono studiati né cercati con rigore scientifico in nome della tanto proclamata precisione del
metodo e per la fretta di brevettare i prodotti o i processi di creazione di questi nuovi OGM. Permangono
quindi lacune conoscitive enormi sui reali rischi e minacce legate ai nuovi OGM per la biodiversità selvatica,
gli ecosistemi e la salute.
Ci troviamo di fronte a una politica che risponde alle pressioni dell'agroindustria, accettando una scienza
che rinuncia al rigore e al metodo, saltando passaggi doverosi per aprire all’industria nuovi spazi di
profitto attraverso brevetti e privative.
L’eventuale introduzione dei nuovi OGM nel settore agroalimentare italiano metterebbe profondamente a
rischio la qualità e la resilienza dell’intero comparto rafforzando un modello di agricoltura industriale che
necessita di input esterni che impattano sia sulla salute umana che sull’ambiente, oltre a indebolire la
resilienza dell’agricoltura, standardizzare i prodotti e appiattire l’agrobiodiversità. Quello che gli impegni
internazionali e, soprattutto, sempre più cittadini in tutto il mondo chiedono, è invece un'agricoltura
realmente sostenibile e agroecologica, che tuteli la biodiversità e le risorse e fornisca cibo sano e di buona
qualità, come stanno già facendo i produttori biologici e biodinamici.
La Coalizione Italia Libera da OGM chiede quindi alla politica di scegliere la strada sicura per tutti: la ricerca
pubblica deve essere finanziata e portata avanti, ma deve essere trasparente, adoperandosi a dimostrare i
rischi delle innovazioni tecnologiche prima di scegliere di compromettere la filiera libera da OGM avallando
la coltivazione in pieno campo dei prodotti NGT.
Comunicato stampa inviato a cura di
italialiberadaogm@gmail.com - 00393296735105 -
Per conto della Coalizione Italia Libera da OGM.
- ACU
- AGORA’
- AIAB
- ALTRAGRICOLTURABIO
- ARI
- ASCI
- ASSOCIAZIONE PER L’AGRICOLTURA BIODINAMICA
- CIVILTA’ CONTADINA
- COORDINAMENTOZEROOGM
- CROCEVIA
- DEAFAL
- EGALITè
- EUROPEAN CONSUMERS
- EQUIVITA
- FAIRWATCH
- FIRAB
- GREENPEACE
- ISDE
- LEGAMBIENTE
- LIPU
- NAVDANYA
- PRONATURA
- RESS ROMA
- RIES
- SLOW FOOD ITALIA
- TERRA!
- TERRANUOVA
- TERRANUOVA ONLUS
- TRANSFORM
- USB
- VAS
- WWF
Coordinamento Zero OGM
sabato 18 marzo 2023
|