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Influenza aviaria 2021: quasi 3 milioni i tacchini e i polli coinvolti. Peggio che nel 2017.

L’epidemia di influenza aviaria sottotipo H5N1 ad alta patogenicità (HPAI) si espande nel nord Italia e i numeri cominciano a diventare importanti. Il bollettino dell’Istituto sperimentale delle Venezie ha contabilizzato 43 focolai (*) ad alta e bassa patogenicità dalla metà ottobre, quando è stato scoperto il primo caso a Ferrara. Secondo i dati fino ad ora sono stati colpiti dall’influenza aviaria 2,8 milioni di volatili: nella maggior parte si tratta di tacchini da carne, con alcuni allevamenti si galline ovaiole, polli da carne e altre specie minori. Uno solo il focolaio è scoppiato a Roma, in un allevamento non commerciale di circa 250 galline ovaiole, dove i controlli sono scattati in seguito all’insorgenza di una mortalità anomala tra gli animali. Le analisi hanno confermato che a colpire è stato un ceppo ad alta patogenicità del virus H5N1, lo stesso che ha interessato gli allevamenti del Nord Italia.

L’epidemia attualmente è ancora all’interno dei territori stabiliti nella prima settimana quando si sono manifestati i primi casi ed è stata individuata una zona di protezione con un raggio di 3 km dall’allevamento colpito, e una zona di sorveglianza con un raggio di 10 km. Il ministero della Salute però teme una propagazione della malattia verso est, in direzione della provincia di Padova, e verso ovest, in direzione della provincia di Mantova e ha preannunciato un allargamento delle zone di restrizione per arginare il più possibile la malattia.

Nel frattempo nelle zone di protezione e sorveglianza non è consentito far entrare o uscire pollame, volatili in cattività o mammiferi domestici dagli impianti senza l’autorizzazione del veterinario. Chiunque entri o esca da un allevamento deve rispettare le opportune misure di biosicurezza, tutte le carcasse dei volatili morti devono essere distrutte immediatamente, mentre i veicoli e le attrezzature devono essere sottoposti a procedure di disinfestazione. Sono vietati il trasporto di carne di pollame, la movimentazione e il trasporto tra aziende, su strada, e l’introduzione e l’immissione di selvaggina. Sono vietate anche fiere di pollame e altri volatili. Tutte le misure restano in vigore per almeno 21 giorni dopo l’esecuzione della disinfestazione del focolaio.

Alcuni addetti ai lavori fanno notare che questa influenza aviaria risulta più pericolosa rispetto a quella del 2017. Allora l’epidemia durò 6 mesi e furono coinvolti poco più di 3 milioni di volatili. Adesso a distanza di un mese si è quasi arrivati allo stesso numero di capi sacrificati. (*) La maggior parte dei focolari si trova in provincia di Verona e più precisamente nei seguenti comuni: Ronco all’Adige, Nogara, Angiari, San Bonifacio, Isola della Scala, San Martino Buon Albergo, Minerbe, Zeio, Salizzole, San Pietro di Marubio, Arcole, Verona, Palù, Cerea, Roverchiara, Sorgà. (autore Sara Rossi - https://ilfattoalimentare.it)
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venerdì 19 novembre 2021


 
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