Influenza aviaria: 50.000 tacchini soppressi in 2 focolai a Verona e a Ferrara. Scatta il sistema di allerta.
A distanza di quasi due settimane dalla scoperta del primo focolaio di influenza aviaria in un allevamento di Ferrara, seguito da un secondo episodio a Rocco di Adige in provincia di Verona, la regione Veneto si è attivata per scongiurare il propagarsi dell’epidemia. L’allerta è scattato perché in un allevamento il virus è stato classificato ad alta patogenicità. Per il momento i tacchini da abbattere nei due allevamenti sono 50 mila, ma probabilmente siamo solo all’inizio. Il presidente della Regione, Luca Zaia, il 27 ottobre ha diffuso una circolare che prevede misure restrittive puntuali e precise per arginare il problema dell’influenza aviaria, come l’attivazione di una zona di protezione con un raggio di 3 chilometri intorno alla sede del focolaio, e di una seconda zona di sorveglianza con un raggio di 10 chilometri.
Trattandosi di zone agricole caratterizzate dalla presenza di numerose aziende, si stima che nella zona di protezione siano coinvolti 30 allevamenti, mentre nella zone di sorveglianza si arrivi a circa 200. In tutti gli allevamenti situati in queste aree è previsto il censimento degli animali e la visita di un veterinario pubblico per sottoporre ad esami clinici, sierologici e virologici, il pollame e i volatili.
Più precisamente all’interno della zona di protezione dove il rischio di contagio dell’influenza aviaria è maggiore, i polli devono essere tenuti in capannoni coperti ed evitare qualsiasi contatto con altri volatili. Le carcasse dei polli o dei tacchini soppressi devono essere distrutte al più presto. Ma questo è solo l’inizio, tutti i camion o i veicoli e le attrezzature utilizzate per trasportare animali, mangime, concime, liquami e quant’altro devono essere sottoposti a una o più procedure di disinfezione. La stessa cosa deve essere fatta per i veicoli utilizzati dalle persone che entrano e escono dall’azienda. È inoltre previsto che chiunque entri o esca dall’azienda debba rispettare opportune misure di biosicurezza per impedire la diffusione del virus.
L’ordinanza della Regione Veneto prevede che quando in un allevamento si registra un aumento della mortalità o un calo significativo della produzione di uova, si debba avvertire subito l’ufficio veterinario. Oltre a ciò bisogna registrare tutte le persone che entrano o escono dall’azienda (escludendo le abitazioni). Inutile aggiungere che in queste aree sono vietate fiere, mostre e esposizione di pollame o altri volatili.
Nella zona di sorveglianza che si estende per dieci chilometri intorno alle aziende agricole colpite dal virus, è vietato la movimentazione di pollame, pollastre e pulcini di un giorno, e lo spostamento delle uova salvo autorizzazione preventiva della Regione. È altresì vietato il trasporto verso i macelli, i centri di imballaggio e i centri di produzione di ovoprodotti. Anche in questo caso le persone che rientrano o escono devono rispettare le misure di biosicurezza ed essere registrate su un apposito registro. Gli allevamenti che si trovano in queste aree, al pari di quanto viene fatto nelle zone di protezione, devono segnalare immediatamente al veterinario mortalità anomale degli animali e il calo significativo nella produzione di uova in modo da agevolare la sorveglianza e la lotta contro la malattia.
(di Roberto La Pira - https://ilfattoalimentare.it)
https://ilfattoalimentare.it
martedì 2 novembre 2021
|