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DIECI ANNI DOPO FUKUSHIMA

dalla storia del Mondo alla maledizione della Terra. Una recensione di F. Berardi al libro: RADIATION AND REVOLUTION (Sabu Kohso, Duke university press, 2020). Non esiste ancora che io sappia un’opera all’altezza della pandemia virale iniziata nel 2020. Ma questo libro di Sabu Kohso, pur essendo stato scritto prima del contagio e prima dell’invasione del discorso comune da parte della parola “pandemia”, va proprio nella direzione di una concettualizzazione filosofica capace di illuminare l’epoca oscura nella quale il virus ci ha introdotti, per quanto la parola “virus” non compaia neppur ein questo libro. Questo libro segna una svolta nella comprensione teorica e politica della fase che si è aperta con l’evento Fukushima, 11-3-2011, e si è manifestata apertamente e globalmente con l’evento pandemico del 2020. Considerando l’evento Fukushima come l’inizio di un processo irreversibile e simbolicamente sconvolgente, Sabu Kohso richiama la nostra attenzione sulla distinzione concettuale tra la storia del Mondo (che la filosofia occidentale ha spesso considerato come il dispiegarsi del Logos attraverso una linea progressiva segnata di contraddizioni conflitti e superamenti), e l’evoluzione della Terra, irriducibile a qualsiasi logica e a qualsiasi dialettica. La terra, che Deleuze definisce come la grande deterritorializzata, si impone finalmente all’umanità che non possiede gli strumenti concettuali e politici per governarne la dinamica, o per controllarne la violenza.

La lezione essenziale dell’evento Fukushima è che lo sviluppo della tecnica dominata dal criterio economico dell’accumulazione e della crescita ha scatenato dei processi che sono usciti dalla sfera della misura razionale e del controllo umano. processi che si svolgono a una scala troppo grande o troppo piccola per essere compresi dalla coscienza sociale e per essere governati dalla volontà politica. Processi che hanno un carattere definibile supra-liminale, come il cambiamento climatico, o un carattere subliminale, come la radiazione nucleare scatenata dall’esplosione di Fukushima, o come il virus pandemico scatenato dalla devastazione degli ecosistemi planetari. A questo punto noi ci troviamo come degli alieni che sono appena sbarcati su un pianeta sconosciuto del quale non riescono a comprendere le dinamiche. Se il Mondo incarnava un modello dipendente in qualche misura dalla nostra azione, se l’economia capitalista poteva fino a un certo punto essere governata dalla ragione politica, la Terra, al contrario, evolve secondo dinamiche che ci sono sconosciute perché non abbiamo mai sperimentato gli effetti fisici, psichici e sociali provocati dalla irradiazione di enormi quantità di particelle radioattive, così come non abbiamo mai sperimentato gli effetti della proliferazione di virus di nuova formazione. Nessuna logica, nessuna volontà, nessun apolitica possono controllare o governare fenomeni extra-storici come la fusione dei ghiacciai e del permafrost, o come le esplosioni virali. La pandemia in effetti ci ha mostrato che non siamo più nel mondo che abbiamo conosciuto nel passato della storia umana, ma siamo in un pianeta nel quale ogni movimento è divenuto difficile, e ogni interazione è divenuta pericolosa.

Dopo l’evento Fukushima siamo costretti a riconoscere che, quale che sia l’azione che vogliamo intraprendere - come individui, collettivi, istituzioni, come potere economico o politico, saremo comunque obbligati a vivere in presenza di radiazioni inesauribili di intensità differente, che provengono dagli scarti accumulati, capaci di provocare effetti imprevedibili nello spazio e nel tempo. La potenza della volontà politica è ridotta a zero quando entrano in scena brutalmente dei processi irreversibili, e questo produce una profonda mutazione nella soggettività collettiva: disperazione, depressione, sentimento coloro di impotenza, ribellione cieca contro l’ignoto, desiderio di un potere rassicurante, e finalmente aggressività e fascismo. Dopo due anni di intensa mobilitazione nazionale, il movimento antinucleare giapponese fu costretto ad arrendersi all’evidenza: il potere economico e politico (la TEPCO, il governo Abe) non avevano alcuna intenzione di recedere dalla nuclearizzazione dell’economia di un paese che, per la sua conformazione geografica e geologica, è estremamente esposto ai terremoti, e agli tsunami, già ospita più di quaranta centrali nucleari. La governance della catastrofe impone un regime di normalizzazione della catastrofe e i suoi progetti distopici alla vita quotidiana. Il capitalismo nucleare emerge come totalitarismo perfetto in cui la funzione privata, la funzione statale e la funzione militare convergono e agiscono in maniera integrata cancellando ogni possibilità residuale di democrazia.

Non sorprende allora che in Giappone sia emerso un nuovo linguaggio, che lascia da parte la protesta e la rivendicazione per adottare il tono della maledizione. E’ l’epoca della maledizione, non della semplice rabbia secondo l’autore di questo libro: “la presenza di corpi mutanti e morenti delle vittime che portano dei cartelli in cui non c’è altro che un segno che in giapponese significa: Siate maledetti”. Qualche anno più tardi, nell’estate del 2017, i manifestanti che contestavano l’ennesimo summit del G8 nella città di Amburgo portavano un enorme striscione che diceva soltanto: Welcome to Hell
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mercoledì 10 marzo 2021


 
News

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