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Arance, come riconoscere quelle trattate con pesticidi e cere.

“Buccia non edibile”. “Frutta rivestita di cera (E914, E904)”. “Trattamento con imazalil“. Mai come in questo periodo – in piena stagione di arance – le etichette sulle reti possono dirci molto. Ad esempio se le arance che stiamo per scegliere sono state trattate, una volta raccolte, con cere per renderle più lucenti e durare più a lungo. In alcuni casi però vengono usati pesticidi, nello specifico fungicidi come il tiabendazolo e l’imazalil, con funzione di additivi conservanti. Il Regolamento 1129/2011 ammette infatti l’utilizzo di una serie di agenti di rivestimento per gli agrumi, in particolare cere naturali e di sintesi, lasciando campo libero anche all’impiego di fungicidi come il tiabendazolo e l’imazalil non più come additivi ma autorizzati in post raccolta come fungicidi e antiparassitari per aumentare la conservabilità del frutto. L’impiego di questi fitofarmaci e additivi fa scattare l’obbligo di indicarli in etichetta e di specificare “Buccia non edibile”. Sui frutti venduti sfusi tali indicazioni devono essere riportate sulla cassetta utilizzata per il trasporto. Un vero e proprio limite della legge che andrebbe sanato estendendo l’obbligo di indicare i trattamenti almeno sui cartellini di vendita. Sappiamo da esperienza che nella stragrande maggioranza dei casi i punti vendita disattendono l’obbligo anche sulle cassette: un vero problema per la sicurezza alimentare, visto che la buccia di limoni ma anche delle arance spesso viene utilizzata in cucina. Sugli agrumi biologici sono vietati i trattamenti pre e post raccolta.

Gli additivi autorizzati Tornando alle arance ecco di seguito gli additivi autorizzati in post raccolta: E901, Cera d’api, bianca e gialla, è un agente di rivestimento che può essere sgradito ai vegani; E902, Cera di candelilla, ed E903, Cera carnauba sono agenti di rivestimento naturali; E904, Gommalacca, un agente di rivestimento molto usato per dare lucentezza ai frutti può essere secreto dagli insetti e quindi non gradito dai vegani. La gommalacca “rallenta” la respirazione del frutto e ne prolunga la vita commerciale; E914, Cera polietilenica ossidata, è anch’essa un agente di rivestimento, una cera di sintesi usata sempre per lucidare il frutto. Il Regolamento 1129/2011 ha messo al bando l’uso di agenti di rivestimento come E230 (Difenile), E231 (Ortofenilfenolo) e E232 (Ortofenilefenolo sodico) per problemi di sicurezza alimentare.

Imazalil, così la Spagna ha salvato il fungicida Sull’imazalil, la Ue a novembre 2019 con il nuovo Regolamento 2019/1582 ha scelto di usare due pesi e due misure: azzerato nelle banane, ridotto di poco nei limoni resta com’era nelle arance. Con sommo piacere – molto probabilmente – della Spagna che in passato ha più volte cercato di abolire l’obbligo di indicare l’uso dell’imazalil in etichetta e le raccomandazioni per la buccia non edibile. Parliamo di un fungicida con un profilo di rischio davvero marcato: classificato come probabile cancerogeno dall’Epa, l’Autorità per la protezione ambientale degli Usa; provoca gravi lesioni oculari sia se ingerito sia se inalato (CLP classification 2013); molto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata (Classification Reg. 1272/2008).

Gli Lmr, i Limiti massimi di residui ammessi, i famosi limiti di legge alle concentrazioni, sono stati rivisti per una serie di pesticidi e in particolar modo per l’imazalil, sulla base di vari pareri dell’Efsa. Nello specifico per le banane Lmr è passato da 2 mg/kg a 0,01 di fatto uno zero “tecnico”. Sui limoni si passa da 5 mg/kg a 4, mentre per le arance, e altri agrumi, era e resta 5 mg/kg. Sugli agrumi l’imazalil è usato per trattare la buccia e qualora venga usato sui limoni, in etichetta resta l’obbligo di scrivere “buccia non edibile”.
https://ilsalvagente.it/

lunedì 22 febbraio 2021


 
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