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COSA CI INSEGNA LA PANDEMIA? L’ANALISI DI GIANNI TAMINO.

In un articolo pubblicato su volerelaluna.it e poi ripreso da numerosi altri portali Gianni Tamino, già Docente di Biologia all'Universita’ di Padova , esperto di Bioetica e Biotecnologie, sostiene che la ” pandemia può essere un utile avvertimento: il Covid-19 è una reazione allo stato di stress causato al pianeta. Dobbiamo ridurre alterazioni dell’ambiente, perdita di biodiversità, cambiamenti climatici, favorendo processi produttivi circolari, sostenibili, con fonti rinnovabili….”

L’obiettivo evolutivo di tutte le forme viventi è la propria riproduzione, per colonizzare l’ambiente di vita, obiettivo che entra in relazione, talora conflittuale, con lo stesso obiettivo riproduttivo di tutti gli altri organismi: da queste relazioni si sviluppano gli equilibri che caratterizzano gli ecosistemi e che pongono limiti alla crescita delle popolazioni e dei consumi di ciascuna specie. Nel caso della popolazione umana si utilizzano concetti simili a quelli di carrying capacity ma con terminologie e metodi di valutazione un po’ diversi. Si parla di “impronta ecologica”, cioè la misura del territorio bioproduttivo espresso in ettari necessario per produrre ciò che un uomo o una popolazione consumano. L’Overshoot Day è, invece, il giorno in cui il consumo di risorse naturali da parte dell’umanità inizia a superare la produzione che la Terra è in grado di mettere a disposizione per quell’anno: nel 2019 questo giorno è stato il 29 luglio. Dunque in circa sette mesi, abbiamo usato una quantità di prodotti naturali pari a quella che il pianeta rigenera in un anno. Il nostro deficit ecologico, pari a cinque mesi, provoca, da una parte, l’esaurimento delle risorse biologiche (pesci, alberi ecc.) e, dall’altra, l’accumulo di rifiuti e l’inquinamento, responsabile anche dell’effetto serra.

Le attività umane stanno, dunque, cambiando l’ambiente del nostro pianeta in modo profondo e in alcuni casi irreversibile. Stiamo dunque superando, anzi abbiamo già superato i limiti delle capacità del pianeta di sostenere la popolazione umana e mettiamo a rischio la sopravvivenza di molte altre specie. L’attuale sistema produttivo industriale e agricolo sta gravemente compromettendo anche la biodiversità del pianeta. La conseguenza è una continua crescita dell’inquinamento e un cambiamento climatico sempre più minaccioso per il mantenimento degli ecosistemi e della biodiversità. Tutto ciò comporta la morte prematura di molti milioni di persone, ma anche un incremento di malattie cronico degenerative, con conseguente indebolimento di tutta la popolazione, che risulta meno idonea a difendersi da altre malattie come quelle infettive. Già nel 1972, nel rapporto del MIT per il Club di Roma, dal titolo I limiti dello sviluppo si affermava che, se la popolazione mondiale continuava a crescere al ritmo di quegli anni, la crescente richiesta di alimenti avrebbe impoverito la fertilità dei suoli, la crescente produzione di merci avrebbe fatto crescere l’inquinamento dell’ambiente, l’impoverimento delle riserve di risorse naturali (acqua, foreste, minerali, fonti di energia) avrebbe provocato conflitti per la loro conquista; malattie, epidemie, fame, conflitti avrebbero frenato la crescita della popolazione. Vi è poi il libro Spillover di David Quammen; egli stesso spiega in una recente intervista: «Nel 2012, quando il libro è stato pubblicato, ho previsto che si sarebbe verificata una pandemia causata da: 1) un nuovo virus 2) con molta probabilità un coronavirus, perché i coronavirus si evolvono e si adattano rapidamente, 3) sarebbe stato trasmesso da un animale, 4) verosimilmente un pipistrello, 5) in una situazione in cui gli esseri umani entrano in stretto contatto con gli animali selvatici, come un mercato di animali vivi, 6) in un luogo come la Cina. Non ho previsto tutto questo perché sono una specie di veggente, ma perché ho ascoltato le parole di diversi esperti che avevano descritto fattori simili».

Avendo fatto da poco il salto di specie, il virus non trova ostacoli nella popolazione, senza difese anticorpali. Se si riuscirà a contenere la sua avanzata, come sembra sia avvenuto in Cina e nella Corea del Sud, grazie ad efficaci metodi di riduzione dei contatti tra le persone, ci sarà comunque un significativo numero di decessi tra la popolazione più anziana e soprattutto con patologie pregresse. Come evitare pandemie future? Questa pandemia può costituire un utile avvertimento, per evitare nuove e più gravi pandemie, sicuramente probabili.
www.radiondadurto.org

martedì 22 settembre 2020


 
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