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Raid contro i deputati, l’ira degli agricoltori francesi per il trattato «liberista».

Attacchi ai firmatari. Il ministro: attentati. Il sindacato: «Azioni spontanee, mai violente». Attacchi ai firmatari. Il ministro: attentati. Il sindacato: «Azioni spontanee, mai violente»

Venti parlamentari bretoni si sentono minacciati e hanno firmato una «tribune» per il sito della radio FranceInfo: «Vediamo le nostre sedi murate, distrutte, i deputati denunciati su questo o quel social perché avrebbero votato male, alcuni hanno avuto visite a casa, incendi...». L’episodio più serio è considerata la devastazione, sabato, degli uffici a Perpignan dell’onorevole Romain Grau, a margine di una delle manifestazioni dei gilet gialli. L’azione più evocativa si è registrata ai danni di Jean-Baptiste Moreau, allevatore di bovini della Creuse, che s’è trovato la porta della rappresentanza chiusa da una pila di mattoni e la scritta sul muro «traditore». «Sono offeso – ha reagito su Facebook – l’agricoltura non sarà salvata dalla violenza. Giocare alla radicalizzazione è indegno dei contadini. Ed è tutto molto più grave di quanto vogliano far credere».

Al sindacato dei Giovani di categoria minimizzano, con alcuni distinguo: «Sono azioni spontanee, è vero, a volte lanciate da nostri iscritti, ma mai violente: un graffito, una barriera, un po’ di escrementi… Più che altro creiamo problemi di pulizia, mai danni a cose o persone: è la nostra regola». Netta presa di distanza dalle iniziative più aggressive dei gilet gialli: «Nessun legame». Per una testimonianza diretta, rimandano a Basile Faucheux, 29 anni, che risponde dal suo campo di barbabietole del Loiret: «Se siamo così arrabbiati è perché quando cerchiamo di discutere non ci rispondono. Preferiremmo che dicessero chiaramente: questo accordo serve alla Francia per vendere aerei o automobili, per esempio, invece di fingere che sia anche a nostro vantaggio». Non lo è, sostengono, perché immette nel mercato europeo 65 mila tonnellate di carne bovina e 80 mila di maiale «al di sotto dei nostri standard, e dunque più economica». Qui sta la contraddizione, dicono: «Da una parte ci costringono, anche con leggi recenti, a eliminare sostanze chimiche e a migliorare le condizioni degli animali negli allevamenti, dall’altra ci fanno importare prodotti incontrollabili, che noi non siamo autorizzati a produrre e che per di più ci ritroveremo a mangiare». Mentre le vacche francesi si nutrono al 90 per cento di erba prodotta dagli stessi allevatori, in Canada sarebbe ancora permessa l’aggiunta di farine animali, per esempio, qui abolita ai tempi del morbo della «mucca pazza».

Quanto a Castaner, tra la reazione drammatica alle proteste agricole e le accuse di sottovalutare (se non avallare) la violenza della polizia nella repressione, non è uno dei suoi momenti migliori. Via twitter lo riprende anche una delle ragazze ferite al Bataclan, che si firma WonderSo_: «Caro ministro, essendo io sopravvissuta a un vero attentato, la invito a fare attenzione alle parole che usa, alla gente che ferisce e soprattutto a presentare le dimissioni. Grazie». (di Alessandra Coppola)
www.corriere.it

venerdì 2 agosto 2019


 
News

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