Prosciutto di San Daniele a settembre il processo a Pordenone. Prime ammissioni e riti abbreviati all’udienza preliminare
Mentre a Parma il Procuratore generale sta valutando come affrontare la seconda fase di Prosciuttopoli (emersa nella primavera di quest’anno per via di 12.500 partite di cosce di suini avviate al circuito Dop su cui ci sono forti sospetti relative alla razza dei maiali), a Pordenone il 24 giugno 2019 c’è stata l’udienza preliminare per lo scandalo del falso prosciutto di San Daniele. La questione riguarda 270 mila prosciutti ritenuti falsi sequestrati un anno fa per un valore di 27 milioni di euro circa. Tutto è iniziato nel 2016, seguendo la pista di un falso documento abbinato a un lotto di cosce destinate a diventare prosciutto di San Daniele. Le indagini si sono concluse in agosto 2018 con 103 soggetti indagati, tra cui 62 persone, 25 imprese e 16 posizioni stralciate ad altre procure.
Lunedì scorso il Giudice dell’udienza preliminare, dopo avere ammesso le intercettazioni telefoniche e ambientali acquisite nel corso delle indagini, ha esaminato la posizione di quattro persone che hanno fatto istanza di rito abbreviato, mentre una ha patteggiato. La cosa interessante è che Coop Italia e Centrale Adriatica si sono costituite parti civili. Pure il Consorzio del prosciutto di San Daniele è stato ammesso come parte civile, anche se viene spontaneo chiedersi come abbia fatto un consorzio insieme a tutte le aziende associate a non accorgersi che 270 mila prosciutti erano probabilmente falsi).
Il Gazzettino nelle pagine di cronaca di Udine (https://www.ilgazzettino.it/nordest/udine/pordenone_falsi_prosciutti_dop-4579474.html), descrive molto bene le fasi processuali. Per otto imputati resta l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alle frodi in commercio e alla contraffazione. Le conclusioni sono previste per il 23 marzo 2020. (di Sara Rossi)
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domenica 30 giugno 2019
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