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Prosciutto di Parma: dimissioni in massa degli ispettori, stop marchiature. Revocare subito il mandato all’ente di certificazione

Il Prosciutto crudo di Parma da oggi (13 giugno) non può più essere certificato e marchiato. I quattro ispettori del Comitato di certificazione (Coce) dell’Istituto Parma qualità (IPq), nominati nell’autunno del 2018 su richiesta del ministero delle Politiche agricole (Mipaaft), si sono dimessi. Il Coce ritiene che non ci siano le condizioni per continuare a operare con i controlli. La cosa è molto grave perché gli ispettori hanno evidenziato nel maggio 2019 gravi irregolarità all’interno dell’IPq, che hanno portato a una sospensione per tre mesi. A questa situazione molto critica si aggiunge l’assenza per motivi personali della responsabile qualità dell’istituto. Per capire la gravità, basta dire che l’IPq è l’unico ente che per legge può imprimere il sigillo sui prosciutti. L’altra notizia è che lunedì 17 giugno dovrebbe iniziare una nuova stagione per l’IPq con la nomina del nuovo direttore generale, Fabio Bussacchini. Questa vicenda, che un anno fa abbiamo chiamato Prosciuttopoli, ha riservato diversi colpi di scena e non sembra destinata a finire presto.

La bufera che sta sconvolgendo l’ente di certificazione e che impedirà la marchiatura dei nuovi prosciutti non è casuale. È il risultato di una gestione molto disinvolta e di un’inaccettabile conflitto di interessi con il Consorzio del prosciutto di Parma che è socio per circa il 30% dell’IPq. L’Istituto rappresenta un nodo fondamentale della filiera del prosciutto di Parma, visto che ogni anno riceve 12 milioni da aziende come Citterio, Casa Modena, Rovagnati, Levoni per la marchiatura delle cosce. Ma l’ente certificatore da tempo è nell’occhio del ciclone. Basta ricordare che un anno fa il Mipaaft in seguito a controlli che hanno evidenziato gravi irregolarità ne decide il commissariamento per sei mesi, insieme all’ente certificatore del prosciutto di San Daniele (Ifcq). Il provvedimento è stato deciso perché i due enti certificatori non si sono accorti che 1,2 milioni di cosce destinate ad avere la Dop ( il 10% dei prosciutti Dop a livello nazionale), provenivano da una razza non prevista dal disciplinare. Nonostante ciò l’allegra gestione all’IPq va avanti, e nel mese di maggio 2019 arriva la nuova sospensione decisa da Accredia, dopo la sparizione dei verbali in cui gli ispettori segnalano che altre 2,5 milioni di cosce non sono in regola.

Non era mai successo che un ente certificatore implodesse in questo modo evidenziando irregolarità di tale gravità. Tutte queste vicende rendono inaccettabile l’affidamento ulteriore della certificazione rilasciata dal Mipaaft a questa struttura privata. Il ministero non è però immune da colpe, visto che per anni ha tollerato il conflitto di interessi tra IPq e Consorzio del prosciutto di Parma e tra Ifcq e Consorzio del Prosciutto San Daniele. Secondo molti addetti ai lavori questa commistione è una delle cause che ha portato alla disastrosa situazione attuale. L’altro aspetto grave è che il Consorzio del prosciutto di Parma da tempo è al corrente di queste irregolarità ma non le ha mai denunciate. C’è una mail datata 3 giugno 2019 in cui il Comitato di certificazione dell’Ipq (ora dimissionario in quanto impossibilitato a proseguire nel lavoro di controllo) annuncia al Consorzio che ci sono 12.500 partite (pari a oltre 2 milioni di cosce) che nell’ultimo semestre del 2018 sono finite nella filiera Dop, pur non rispettando le regole del disciplinare. Nella lettera si parla chiaramente di frode. Nonostante la gravità della notizia il Consorzio tace e non prende alcun provvedimento per arginare la frode.

Anche il Mipaaft è da molto tempo al corrente del malaffare e per questo motivo deve revocare il mandato a IPq. Il ministro Gian Marco Centinaio ha accennato a questa eventualità pochi giorni fa in un convegno proprio dopo la nostra segnalazione. I consumatori non possono essere presi in giro in questo modo e l’immagine del prosciutto di Parma ne esce distrutta. Pochi hanno voglia di raccontare questa storia. C’è un’atmosfera negativa, un silenzio pericoloso per la paura di essere trascinati in un grosso scandalo. Ma Prosciuttopoli va avanti e ogni giorno si aprono nuovi fronti, anche se pochi vogliono raccontare questo scandalo sui giornali. La procura di Parma sta indagando e noi siamo fiduciosi. Resta un’ultima domanda a cui forse qualcuno dovrebbe rispondere: come fanno i consumatori capire se i prosciutti di Parma e San Daniele Dop venduti con i marchi Citterio, Casa Modena, Rovagnati, Levoni sono veri o falsi? ---------------------- CRONISTORIA DI PROSCIUTTOPOLI 16 aprile 2018 – Il Fatto Alimentare scopre lo scandalo di Prosciuttopoli Prosciutto Parma e San Daniele: irregolarità nei controlli. Il ministero decide commissariamento degli Istituti di certificazione 3 maggio 2018 – Prosciuttopoli: sequestrate e smarchiate 300 mila cosce di prosciutto di Parma e San Daniele per un valore di 90 milioni! La frode iniziata nel 2014 14 maggio 2018 – Prosciuttopoli: i falsi prosciutti si possono riconoscere! Dubbi sull’ingenuità della filiera. Forse raddoppiato il numero di cosce irregolari 18 maggio 2018 – Prosciuttopoli: è impossibile controllare i maiali del Parma e del San Daniele. Per questo la truffa va avanti da 4 anni 1 giugno 2018 – Truffa del prosciutto San Daniele, tutta la filiera sembra coinvolta. 30 mila pezzi sequestrati. Il consorzio non poteva non sapere di Prosciuttopoli 17 agosto 2018 – Truffa del prosciutto San Daniele: 103 indagati e 270 mila pezzi sequestrati 18 gennaio 2019 – Prosciuttopoli: coinvolte 1.240.000 cosce di prosciutto San Daniele e di Parma per un valore di 80 milioni 11 febbraio 2019 – Prosciuttopoli: i numeri dello scandalo sono impressionanti, precisa l’Icqrf del Ministero delle politiche agricole 24 maggio 2019 – Coldiretti dimentica lo scandalo di 1,2 milioni di falsi prosciutti di Parma e San Daniele, ma punta il dito contro le etichette in Cile 30 maggio 2019 – Prosciuttopoli: all’IPq spariscono i documenti e scatta la sospensione. Il prosciutto crudo di Parma rischia la Dop 6 giugno 2019 – Consorzi del prosciutto dop: scandali, truffe e conflitto di interessi 10 giugno 2019 – Il 35% del prosciutto crudo di Parma e San Daniele è falso. Una truffa gigantesca. Consorzi ed enti di certificazione nella bufera. (di Roberto La Pira)
https://ilfattoalimentare.it

mercoledì 26 giugno 2019


 
News

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