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Cannabis legale nei discount Lidl in Svizzera. Preoccupazione negli Usa sulla sicurezza alimentare della marijuana commestibile

In Svizzera, la catena di supermercati Lidl ha lanciato due prodotti a base di cannabis, che vengono venduti nel reparto dei tabacchi e possono essere fumati da soli, arrotolandoli nelle cartine. La cannabis di Lidl contiene un’alta percentuale di cannabidiolo (CBD), che ha effetti rilassanti, mentre la sostanza psicotropa THC è al di sotto dell’1%, come prescrive la legge svizzera del 2011. Per ora la novità riguarda solo i punti vendita della Svizzera tedesca e romanda. I due prodotti vengono proposti a “prezzi tipicamente Lidl”: 17,99 franchi svizzeri ( circa 15 €) per il pacchetto da 1,5 grammi con cannabis coltivata in terreno coperto e 19,99 franchi (circa 17 €) per il pacchetto da 3 grammi con cannabis coltivata in serra.

La catena di discount dichiara che le piante di canapa vengono coltivate in Svizzera dalla società The Botanicals in serre parzialmente automatizzate e in aree coperte appositamente progettate per questo scopo. La coltivazione avviene secondo i principi dell’economia agricola sostenibile, senza l’aggiunta di sostanze chimiche, sintetiche o geneticamente modificate. Preoccupazione sulla sicurezza della cannabis commestibile arrivano invece dagli Usa, dove 29 Stati consentono la vendita di marjuana a uso medico e nove anche a uso ricreativo, ma dove ognuno di essi ha una propria regolamentazione. Ad esempio, come riferisce Food Safety News, Kansas, Idaho e South Dakota non consentono la vendita di cannabis commestibile, né per uso ricreativo né medico, al contrario di California, Colorado e Stato di Washington.

Il fatto è che in molti Stati dove la marijuana commestibile è autorizzata, indipendentemente dal fatto che l’uso sia medico o ricreativo, mancano ancora regole per garantirne la sicurezza alimentare. Come spiega Kimberly Stuck, che ha lavorato come esperta di sicurezza alimentare nel dipartimento della Salute di Denver e ora ha costituito una società di consulenza sulla sicurezza per i coltivatori di marijuana legale, la maggior preoccupazione è per gli usi medici della cannabis commestibile, perché riguarda anche persone con un sistema immunitario compromesso, per le quali virus, batteri e muffe possono essere patogeni. “Questo sta succedendo in Stati come California, Oregon, Nevada e Hawaii. Qui fuori è il selvaggio West. È pazzesco”, afferma Kimberly Stuck, secondo la quale gli standard di sicurezza alimentare dovrebbero coprire ogni aspetto della cannabis commestibile, dai residui di sostanze chimiche utilizzate in fase di coltivazione all’igiene dei dipendenti, alla manipolazione dei prodotti, ai requisiti di controllo della temperatura e tutte le altre fasi di produzione, imballaggio, conservazione e vendita.

Sulla base di queste considerazioni, si sta facendo strada la convinzione che la legalizzazione della marijuana a livello federale garantirebbe maggiore sicurezza, perché la farebbe ricadere sotto il controllo della Food and Drug Administration (FDA), ponendo fine alle diverse regolamentazioni dei vari Stati. (di Beniamino Bonardi)
www.ilfattoalimentare.it

domenica 20 maggio 2018


 
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