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UNA DIVERSA IDEA SUL RECUPERO DI UN BENE ARTISTICO MONUMENTALE.

Di seguito il testo del comunicato stampa presentato in conferenza stampa dal Comitato Cattedrale Davanzo, assieme ad altri Comitati a Associazioni che hanno partecipato al percorso Agenda 21 dedicato al recupero dell’ex Foro Boario di corso Australia.

L’ex Foro Boario di corso Australia è un importante complesso monumentale progettato dall’architetto Giuseppe Davanzo, di proprietà pubblica e sottoposto a vincolo dalla Soprintendenza alle Belle Arti. L'intero complesso architettonico potrebbe essere trasformato in un centro commerciale per i prossimi 50 anni, senza che la comunità padovana riceva un'adeguata contropartita; parimenti non sono note le garanzie che dovrebbero essere richieste in ordine alla riconsegna dell’opera monumentale di Davanzo allo scadere della concessione. Diversi Comitati e Associazioni cittadine, che qui riuniamo e rappresentiamo, hanno partecipato al percorso di Agenda 21 del Comune di Padova dedicato al recupero dell’area. Durante gli incontri, essi hanno ripetutamente chiesto ai facilitatori di Agenda 21 e ai rappresentanti dell'A.T.I. (associazione temporanea d’impresa) costituita da Leroy Merlin, Zed Entertainment's World ed altri (unico soggetto concorrente al bando di gara) maggiori informazioni riguardo alle soluzioni progettuali da adottare, non essendo stato depositato alcun progetto architettonico definitivo, che non risulta neppure realizzato. Analogamente, non sono state date informazioni progettuali circa la distribuzione funzionale e gli aspetti finanziari degli edifici del DES (Distretto dell’Economia Solidale).

Nel succitato ciclo di incontri erano stati previsti solo tre argomenti di discussione: - Riqualificazione dell’area e verde pubblico. - Mobilità sostenibile. - Distretto di Economia Solidale e della Sostenibilità. La pressoché totalità dei partecipanti ha concordato che sia necessario: - evitare ogni danno al verde esistente nonché l’aumento della sua estensione, superando gli standard urbanistici previsti dalla legge; - utilizzare tutti gli accorgimenti tecnologici atti alla mitigazione dei danni ambientali prodotti dall’insediamento del centro commerciale; - respingere la nuova viabilità prevista dalla Variante al P.I., comprendente un nuovo viadotto a ridosso del Cimitero Monumentale, ritenuta fortemente impattante sulla salute dei cittadini; - trovare nuove modalità d’accesso dalla città verso l’area dell'ex Foro Boario; - creare un serio sistema di accessi ciclo-pedonali; - realizzare un Distretto di Economia Solidale interamente a carico dell’A.T.I. investitrice. Le criticità sollevate sul progetto di finanza presentato non sono state confutate, e nemmeno è stato possibile discutere temi fondamentali quali: - l’effettiva sostenibilità economica dell'offerta avanzata dall'A.T.I., in conformità alle disposizioni di legge vigenti; - l’impatto dell’inquinamento prodotto sulla salute pubblica; - la tutela e valorizzazione funzionale del bene monumentale; - le ricadute sociali e occupazionali nel medio e lungo termine; - le eventuali alternative per il recupero dell'area e le possibili fonti di finanziamento. L’inadempienza ad alcune prescrizioni inserite nel bando fa emergere numerose incongruenze di dubbia interpretazione. Ulteriormente non sono comprensibili le modalità di attribuzione e il valore del punteggio assegnato nella gara indetta dal Comune. Riteniamo che il documento di sintesi di Agenda 21 paghi questo deficit di dibattito, imputabile alle mancate risposte dei rappresentanti di Leroy Merlin ad ogni nostra sollecitazione, e sia perciò gravemente carente. Non avendo ricevuto elementi per una diversa valutazione, ribadiamo la nostra contrarietà al progetto di finanza presentato dall'A.T.I. Rileviamo che il documento risultante dal percorso Agenda 21 non riflette fedelmente le preoccupazioni, criticità e problematiche sollevate e solo in parte documentate nei vari incontri dai tanti interventi occorsi. Non è plausibile né può accettarsi che il documento finale redatto da Agenda 21 sia accettato e condiviso secondo un presunto meccanismo di silenzio-assenso delle parti partecipanti, in particolare di quelle che sono state presenti solo in modo discontinuo e con scarse motivazioni d’interesse.

Ricordiamo che il 23 ottobre scorso è stata protocollata in Comune una proposta di delibera d’iniziativa popolare accompagnata da oltre 600 firme, chiediamo con forza che sia portata in discussione in Consiglio Comunale: probabilmente perderemo la battaglia ma il dibattito deve essere pubblico. Ribadiamo che tutte le informazioni sul progetto, che avrà ripercussioni per i prossimi 50 anni, debbano rispondere a criteri di trasparenza e consentire la verificabilità delle scelte a valle di una valutazione complessiva e oggettiva. Solo con una vlautazione serena ma precisa di costi e benefici, da effettuarsi in piena libertà e autonomia, svincolata da qualsiasi pressione da parte di lobby e soggetti economici, avendo come obiettivo soltanto il bene della città e dell’intera area metropolitana, le scelte dell’amministrazione potranno ritenersi accettabili nel rispetto dei programmi elettorali sui quali ha riscosso la fiducia degli elettori e potrà incassare quella dell’intera cittadinanza. Padova, 28 marzo 2018 Comitato Cattedrale Davanzo Comitato Borgo Peano Associazione AltrAgricoltura Nord Est CDAT - Comitato Difesa Alberi e Territorio Le Botteghe del Ponte FLAI-CGIL Veneto CGIL Padova Associazione Culturale Researching Movie Associazione Campi Colti Residenti di via del Cimitero
AltrAgricoltura Nord Est

venerdì 30 marzo 2018


 
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