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Le esecuzioni di Palestinesi diverranno legge: Israele approva la pena di morte.

Il Knesset, parlamento, israeliano, mercoledì ha approvato con un ristretto voto 52-49 la prima bozza del disegno di legge che rende più facile per i tribunali militari imporre una condanna a morte contro i Palestinesi coinvolti in omicidi o “operazioni terroristiche”. Si tratta di un emendamento al Codice Penale, che legalizza l’uso della pena di morte contro Palestinesi coinvolti in attività o attacchi anti-occupazione. Al momento, la pena di morte in Israele può essere imposta solo se un gruppo di tre giudici militari è unanime sulla sentenza. (Di fatto, la pena di morte è già eseguita attraverso le esecuzioni extragiudiziali, ndr).

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha votato a favore della bozza di legge. Il Centro palestinese per i diritti umani (PCHR) ha affermato, in un comunicato divulgato martedì, che il disegno di legge era stato presentato al Knesset il 30 ottobre 2017 da tre parlamentari israeliani. L’emendamento stabilisce che se un Palestinese è condannato per aver compiuto un attacco che ha provocato l’uccisione di israeliani, il ministro della Guerra israeliano può ordinare al tribunale militare di imporre la pena di morte. La sentenza non richiede un consenso tra i giudici, ma solo una maggioranza ordinaria, senza possibilità di commutare la sentenza. I parlamentari israeliani che hanno presentato il disegno di legge affermano che il rilascio di detenuti palestinesi dopo un certo periodo di reclusione (in riferimento agli accordi di scambio di prigionieri) dopo aver effettuato “terribili attacchi” indebolisce la capacità di deterrenza di Israele. La pena di morte esiste già… Il PCHR ha affermato che questo disegno di legge è solo un tentativo di legittimare lo status quo e la politica di assassinio ed esecuzione extragiudiziale già perseguita contro i cittadini palestinesi sulla base di ordini diretti dei più alti responsabili dell’esercito israeliano. Il Centro palestinese ha sottolineato che l’emendamento proposto viola gli obblighi di Israele ai sensi dell’articolo 6 della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, che stabilisce alcune condizioni per l’imposizione della pena di morte -condizioni non riscontrabili nei tribunali militari israeliani. Un disegno di legge simile venne respinto dal Knesset nel 2015. A quel tempo, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, aveva invitato i membri del suo partito a non votare il disegno di legge in quanto aveva bisogno di emendamenti e discussioni prolungate. Ciò indica che Netanyahu e il suo partito estremista, il Likud, avevano accettato il disegno di legge in linea di principio.

Il PCHR ha avvertito che questa mossa israeliana aprirà le porte a ulteriori crimini contro i civili palestinesi e ha invitato le Nazioni Unite e i Paesi firmatari di convenzioni sui diritti umani a lavorare per porre fine alle politiche razziste di Israele. Secondo i media israeliani, il disegno di legge è sostenuto da numerosi ministri estremisti del governo israeliano, tra cui il ministro della Giustizia, Ayelet Shaked, il ministro dell’Agricoltura, Uri Ariel, il ministro della Cultura, Miri Regev, il ministro della Scienza, Danny Danon, e il ministro dell’Immigrazione Ze’ev Elkin.

Le autorità di occupazione israeliane emisero due risoluzioni (268) e (159), in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, rispettivamente nel 1967 e nel 1968. L’uso della pena di morte, in base a tali risoluzioni, è diventato facoltativo per il giudice; quindi, può essere sostituito dall’ergastolo. L’Unione europea (UE) ha espresso la propria condanna, affermando che tale legge è “incompatibile con la dignità umana”. La pena di morte “costituisce un trattamento inumano e degradante, non ha alcun effetto deterrente dimostrato e consente agli errori giudiziari di diventare irreversibili e fatali”, si legge in una dichiarazione rilasciata dall’UE mercoledì.
www.infopal.it

martedì 9 gennaio 2018


 
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