A Davos va in scena la pandemia.
LA TEMUTA pandemia da influenza aviaria è scoppiata da 40 giorni e
continua a diffondersi. Da 28 giorni è giunta in un paese europeo, forse
l'Italia: gli ospedali sono sovraffollati, gli autisti degli autobus
malati, le fabbriche funzionano a rilento, l'approvvigionamento
energetico è a rischio. È fortunatamente una simulazione, condotta a
Davos (Svizzera) nell'ambito di un seminario del World economic Forum
(Wef).
Un seminario estremamente istruttivo, ha spiegato David Nabarro,
coordinatore delle Nazioni Unite per l'influenza aviaria. «Abbiamo
separato i partecipanti all'esercitazione in quattro gruppi: economia,
salute, governo e Onu. Ognuno ha dovuto affrontare una serie di domande
su cosa fare. Hanno avuto un'ora per rispondere. Poi c'è stato l'esame
delle risposte e ancora un'ora per rispondere ad altre domande sulla
sopravvivenza dei sistemi che garantiscono i servizi di base, la legge e
l'ordine. Tutti hanno potuto rendersi conto di quanto sia importante la
preparazione», ha detto Nabarro, tra gli ospiti del Wef, che ogni anno
riunisce a Davos ministri, capi di Stato, imprenditori ed esperti di
tutto il mondo. Una vasta pandemia causata dall'H5N1 potrebbe causare
tra i 2 e 7 milioni di morti, ma anche, secondo altri scenari dai 20 ai
40 milioni di morti. Secondo un recente documento dell'Oms, il mondo non è mai stato così vicino ad una pandemia di influenza dal 1968.
Il tempo
lunedì 30 gennaio 2006
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