Ue-Israele, Netanyahu minaccia Bruxelles dopo l'imposizione dell'etichetta sui prodotti importati. A Hebron, intanto, l'esercito ammazza un palestinese dentro un ospedale.
Nuovo orrore delle forze di sicurezza israeliane. Questa mattina sono entrate dentro un ospedale ad Hebron(Cisgiordania), dove da ieri sono in corso furiosi scontri, per arrestare un palestinese, ospedalizzato e ferito, ma accusato di aver accoltellato un israeliano lo scorso mese. I famigliari si sono opposti, anche fisicamente, al fatto che l’uomo fosse strappato dal letto e portati in carcere. I militari hanno sparato uccidendo un cugino, Abdullah Shalaldeh.
Intanto, il premier Netanyahu risponde stizzito all’imposizione dell’Ue di apporre le etichette ai prodotti che arrivano dai territori occupati accusando Bruxelles di “ipocrisia” e minacciando l’interruzione di alcuni tavoli sui diritti umani nell’ambito dei colloqui di pace.
La “colpa”dell’Unione europea è stata quella di aver adottato la cosiddetta 'nota interpretativa' alle linee guida pubblicate ad aprile 2013 per l'etichettatura dei prodotti nei territori occupati da Israele, compresa la Cisgiordania. Nella nota è prevista l'indicazione di provenienza da "insediamenti".
La Commissione europea "non sostiene alcuna forma di boicottaggio o sanzione per Israele", ha detto il vicepresidente Valdis Dombrovskis, puntualizzando che le norme interpretative sull'etichettatura di origine delle merci prodotte nei territori occupati da Israele sono "una questione tecnica, non un'istanza politica". "L'etichettatura delle merci prodotte nell'Unione o che entrano nel mercato unico europeo è una parte essenziale della politica europea per i consumatori" ha detto Dombrovskis aggiungendo che "la Commissione fornisce linee guide agli stati e agli operatori economici per assicurare l'uniforme applicazione sulle norme per l'etichettatura sull'origine dei prodotti degli insediamenti israeliani".
La nota interpretativa, che è stata pubblicata oggi sulla Gazzetta Ufficiale europea, "non è una nuova legislazione o una nuova politica", sottolinea il vicepresidente ricordando che "il chiarimento è stato richiesto dagli stati membri". Dombrovskis poi ricorda che, in base all'accordo di associazione tra Ue e Israele, "i beni prodotti nei confini internazionalmente riconosciuti hanno un trattamento tariffario preferenziale e questo non cambia".
"Questo passo solleva domande sul ruolo che la Ue aspira a giocare. E può avere anche implicazioni sulle relazioni tra Israele e l'Europa", ha incalzato detto il portavoce del ministero degli esteri israeliano Emanuel Nahshon.
"Ci dispiace - ha aggiunto Nahshon - che la Ue scelga di fare un passo discriminatorio ed eccezionale come questo in un momento in cui Israele si trova ad affrontare un'ondata di terrore diretta contro tutti i cittadini ovunque si trovino". Per il ministero il fatto che la Ue definisca "tecnico" il provvedimento varato oggi "è un'affermazione cinica e priva di fondamento". Al contrario le norme varate "rafforzeranno gli elementi radicali che promuovono il boicottaggio contro Israele e negano il suo diritto all'esistenza". Secondo i media il ministero, dopo la mossa di Bruxelles, ha convocato l'ambasciatore Ue Lars Faaborg Andersen.
L'etichettatura con l'indicazione d'origine è obbligatoria, secondo le regole generali del commercio nell'Unione europea, per i prodotti agricoli e per i cosmetici. E' però consentito che venga indicato come 'made in Israel' il vino imbottigliato entro i confini del 1967 e anche se prodotto con uve coltivate in Cisgiordania, per il principio secondo il quale prevale la provenienza in cui viene realizzata la maggior parte del valore aggiunto.
In base all'accordo di associazione tra Israele e Unione europea, i prodotti nei territori occupati dal 1967 in Cisgiordania e nel Golan sono esclusi dai benefici doganali.
Il volume del commercio tra Ue e Israele è nell'ordine di circa 30 miliardi di euro l'anno (17 miliardi di export europeo verso Israele, 13 miliardi di import nella direzione opposta). Il valore del commercio con l'Europa di prodotti dei territori occupati rappresenta meno dello 0,5%: 154 milioni di euro nel 2014.
L'obbligo di etichettatura, è stato spiegato da fonti della Commissione, ricade sull'intera filiera: dal produttore all'importatore fino al dettagliante. E potrà fondarsi sui documenti doganali di accompagnamento delle merci. E' lasciata ai singoli paesi la scelta della dizione da adottare, ma deve essere indicato chiaramente che il prodotto in questione viene da un "insediamento".
L'etichettatura obbligatoria è stata già più volte criticata aspramente in Israele, ma a Bruxelles si fa notare che la Ue riconosce solo i confini del 1967 e le linee guida pubblicate nel 2013 e 'interpretate' con le norme adottate oggi non fanno altro che chiarire che "i consumatori devono avere una esplicita indicazione" sulla provenienza della merce.
Tornando a quanto è accaduto a Hebron, dal video diffuso da alcuni parenti, si vedono i militari entrare in ospedale in borghese, travestiti da famiglia palestinese che accompagnava una congiunta incinta seduta su una sedia a rotelle, per compiere l’arresto dell’uomo.
Secondo il direttore dell’ospedale Jehad Shawar, mentre le forze di sicurezza arrestavano l’uomo, il cugino è entrato all’improvviso nella stanza dal bagno, ed è stato raggiunto da cinque colpi che lo hanno ucciso. “Questo è un crimine, è contro la legge internazionale, nessuno dovrebbe violare gli ospedali, ma Israele, lo fa”, ha detto il direttore.
Il numero di Palestinesi che sono stati uccisi dal fuoco israeliano dal 1° ottobre ha raggiunto gli 82, secondo i dati forniti dal Centro gerosolimitano per gli studi sui prigionieri. Il 78% sono stati uccisi a sangue freddo. La maggioranza delle vittime è di Hebron, con 28 giovani uccisi. 16 bambini e sette donne sono tra le vittime. (Autore: fabio sebastiani)
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mercoledì 11 novembre 2015
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