L'eredità dell'Expo. Il lavoro povero e gratuito.
E l’Expo del lavoro? Tra annunci di mirabolanti successi e “prenotazioni” da altre
città, come per il Giubileo di Roma, l'unico vero risultato della kermesse sul cibo
è l'umiliazione del lavoro. Peccato che nessuno ne parli. La conclusione del circo
milanese nato, come si ricorderà, nel giorno dedicato alla Festa del Lavoro, lascia
le migliaia di persone che l'hanno fatto funzionare in mezzo a una strada. Un dato
singolare, certo. Il grande successo mediato e commerciale stride con la povertà
assoluta di chi ha faticato nei padiglioni. Come mai di tanta ricchezza prodotta
nulla è andato agli addetti? Se è vero che sono stati venduti venti milioni di biglietti dove è finito il miliarduccio incassato?
“Quando comincerà a diradarsi il fumo della propaganda e delle promesse – si
legge in una nota del Forum diritti Lavoro - resteranno solo le illusioni che sono
state propinate ai lavoratori. E soprattutto resterà lo scandalo del lavoro gratuito
spacciato per volontariato”. La pubblicità martellante degli ultimi giorni presenta
persone felici di aver lavorato gratis, ma non è questa la realtà. Migliaia di
persone han fatto funzionare la fiera ricevendo come compenso addirittura un
tablet. Centinaia sono state invece retribuite con paghe inferiori ai minimi
contrattuali e pari a circa 500 euro mensili lordi, come nel caso delle guardie
giurate. Ma non è finita qui perché il quadro è ancora più duro per quanto
riguarda il controllo. Forze dell’ordine e organizzazione ce l’hanno messa tutto
per “seguire” ogni piccolo movimento dei circa 15mila addetti. Un controllo
esasperante e minuzioso, che secondo la Cgil ha violato non solo le norme dello
Statuto dei lavoratori ma anche le stesse leggi a garanzia della libertà dei
cittadini.
Per dirla con le parole del Forum diritti Lavoro, che promette di volerci veder
chiaro in tutta questa faccenda, “a Expo si è dato un altro colpo alla funzione del contratto nazionale di lavoro e sono state sperimentate forme contrattuali incompatibili per una fiera, come l'apprendistato”.
Parole dure che in qualche modo riecheggiano anche nel giudizio di alcuni
rappresentanti della Cgil, che pure aveva firmato un accordo per “parare” il caos
che si sarebbe inevitabilmente creato. “Il lavoro creato con l’Expo – sottolinea
Antonio Lareno, della segreteria della Cgil di Milano – non sarà in grado di
contrastare minimamente la tendenza negativa di tutta l’area. Detto questo, va
sottolineato che nei padiglioni si sono sperimentate tutte le peggiori forme di
lavoro possibili. Una vera e propria Torre di Babele”.
Il Forum Diritti Lavoro, che ha fatto un esposto contro il lavoro gratuito, “ritiene
necessario che nei prossimi mesi, quando si spegneranno i riflettori sulla fiera, si
assicuri adeguata tutela a tutte le lavoratrici e i lavoratori che vorranno fa valere
i loro diritti e si rilanci l'iniziativa contro la precarizzazione del lavoro, di cui Expo
è stata vetrina. Il Forum darà il proprio sostegno a tutte e tutti coloro che,
persone e organizzazioni, continueranno la contestazione del modello Expo". (di Fabio Sebastiani)
www.controlacrisi.org
sabato 31 ottobre 2015
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