Acqua, mille bollette "autoridotte"
LA BATTAGLIA: AcegasAps continua a mandare richieste di recupero dei soldi mancanti, ma invano. Il "comitato ": «E' un bene comune, seguiamo i dettami del referendum di quattro anni fa>>. Sono circa mille gli "autoriduttori" padovani. A quattro anni dal referendum che nel 2011 ha detto no alla remunerazione del capitale investito nella bolletta dell'acqua, continua infatti la campagna di "obbedienza civile" portata avanti dai comitati che allora sostennero il referendum e che oggi continuano la loro attività.
«Anche quest'anno proseguiamo con la campagna, che continua ad ampliarsi - spiega Alessandro Punzo, del comitato per l'acqua bene comune - Noi continuiamo con le autoriduzioni anche se da parte di AcegasApsAmga vengono inviate delle richieste di recupero della quota autoridotta che per noi non sono legittime». Attraverso gli sportelli del comitato è possibile compilare un bollettino, con
cui pagare la bolletta dell'acqua, che non comprende la quota del capitale investito.
Non sempre però è tutto semplice: «Agli autoriduttori arrivano anche delle telefonate che minacciano lo slaccio - continua Punzo - nonostante spesso siano gli utenti ad avere diritto di rimborsi ben più cospicui da
parte di AcegasApsAmga». La battaglia legata al risultato referendario si intreccia infatti anche a quella, portata avanti sempre dai comitati, per il rimborso da parte del gestore della quota che in bolletta andava a ripagare la depurazione,
che in alcune zone di Padova non era però effettuata: «Nel caso specifico di un utente che
ha autoridotto di 50 euro l'azienda chiede la restituzione di questi soldi, che comunque secondo noi non gli spettano in base al risultato referendario, ma non dice nulla dei 1.453 €. che
invece avanza l'utente per la mancata depurazione».
Il rimborso per la mancata depurazione coinvolge, secondo i dati di AcegasApsAmga, 1.303 utenti,
di cui 825 già rimborsati per un totale di 1.750.000 euro. Secondo il comitato invece gli utenti che, pur abitando in zone non raggiunte dal servizio di depurazione, pagavano il servizio
sono di più, anche perché nel 2013 erano stati stimati in circa 4 mila. Per fare chiarezza anche sul numero di persone che avranno diritto al rimborso, il comitato chiede di poter parlare con i responsabili dell'azienda: «Vogliamo un incontro pubblico con ACegasApsAmga, il consiglio di Bacino e il comune per discutere la questione apertamente» conclude Punzo.
Il Gazzettino di Padova
domenica 25 ottobre 2015
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