Comunicato dei soldati di 38 unità delle forze armate greche: «Non partecipiamo alla guerra contro i migranti, non reprimiamo le lotte sociali»
...carni lacerate dal filo spinato, bambini annegati sulle coste, affamati nelle piazze,
folle accalcate che pregano per i loro documenti...
Molti di noi hanno visto e hanno vissuto queste scene vergognose prima che
arrivassero sulle prime pagine e nei telegiornali, sul fiume Evros e sulle isole, là
dove ci hanno mandati per svolgere obbligatoriamente il servizio dell’assurdo.
Lavoratori schiavi e contemporaneamente carne per i loro cannoni.
Queste scene ci scioccano, monopolizzano i nostri discorsi. Non vogliamo, però,
che diventino routine. Come non ci siamo abituati e non riconosciamo i
memorandum e le politiche anti-popolari, gli interventi imperialistici e le loro
sporche guerre, così non accetteremo e non ci abitueremo al dramma dei
profughi. È il dramma delle nostre genti, del nostro mondo, del mondo del lavoro,
indipendentemente dalla nazionalità, dalla religione o dal sesso!
Il cosiddetto «aumento dei flussi migratori» è in realtà fuga dalla guerra e
sradicamento. Non è un fenomeno naturale, ci sono dei responsabili. È la loro crisi
capitalistica. Per far sì che passi, aboliscono i nostri diritti, ci lasciano nella fame,
nella povertà, nella disoccupazione, nella nuova necessità di migrare. Sono gli
USA, la NATO, l’Europa, la Cina e la Russia. Impongono i loro interessi economici
con la paura e la morte, mantengono e resuscitano nuovi alleati e nemici,
alimentano il fondamentalismo religioso. Sono le forze della periferia dell’impero
(Turchia, Israele, Grecia, paesi Arabi), che inaspriscono gli antagonismi di
quest’area.
Sono quelli che parlano di stati falliti e di popoli inferiori, quelli che affrontano gli
uomini come spazzatura e fanno rastrellamenti, trasformando interi territori in
discariche di persone e in dispense per il crudo sfruttamento! Uno solo è il nemico
della classe borghese e dei suoi governi: i lavoratori, sia che si battano per i loro
diritti, sia che si muovano senza documenti, anche se sono stati i loro interventi
militari a portarli allo sradicamento. E inoltre, non sono i rifugiati a decidere dove
andare: i flussi migratori vengono incanalati verso i moderni campi di
concentramento, gli hot spot, perché i lavoratori scelgano dove essere sfruttati! Se
ne libereranno, chiaramente, quando non avranno più bisogno di loro, o quando si
azzarderanno a reagire, rimettendoli di nuovo sul mercato...
Lo stato greco e l’esercito sono parte del problema e non la soluzione. Il governo
SYRIZA-ANEL continua la guerra al terrorismo, prende parte ai programmi
imperialistici, combatte le «minacce non conformi» (migranti, movimenti sociali).
Replica la falsa ripartizione tra profughi di guerra buoni e migranti economici
cattivi. Le forze armate chiedono a noi, i soldati di leva, insieme a quelli in ferma
stabile e agli ufficiali, di fare la guerra al «nemico esterno», come nel caso recente
dell’esercitazione PARMENIONE 2015! Al ciclo morte-sfruttamento-oppressione
collaborano in armonia i “nemici” Grecia e Turchia, che pattuglieranno
congiuntamente l’Egeo! Il fronte di guerra dell’Europa, per altro, comincia a
Gibilterra e termina nell’Egeo, con Frontex con un ruolo preponderante.
Un sommergibile greco si unirà alla flotta europea che opera nelle acque territoriali
libiche. La 16a divisione, sull’Evros, è in stato d’allerta per i migranti che arrivano
da Edirne. Ci ordinano di esercitarci per reprimere le folle, come a Kos, dopo i
drammatici eventi di Kalymnos, quando il generale ha richiesto che venisse
dichiarato lo stato di emergenza e che fossimo mandati armati contro i migranti
reclusi senza cibo né acqua. Facciamo la guardia a questa cortina omicida che è
anche la ragione di tutti questi annegamenti nell’Egeo.
NON COMBATTIAMO, NON REPRIMIAMO, NON DIAMO LA CACCIA AI MIGRANTI.
Noi soldati in lotta siamo contro tutto questo, contro i loro crimini vecchi e nuovi.
Chiamiamo a un Movimento di massa, sia dentro che fuori l’esercito.
Per bloccare in ogni modo Frontex, la NATO e l’esercito europeo, l’azione delle
forze armate in questo massacro continuo. Non partecipiamo alle ronde.
Aiutiamo ad abbattere le cortine e non a costruirne di nuove. Che nessun soldato
salga sulle navi dirette in missione.
Navi, sommergibili e aeroplani facciano ritorno alle loro basi. Nessun supporto ai
loro rifornimenti.
Rifiutiamo la trasformazione dell’esercito greco in un dispositivo capitalista, sia a
discapito dei migranti che dei movimenti sociali. Non accetteremo di rimediare
come «lavori volontari» alle carenze delle infrastrutture sociali. Per noi la minaccia
non conforme sono la guerra dichiarataci contro dai governi e gli interessi che essi
sostengono..
Chiediamo ai nostri colleghi non solo di mostrare pietà e compassione, ma anche
di considerare i comuni interessi di classe. Sono le stesse istituzioni borghesi, le
stesse politiche borghesi, gli stessi governi borghesi che distruggono anche i nostri
sogni.
Quello che adesso vivono i profughi, la continua persecuzione da parte di
dispositivi totalitaristici di ogni tipo, la lotta per la dignità e la sopravvivenza, il
loro tragico presente, sono per molti di noi l’incubo di un presente e di un futuro
che non dobbiamo vivere: lo stato del totalitarismo parlamentare con i
collaboratori NAZISTI di Alba Dorata.
Sappiamo bene che le prossime rivolte vedranno gli sfruttati uniti o gli uni contro
gli altri.
Non esiste oggi una solidarietà più pragmatica e un aiuto più grande a noi stessi
che il colpire il male alle radici.
Siamo parte del moderno movimento dei lavoratori e contro la guerra, che può
esistere solo attraverso un’ottica di classe, anticapitalista e internazionalista. Con
la resistenza, l’opposizione, il rifiuto in toto del governo, dei dispositivi
imperialistici, del mondo borghese dell’oppressione.
(seguono nel testo originale le sottoscrizioni dei soldati di 38 unità delle forze
armate, n.d.t.)
RETE DI SOLDATI LIBERI “SPARTAKOS”
COMITATO DI SOLIDARIETA’ AI SOLDATI DI LEVA
Fonte: diktiospartakos.blogspot.gr
Traduzione di AteneCalling.org
diktiospartakos.blogspot.gr
venerdì 23 ottobre 2015
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