STOP GLIFOSATO, L'APPELLO CONTRO IL PESTICIDA PIÙ UTILIZZATO AL MONDO.
Secondo l'Agenzia internazionale per la ricerca sul
cancro (IARC), il glifosato sarebbe un “probabile
cancerogeno umano”. In Italia, però, è stato incluso
nel Piano Agricolo Nazionale (PAN) per l'uso sostenibile
dei fitofarmaci. AIAB e FIRAB lanciano un appello a
Governo, Parlamento e Regioni per chiedere il ritiro
immediato e definitivo di tutti i prodotti a base di
glifosato.
È un'occasione per avvicinare il produttore al cittadino e per promuovere
un’economia sostenibile; a tale proposito, quest’anno Cadore Natura darà spazio
alla campagna di informazione e sensibilizzazione “Liberi da veleni”, portata avanti
da diverse associazioni locali sul rischio già in atto di coltivazioni intensive e
altamente inquinanti nella Provincia di Belluno.
Ci saranno momenti di approfondimento sui temi dell’agricoltura e la presenza
delle associazioni impegnate nella valorizzazione del territorio, sia a livello sociale
che ambientale.
Per una maggior garanzia del mercatino, AIAB Veneto controllerà in loco la
certificazione delle aziende biologiche e, in collaborazione con il Comune, ridurrà al
minimo l'impatto ambientale nella zona ristoro e nelle aree espositive.
** scaricate QUI la locandina con il programma completo dell’evento**
IL TOTO-MELONE
In estate, o è l'anguria o è il melone.
O è l'uno o è l'altro, ma la parte più
coinvolgente, al momento di fare la
spesa, è capire quale sia quello giusto da
comperare. Quando ne vediamo tanti,
cerchiamo di capire.
Un videoclip di Coltura & Cultura ci
aiuta a comprendere.
GUARDA IL VIDEO QUI
Quando andiamo a fare la spesa - si legge nella nota di presentazione del videoclip
"Il toto-melone" di Coltura & Cultura - cosa ci spinge a scegliere un melone
piuttosto che un altro? Probabilmente lo annusiamo, se profuma vuol dire che è
buono. Ma è veramente così?
Oggi i meloni profumano molto meno, ma perchè così si conservano qualche
giorno in più. Questo non vuol dire che non siano dolci, anzi!
Sono sempre più buoni rispetto al passato ed è tutto merito dell’innovazione…
Già, la parola magica è innovazione. Per tutte le colture.
(da OlioOfficina – agosto 2015)
STOP GLIFOSATO, L'APPELLO CONTRO IL
PESTICIDA PIÙ UTILIZZATO AL MONDO.
Secondo l'Agenzia internazionale per la ricerca sul
cancro (IARC), il glifosato sarebbe un “probabile
cancerogeno umano”. In Italia, però, è stato incluso
nel Piano Agricolo Nazionale (PAN) per l'uso sostenibile
dei fitofarmaci. AIAB e FIRAB lanciano un appello a
Governo, Parlamento e Regioni per chiedere il ritiro
immediato e definitivo di tutti i prodotti a base di
glifosato.
Un appello sfida il gigante. S'intitola “Stop Glifosato” il manifesto lanciato il 30 luglio
dall'Associazione italiana per l'agricoltura biologica (AIAB) e dalla Fondazione italiana per
la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica (FIRAB) contro il pesticida più utilizzato al
mondo, ritenuto un “probabile cancerogeno umano” dall'Agenzia internazionale per la
ricerca sul cancro (IARC). Al Governo e al Parlamento, le due sigle hanno chiesto di “applicare il principio di
precauzione in nome della tutela della salute pubblica”, vietando così
“definitivamente e in maniera permanente” la produzione, la commercializzazione e
l'uso di tutti i prodotti a base di glifosato. Alle Regioni, invece, è giunto l'appello di
“rimuovere il prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono, e di
escludere da qualsiasi premio le aziende che ne facciano uso evitando di
premiare e promuovere "l'uso sostenibile di prodotto cancerogeno”.
Il pesticida - spiegano AIAB e FIRAB - “è infatti contenuto in 750 formulati, tra i quali il
Glinet® e il Roundup®, ed è il diserbante collegato alle sementi geneticamente modificate
(OGM) di mais, soia e cotone”, il cui Dna è stato manipolato dalla multinazionale Monsanto
per “resistere” al suo diserbante commercializzato sotto il nome di Roundup®, definito
dalla ditta produttrice "ecologico e biodegradabile". Una classificazione profondamente
diversa da quella fornita dallo IARC lo scorso 20 marzo, per la quale “esistono prove
convincenti in grado di dimostrarne la cancerogenicità negli animali di laboratorio […] Il
glifosato, inoltre, causa danno al DNA e ai cromosomi nelle cellule umane".
Il nostro Paese, però, ha incluso il glifosato nel Piano Agricolo Nazionale (PAN)
per l'uso sostenibile dei fitofarmaci, facendo sì che i Piani regionali per lo
Sviluppo Rurale, finanziando, nella “misura 10”, l'agricoltura integrata e
conservativa, ne possano in futuro “premiare” l'uso. “In assenza di un intervento
- è la denuncia di AIAB e FIRAB - si creerà il paradosso che il PAN per l'uso
sostenibile dei fitofarmaci promuoverà l'uso sostenibile di un prodotto
cancerogeno”.
Alle documentate accuse delle associazioni (“In Gran Bretagna tracce di glifosato sono
state trovate nel pane di frumento integrale”, “L'Autorità danese per l'ambiente e il lavoro
lo ha dichiarato come cancerogeno, mentre paesi come El Salvador e Sri Lanka lo hanno
completamente vietato e in Colombia è stata vietata l'irrorazione aerea sulle colture di
coca”), la multinazionale - che in Italia opera dal 2008 attraverso la Monsanto Agricoltura
Italiana Spa con sede e a Milano, e posseduta interamente dall'olandese Monsanto Invest
B.V. - replica sul suo sito con un documento in formato pdf intitolato “Monsanto, fatti e
miti”. “I rischi del glifosato non sono stati valutati fino in fondo - è la tesi dell'azienda - e
come nel caso di altri prodotti per la protezione delle colture, sia il principio attivo che i
formulati commerciali sono sottoposti a un processo di valutazione”.
Al Governo e al Parlamento, le due sigle hanno chiesto di “applicare il principio di
precauzione in nome della tutela della salute pubblica”, vietando così
“definitivamente e in maniera permanente” la produzione, la commercializzazione e
l'uso di tutti i prodotti a base di glifosato. Alle Regioni, invece, è giunto l'appello di
“rimuovere il prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono, e di
escludere da qualsiasi premio le aziende che ne facciano uso evitando di
premiare e promuovere "l'uso sostenibile di prodotto cancerogeno”.
Il pesticida - spiegano AIAB e FIRAB - “è infatti contenuto in 750 formulati, tra i quali il
Glinet® e il Roundup®, ed è il diserbante collegato alle sementi geneticamente modificate
(OGM) di mais, soia e cotone”, il cui Dna è stato manipolato dalla multinazionale Monsanto
per “resistere” al suo diserbante commercializzato sotto il nome di Roundup®, definito
dalla ditta produttrice "ecologico e biodegradabile". Una classificazione profondamente
diversa da quella fornita dallo IARC lo scorso 20 marzo, per la quale “esistono prove
convincenti in grado di dimostrarne la cancerogenicità negli animali di laboratorio […] Il
glifosato, inoltre, causa danno al DNA e ai cromosomi nelle cellule umane".
Il nostro Paese, però, ha incluso il glifosato nel Piano Agricolo Nazionale (PAN)
per l'uso sostenibile dei fitofarmaci, facendo sì che i Piani regionali per lo
Sviluppo Rurale, finanziando, nella “misura 10”, l'agricoltura integrata e
conservativa, ne possano in futuro “premiare” l'uso. “In assenza di un intervento
- è la denuncia di AIAB e FIRAB - si creerà il paradosso che il PAN per l'uso
sostenibile dei fitofarmaci promuoverà l'uso sostenibile di un prodotto
cancerogeno”.
Alle documentate accuse delle associazioni (“In Gran Bretagna tracce di glifosato sono
state trovate nel pane di frumento integrale”, “L'Autorità danese per l'ambiente e il lavoro
lo ha dichiarato come cancerogeno, mentre paesi come El Salvador e Sri Lanka lo hanno
completamente vietato e in Colombia è stata vietata l'irrorazione aerea sulle colture di
coca”), la multinazionale - che in Italia opera dal 2008 attraverso la Monsanto Agricoltura
Italiana Spa con sede e a Milano, e posseduta interamente dall'olandese Monsanto Invest
B.V. - replica sul suo sito con un documento in formato pdf intitolato “Monsanto, fatti e
miti”. “I rischi del glifosato non sono stati valutati fino in fondo - è la tesi dell'azienda - e
come nel caso di altri prodotti per la protezione delle colture, sia il principio attivo che i
formulati commerciali sono sottoposti a un processo di valutazione”.
Di tutt'altro avviso è la pubblicazione scientifica richiamata nell'appello “Stop Glifosato” di
AIAB e FIRAB (Mesnage et al, 2014), secondo cui le “formulazioni commerciali contenenti
“glifosato” sono 1.000 volte più tossiche del solo principio attivo, rivelando esserci effetti
sinergici tra i componenti dell'erbicida”. O lo studio pubblicato su “The Lancet Oncology”,
che, sempre secondo le due sigle, “dopo tre anni di ricerche coordinate da 17 esperti in 11
paesi, rivela una forte correlazione epidemiologica tra l’esposizione al glifosato e il linfoma
non-Hodgkin. In aggiunta ai già noti aumenti di ricorrenza di leucemie infantili e malattie
neurodegenerative, Parkinson in testa”.
Nonostante sia una delle sostanze più vendute in Italia (“Oltre che in agricoltura è
ampiamente impiegato da Comuni e Provincie per la pulizia delle strade, dalle ferrovie per
quella dei binari ed è presente anche in prodotti da giardinaggio e per l’hobbistica”), il
glifosato verrebbe monitorato unicamente in Lombardia.
L'Agenzia regionale per l’ambiente del Veneto ha fatto sapere che nel 2007, nella
sola provincia di Treviso, sono stati impiegati 55mila chilogrammi di “Glifosato” e
8mila chilogrammi di “Ammonio-Glufosinato”, un altro diserbante che “è stato
recentemente messo al bando dalla Comunità europea perché classificato CMR
(C=carcinonogenic; M=mutagenic; R = classified as Toxic for reproduction)”.
Il bilancio fermo al 31 agosto 2014 della Monsanto Agricoltura Italiana Spa (111 milioni di
euro il fatturato registrato all'epoca) offre un quadro del “mercato” di questo prodotto:
“Le vendite della divisione Chimico, aventi per oggetto la sola linea di prodotti a
base di glifosate Roundup, hanno registrato un aumento significativo - si legge -.
Tale aumento solo in parte si spiega con l'incremento dell'utilizzo di glifosate in
tutta Italia a causa del favorevole andamento climatico primaverile, che ha fatto
crescere il mercato potenziale di un 15% secondo le nostre stime. La crescita di
fatturato è stata però superiore alla crescita del mercato, grazie all'oculata
strategia di marketing e commerciale che ha consentito di erodere quote di
mercato alla concorrenza”.
All'appello urgente hanno aderito anche: l'Associazione biodinamica italiana,
Asso-Consum, la Campagna Nazionale in difesa del latte materno dai
contaminanti ambientali, Federbio, il Forum Italiano dei movimenti per l'acqua,
l'ISDE – Associazione Medici per l'Ambiente, Legambiente, l'MDC – Movimento in
difesa del cittadino, Navdanya International e Nutrizionisti per l'ambiente.
La parola ora passa al Governo, al Parlamento e alle Regioni.
El Tamiso News Letter
lunedì 10 agosto 2015
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