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Con la lotta compatta i lavoratori SDA vincono la partita a Bologna e respingono l’aggressione squadrista di Roma - Comunicato del coordinamento nazionale SI-Cobas

SDA ha tentato la carta dello squadrismo antioperaio, ma ha dovuto cedere di fronte alla compattezza dei lavoratori organizzati nel SI Cobas. Mentre i lavoratori della SDA di Bologna erano ancora in sciopero contro SDA che teneva chiuso un magazzino pur di non far entrare 13 lavoratori perché attivisti SI Cobas, nonostante fossero nella lista concordata in Prefettura per il rientro, a Roma, al magazzino Roma 1, questa mattina SDA è ricorsa allo squadrismo per cercare di stroncare lo sciopero di solidarietà con i compagni di Bologna. Una squadraccia di una ventina di picchiatori, capeggiati dal capo gruppo degli autisti, sono usciti dal magazzino, e dopo essersi mescolati con il picchetto dei lavoratori ai cancelli hanno estratto manganelli retrattili e colpito selvaggiamente alla testa tutti i lavoratori che sono riusciti a colpire, mandandone quattro all’ospedale (uno dovrà sottoporsi ad operazione per salvare l’occhio).

Tutto questo sotto gli occhi della celere, la cui azione è consistita nel caricare dei solidali che stavano accorrendo a sostegno dei lavoratori in sciopero, e poi minacciare di caricare il picchetto che stava resistendo, mentre il capo-squadrista rientrava in magazzino e si rimetteva la divisa. L’aggressione non è stata perpetrata nel più grande hub SDA di Roma, dove la grande maggioranza dei lavoratori aderisce al SI Cobas, ma in un magazzino minore dove i lavoratori organizzati sono ancora una minoranza. Dopo l’azione, SDA ha comunicato che 20 lavoratori, presenti al picchetto, non sarebbero stati ammessi al lavoro per “questioni di sicurezza”. È un fatto gravissimo, perché evidentemente orchestrato dalla dirigenza di SDA e verosimilmente dalla controllante Poste Italiane, con l’evidente connivenza, anzi cooperazione delle “forze dell’ordine” borghese. Una riedizione del metodo fascista da parte da un settore del grande capitale statale, con la copertura dello Stato contro i lavoratori in lotta. Ma di fronte alla tenacia dei lavoratori di Bologna, in sciopero praticamente dall’inizio del mese, e alla scesa in sciopero dei lavoratori SDA di Carpiano (Milano), di Brescia e di Bergamo SDA ha dovuto cedere e far rientrare i tredici su cui aveva posto il veto. Ma i lavoratori di Bologna sono rimasti fuori del magazzino per altre tre ore, pur avendo ottenuto tutto ciò che avevano chiesto, fino a quando SDA non ha firmato il rientro dei lavoratori di Roma 1 tenuti fuori “per sicurezza”. Ancora una volta la determinazione dei facchini ha dimostrato che i padroni si possono battere, che la forza di essi organizzati nel SI Cobas e Adl Cobas non solo li rende più forti sul piano della difesa del loro salario, ma li rende protagonisti come classe di fronte alla protervia delle aziende multinazionali e delle Poste Italiane e sono così un possibile punto di riferimento dei postini che si trovano ad affrontare un forte processo di ristrutturazione del settore. Non era facile, ma è stato possibile: ogni battaglia non fatta è una battaglia persa.

I lavoratori della SDA di Bologna possono rientrare al lavoro a testa alta e cosi i loro compagni degli altri magazzini ( se toccano uno toccano tutti) , anche se la ristrutturazione dei magazzini Sda richiederanno nuove prove di unità e di lotta. A tutti loro va il merito di aver risposto con coraggio e determinazione anche contro le forze dell’ordine accorse a far rispettare la proprietà ed i padroni del vapore. Questa battaglia ha vinto non solo contro Sda ma contro le Poste Italiane (sostenute dalla Cisl) e contro padroni e mandanti di questo attacco ai lavoratori e alle loro organizzazioni sindacali. 21 maggio 2015 - Coordinamento nazionale SI-Cobas

La cgil si schiera con i padroni e con Renzi: non è più un sindacato di classe. Facchini: quando è il sindacato a caricare… Lo scorso martedì ai cancelli della Sda di Roma c'è stata una vera e propria aggressione squadrista al picchetto dei facchini organizzati dal Si Cobas. Lavoratori di aziende in appalto, che scioperavano in solidarietà con i loro colleghi di Bologna in lotta anch'essi contro i licenziamenti, sono stati aggrediti da altri lavoratori che con caschi in testa e armati di spranghe si sono gettati contro il picchetto con l'obbiettivo di rompere il blocco delle merci e entrare al lavoro. Non sarebbe stata la prima volta che lavoratori devono difendersi da squadracce e polizia. È tuttavia la prima volta che a dar manforte alle cariche ci sia un altro sindacato. I vertici dei sindacati di categoria trasporti di Cgil Cisl Uil Roma con una nota diramata oggi 21 maggio non solo giustificano l'aggressione fascista dettata da quella che hanno definito "un'esasperante situazione" ma dichiarano candidamente che loro iscritti hanno partecipato all'aggressione. Un fatto di una gravità inaudita che non può essere in alcun modo tollerato o peggio taciuto. Ci sono due ordini di problemi. Il primo riguarda gli iscritti che hanno partecipato all'azione. Chi aggredisce lavoratori in lotta è un fascista e va estromesso dal sindacato. L'altra questione riguarda i vertici sindacali. Per la Cgil giustificare e difendere la violenza contro altri lavoratori in lotta è un reato contro i valori costituenti di un sindacato che ha nel suo statuto il vincolo alla solidarietà, che ha o dovrebbe avere come obbiettivo generale l'interesse di classe. Un dirigente sindacale che legittima la lotta tra lavoratori parteggia in fondo sempre per i padroni e i loro lacchè. Un episodio questo che testimonia l'imbarbarimento in cui è precipitato il sindacalismo complice che ha accettato l'interesse particolare, corporativo e aziendalista contro l'interesse generale dei lavoratori. Per queste ragioni abbiamo chiesto alla presidenza del direttivo nazionale Cgil di esprimersi con urgenza. Esprimiamo solidarietà e vicinanza ai lavoratori malmenati, alle loro lotte, al loro sindacato Si Cobas. Noi siamo un'altra cosa. Sergio Bellavita portavoce area Opposizione Cgil Squadrismo sindacale: lettera alla presidenza del direttivo nazionale Cgil. All'ufficio di presidenza del direttivo nazionale cgil. Portiamo alla vostra conoscenza i contenuti di una nota a firma Fit-Uilt-Filt di Roma in merito all'aggressione squadrista ai danni di lavoratori in sciopero contro Sda Roma. In tale nota le segreterie rivendicano nella sostanza l'aggressione agli scioperanti dichiarando in esplicito la diretta partecipazione all'azione di loro iscritti armati di mazze, bastoni e caschi di protezione. La Filt Cgil di Rm si pone così in totale rottura ed estraneità con i valori etici e politici di appartenenza alla nostra organizzazione. Chiediamo pertanto che al prossimo direttivo nazionale si assuma una posizione di netta condanna. Roma 22 maggio 2015 - Sergio Bellavita Portavoce nazionale opposizione Cgil
Coordinamento nazionale SI-Cobas

domenica 24 maggio 2015


 
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