Biotecnologie per inserire geni di semi antichi in coltivazioni di grano e riso: le colture diventerebbero più resistenti a siccità, freddo e malattie
Secondo uno studio condotto dall’Università di Copenaghen e pubblicato dalla rivista Trends in Plant Science, utilizzare le biotecnologie per re-inselvatichire le coltivazioni di grano e riso, inserendo i geni dei semi antichi andati perduti, consentirebbe di sfamare meglio il mondo, perché rinforzerebbe la resistenza ai cambiamenti climatici.
Secondo uno degli autori dello studio, Michael Broberg Palmgren, le colture diventerebbero più resistenti alla siccità, al freddo, alle malattie e ai parassiti, divenendo anche più efficienti nell’assorbire nutrienti dal suolo.
La selezione dei semi iniziata dai coltivatori intorno al 7.500 A.C., principalmente basata sull’incremento della resa, ha indebolito la capacità di recupero e di resistenza delle coltivazioni. Secondo Palmgren, la proposta di re-inselvatichimento delle colture potrebbe incontrare minori resistenze rispetto alle colture ogm, perché non comporta il trasferimento di geni da organismi animali a organismi vegetali ma conferisce alle piante nuove proprietà che possedevano.
(di Beniamino Bonardi)
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martedì 30 dicembre 2014
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