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McDonald’s carne scaduta importata dalla Cina utilizzata per gli hamburger anche da altre catene di fast food.

Nuovo scandalo alimentare in Cina, questa volta protagonista è la sussidiaria cinese di un’azienda statunitense, la OSI Group, che fornisce carne di manzo e di pollo a varie catene di fast food, tra cui McDonald’s, KFC e Pizza Hut. Un’inchiesta della Dragon Tv di Shangai ha documentato come carne scaduta sia stata lavorata una seconda volta negli impianti cinesi della Shanghai Husi Food Company, mischiata a carne fresca, e inviata ai fast food per essere cucinata. La carne della Shangai Husi è arrivata, attraverso un intermediario, anche a Starbucks e alla catena cinese di fast food Dicos. Ikea ha detto di essersi rifornita di carne di pollo dalla Shangai Husi dal settembre 2012 all’agosto 2013.

Una parte dell’inchiesta televisiva, sottotitolata in inglese, è stata pubblicata dal South China Morning Post. Il video propone anche stralci dell’interrogatorio condotto dalla polizia cinese al responsabile qualità della fabbrica, che nel frattempo le autorità sanitarie hanno provveduto a chiudere. L’uomo, arrestato insieme ad altri quattro funzionari della Shangai Husi Food, dichiara che l’utilizzo della carne ben oltre la data di scadenza era autorizzato dai dirigenti e andava avanti da diversi anni. Ispezioni sono in corso in altre fabbriche della Husi Food in Cina. In un comunicato la OSI Group statunitense ritiene che si tratti di un caso isolato, anche se si assume la piena responsabilità della situazione e assicura che adotterà le azioni appropriate.

La carne scaduta mischiata a quella fresca veniva venduta ai fast food tra cui McDonalds In gennaio, come riferisce l’agenzia Reuters, un ex-dipendente della Shangai Husi Food, che aveva lavorato nel reparto controllo qualità per sei anni, fino al 2013, aveva visto archiviare la propria denuncia, in cui chiedeva un risarcimento per i danni alla salute subiti a causa dell’uso del cloro, utilizzato come detergente. Nella denuncia il lavoratore affermava di esser stato costretto a cambiare le date di produzione della carne. L’uomo aveva ripetutamente chiesto alla compagnia di modificare questi comportamenti, ma le richieste erano state ignorate. Il tribunale aveva ritenuto insufficienti le prove portate dal lavoratore e aveva archiviato il caso. Beniamino Bonardi


www.ilfattoalimentare.it

martedì 5 agosto 2014


 
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