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Rischio contaminazione Ogm in Friuli Venezia Giulia!

Il campo di mais transgenico di Colloredo di Montalbano non è ancora stato bonificato e mentre Fidenato ed un gruppo di agricoltori impediscono attivamente l’intervento del Corpo Forestale, la Procura di Udine, la Regione e il Governo fanno finta di non vedere.

Lunedì 14 luglio con grande amarezza abbiamo appreso dall’agenzia Ansa che: “La Procura di Udine ha deciso di non fare alcun sequestro o altro tipo di intervento sul terreno di Colloredo di Monte Albano in cui Giorgio Fidenato, leader di Futuragra, ha piantato mais Mon810”. Lo scorso 9 luglio Fidenato, assieme a un nutrito gruppo di agricoltori e simpatizzanti pro-ogm, ha impedito agli agenti della forestale di accedere al campo e distruggere il raccolto. Di fronte a questa situazione, ampiamente prevista, le istituzioni coinvolte nell’intervento hanno deciso di soprassedere. Questo è quanto ha dichiarato il vicepresidente e assessore alle Attività produttive della Regione, Sergio Bolzonello, a margine della ritirata: “abbiamo ritenuto di non accrescere inutili tensioni e, d'intesa con le Forze dell'ordine, di attendere l'autorizzazione della magistratura” e ancora "L'auspicio è che la Procura autorizzi al più presto la possibilità di eseguire l'ordinanza, e venga così applicata una legge che ha come scopo la tutela dell'alta qualità dell'agricoltura del Friuli Venezia Giulia”. Insomma l’Assessore Bolzonello, pilatescamente, se n’è lavato le mani, scaricando la patata bollente alla Procura e cercando di salvaguardare quell’immagine del Friuli, prima regione europea free-ogm, che da alcune settimane sta abilmente cercando di costruire. La Procura però non è intervenuta sequestrando il campo o chiedendo un intervento più deciso e definitivo del Corpo Forestale.

Che Giorgio Fidenato si sarebbe opposto in tutti i modi possibili all’eradicamento coatto della coltivazione illegale di Mais 810 lo si sapeva, ma che le istituzioni gettassero la spugna così presto, non ce lo saremmo aspettato! Nel caso di altre coltivazioni proibite infatti, che si tratti di cannabis o addirittura di canapa sativa utilizzata tradizionalmente a scopo tessile, lo Stato interviene in modo ben diverso, senza tentennamenti o negoziazioni. Di certo non può essere eccepita la presenza di quadro giuridico e giurisdizionale incerto. Attualmente la coltivazione in Italia del mais ogm MON810 è vietata da ben 3 normative: il Decreto interministeriale del 12 Luglio 2013, il Decreto Legge n. 91 del 24 Giugno scorso che prevede l'arresto da 6 mesi a 3 anni per i trasgressori, nonché la Moratoria di 1 anno per il mais ogm inserita nella Legge regionale del FVG n. 5 del 2014. A queste normative, si deve aggiungere: un'Ordinanza del Corpo Forestale regionale, peraltro non ottemperata dal destinatario, che intimava a Giorgio Fidenato di distruggere la coltivazione illegale di mais ogm; tre recenti sentenze, una del TAR del Lazio l'altra del Consiglio di Stato e l'ultima del TAR del FVG che in modo convergente hanno rigettato i ricorsi e agli appelli presentati dallo stesso Fidenato contro le suddette normative di divieto di coltivazione di mais ogm.

E’ evidente la notevole disparità di trattamento con tante altre situazioni e come abbiamo detto, ciò ci amareggia. Ciononostante, il comportamento della Procura di Udine non ci stupisce. Il terreno giuridico lo sappiamo è un campo di forze, dove i gruppi sociali con interessi diversi misurano la propria influenza riuscendo non solo ad imporre le norme, ma anche a definirne l’interpretazione, l’applicazione o la disapplicazione (il referendum sull’acqua del 2011, tutt’ora inapplicato, è un esempio accademico da questo punto di vista). Il fronte pro-ogm, che è ampiamente minoritario in Italia, in questi anni ha però lavorato alacremente per accreditarsi nelle campagne, ma soprattutto nei luoghi del potere, costruendo un consenso che qualche anno fa non aveva. Oggi, in Friuli Venezia Giulia, mentre noi, ci strappiamo le vesti, loro stanno andando semplicemente all’incasso. Il campo di mais Mon 810 di Mereto di Montalbano deve essere tagliato subito, perché il rischio di contaminazione è incombente, e il trinciato va asportato, per evitare ulteriore contaminazione a terra. Per fare questo però dobbiamo mobilitarci, far pressione sulla Regione, il Governo e alla Procura, perché è evidente che solo il radicamento di un movimento contro gli ogm, capace di accettare e valorizzare la diversità dei percorsi e la pluralità delle pratiche, potrà far applicare il divieto di coltivazione. AltrAgricoltura Nord Est
AltrAgricoltura Nord Est

giovedì 17 luglio 2014


 
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