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IL MAIS OGM COLTIVATO ILLEGAMENTE DEVE ESSERE DISTRUTTO (più esattamente NOGM vorrebbe che la Regione lo facesse asportare, per evitare ulteriore contaminazione a terra del trinciato).

Proponiamo di seguito il resoconto che Franco Trinca, presidente dell'associazione NOGM, ha pubblicizzato in relazione al suo incontro con G. Fidenato, agricoltore che ha seminato e sta ancora coltivando Mais ON 810 OGM.

Associazione NOGM Cronaca di un incontro… storico: il Presidente dell’Associazione NOGM incontra Giorgio Fidenato, il più noto degli agricoltori pro ogm Ieri ho incontrato a Colloredo, provincia di Udine, il Biologo Leandro Taboga e… Giorgio Fidenato! C’erano anche altre persone, soprattutto agricoltori della zona, una giornalista di “Il Messaggero veneto” e, perfino, ci sono venuti a fare una saluto due Ispettori della Digos, auspicando ovviamente che il confronto tra i fronti pro e no-OGM sia sempre pacifico e civile, pur nella radicale differenza delle posizioni. Stante i soggetti in campo, contrapposti finora anche sul piano giudiziario (due denunce contro Fidenato presentate dall’Associazione NOGM da me presieduta), la notizia, peraltro clamorosa, merita un commento esplicativo. L’idea è nata improvvisa e inaspettata il giorno prima, mercoledì scorso, proprio durante il presidio pro-ogm al campo di Colloredo, dove il Corpo Forestale regionale ha verbalizzato la “resistenza passiva” di Giorgio Fidenato a che le proprie Guardie forestali potessero entrare per eseguire l’Ordinanza di distruzione della coltivazione di mais ogm, illegale secondo il Decreto interministeriale del 12 luglio 2013 e in base alla Legge di moratoria di 1 anno del FVG (stimolata proprio dall’Associazione NOGM nel corso dell’audizione con la Regione FVG il 10 gennaio di quest’anno), in attesa della conversione in Legge definitiva di divieto permanente di coltivazione di mais ogm. Ero in diretta telefonica con Cristina, di Civiltà Contadina, che partecipava con un drappello di agricoltori anti ogm ad un sopralluogo per verificare lo svolgersi dell’azione della Forestale, la quale mi descriveva meravigliata ella stessa della nutrita e passionale partecipazione di agricoltori pro ogm al presidio, alcuni anche con le loro famiglie. Qualcosa non mi quadrava… quella era “gente del popolo” e non poteva consapevolmente, in blocco poi, essere tutta al servizio della Monsanto! Già questa riflessione, di per sé e per la mia formazione culturale e Spirituale che crede nella “conversione dell’uomo” (potenziale ovviamente), sarebbe bastata a desiderare d’incontrarli e affrontarli con le solide ragioni scientifiche e sociali che sorreggono la mia radicale avversione non solo agli ogm, ma più in generale al modello di agricoltura chimico-industriale monopolizzata da multinazionali ciniche e così votate alla legge del massimo profitto da passare sopra, come dei buldozer (in America latina per niente metaforicamente, come purtroppo sanno bene gli Indios dell’Amazzonia), ai bisogni e ai diritti degli agricoltori, delle nazioni e dei popoli.

A questo impulso ad incontrare i fautori degli ogm (sconsiderati e “vittime” auto lesive, secondo il mio punto di vista, considerato che dichiarano di mangiare essi stessi il mais transgenico), si è aggiunta la fatidica “coincidenza”; infatti, nel clima teso che c’era in quel momento a Colloredo, sentivo io stesso, al telefono con Cristina, le voci alterate dei pro ogm che inveivano verso lo sparuto gruppetto degli antagonisti e sempre più vicino a Cristina che, ad un certo punto, si è trovata quasi accerchiata. Non c’è stata alcuna violenza fisica, sia chiaro, però la presenza degli anti ogm, pur dislocata nella pubblica strada vicinale, veniva contestata vivamente. Sentendomi impotente a sostenere Cristina, ho pensato di chiederle di passarmi al telefono qualcuno dei sostenitori del presidio pro ogm di Colloredo, per… parlargli! Mi ha spiegato più tardi Cristina stessa, che mentre parlava con me si era intanto spostata in un tratto di strada senza nessuno, che con singolare sincronia sente da dietro la voce di una persona che le dice “senta io vorrei parlarle!!”. Con grande meraviglia Cristina si volta e vede una persona tranquilla, disposta a confrontarsi, me la passa al telefono e… così ho conosciuto Leandro Taboga, Biologo come me che collabora con Giorgio Fidenato per loro sperimentazioni sui campi ogm e su filari di piante di ortica vicine, sulle quali a loro dire intendono verificare l’impatto del polline ogm su bruchi di certi tipi di farfalle. Poche frasi di dialogo e confronto dalle quali io capisco che il mio interlocutore è “in buona fede” (sebbene secondo me molto mal riposta negli ogm) e lui si rende conto, viceversa, di avere di fronte un collega preparato che motiva in modo articolato e scientifico le sue ragioni di rifiuto degli ogm; decidere reciprocamente per un immediato incontro è stata questione di pochi minuti!! A quel punto tutto si è svolto in rapida successione: ho prenotato un treno che da Perugia, viaggiando la notte in cuccetta, mi ha portato alle 7,40 di giovedì alla stazione di Udine, dove gentilissimo mi è venuto ad accogliere Leandro Taboga e mi ha accompagnato a Colloredo, da dove verso le 14,30 mi ha ricondotto ad Udine per riprendere il treno del ritorno. In quelle 6 ore circa, passate tutte in un bar trattoria accogliente, di cui non ricordo il nome, ho incontrato molta gente, per la massima parte agricoltori del luogo di varie età e anche qualche donna, ai quali verso la fine della mattina si è aggiunto anche… Giorgio Fidenato. Nonostante le nostre controversie giudiziarie, ancora in corso, l’incontro è stato cordiale e posso dire, ben sapendo che susciterò per questo critiche dal mio fronte anti ogm, perfino umanamente amichevole e simpatico. Non ero però andato fin lì per bere un prosecco in compagnia di cordiali friulani e quindi sono entrato decisamente “nel vivo” del tema OGM che ci ha visto contrapposti e chi mi conosce sa che, sui contenuti, non faccio sconti o mediazioni con nessuno. Il confronto è stato corretto da ambo le parti, con ascolto reciproco. Da parte di Leandro Taboga, di Giorgio Fidenato e degli altri, gli argomenti principali che ricordo sono stati da un lato la minimizzazione degli effetti negativi del polline ogm sugli insetti non target, come le farfalle e certi altri lepidotteri e poi la necessità di lottare efficacemente contro la piralide e altri parassiti del mais, secondo loro utilizzando sementi ogm. Ricordo però che non sono stati chiusi, per principio, rispetto a valutare tecniche “alternative” di tipo biologico, come ad esempio sperimentazioni riferite da Leandro Taboga con la vespa Trichogramma che si nutre delle uova delle Piralide. Ricordo anche un agricoltore di una certa età ed esperto, mi sembra di nome Ennio, che ricordava la sapienza agrologica tramandatagli da suo padre e più in generale dalle generazioni precedenti di abili agricoltori friuliani: rotazioni delle colture, coerenza nel mantenere opportune distanze tra un filare e l’altro di mais, anche a scapito della massimizzazione nell’immediato della resa per ettaro e certi altri accorgimenti certamente coincidenti con le buone pratiche consigliate dall’agricoltura biologica. Insomma posso dire di aver ascoltato, con sicura meraviglia di chi sta leggendo questo resoconto, degli agricoltori friulani che, pur favorevoli agli ogm (e questa è secondo me la loro contraddizione da risolvere) hanno affermato di amare le proprie tradizioni e la propria terra, nonché desiderare che il mais utilizzato come mangime negli allevamenti di animali da latte o da carne, sia sano e salubre per i consumatori che si ciberanno di quegli alimenti! Loro si riferivano anche al problema delle fumonisine, tossine potenzialmente cancerogene prodotte da alcune muffe del mais, favorite sia da condizioni climatiche, sia dalle lesioni che la piralide produce sulla granella del mais di cui si nutre (nonché, aggiungo, dall’agricoltura chimicizzata che altera l’equilibrio e le difese delle piante.)

A mia volta ho spiegato dettagliatamente alcuni dei motivi scientifici che mi sostengono nel rifiuto radicale e motivato degli ogm come soluzione ai problemi, certo reali, che gli agricoltori di tutto il mondo devono affrontare nei confronti dei parassiti. Ho approfondito in particolare la spiegazione tecnico-genetica dei pericoli intrinseci all’ingegneria genetica, con alterazioni destabilizzanti del genoma naturale, comparsa di nuovi geni virali molto pericolosi, sintesi di proteine con effetti biologici sconosciuti e potenzialmente allergizzanti e tossici per gli animali d’allevamento e per l’uomo, trasferimento di DNA transgenico dagli alimenti ogm ai batteri dell’intestino e sua riproduzione, documentata dal ritrovamento nel latte di capre gravide alimentate con tali mangimi e, perfino, nelle carni e negli organi di capretti allevati con questo latte contaminato. Ho fatto riflettere i miei interlocutori sulla particolare gravità del fenomeno, solo sostituendo a “capre gravide” e “capretti”, mamme umane e neonati! Ho riscontrato ascolto da parte di tutti e, sorprendentemente, assenza di polemiche o contrapposizioni preconcette. In particolare, ho visto molta attenzione e interesse anche quando ho parlato, da Nutrizionista clinico, degli effetti tossici della tossina BT prodotta nel mais ogm coltivato proprio da Giorgio Fidenato; tossicità che può manifestarsi a carico di organi nobili come fegato e reni e, specificamente dell’intestino (si dice solo degli insetti target, ma questa limitazione non appare per niente scientificamente vera in assoluto), sul quale produce veri e propri “fori molecolari”, che portano a morte gli insetti sensibili che se ne nutrono, come la Piralide ad esempio. Sarà un caso, ho fatto notare, ma negli Usa dove gli ogm sono di casa e nel piatto da decenni, l’intestino di milioni di persone risulta oramai devastato, tanto che oramai è stata codificata in campo medico la patologia da “intestino gocciolante”, cioè talmente infiammato e colabrodo da far passare molecole proteiche indigerite che, essendo a loro volta dotate di spiccate proprietà allergizzanti, aggravano lo stato infiammatorio intestinale, in una spirale patologica e pericolosa che può, fra l’altro, favorire l’insorgere del purtroppo frequente cancro dell’intestino. Ho fatto riflettere tutti sul fatto che, associando queste evidenze cliniche ai citati studi sulle capre (ma non solo) che documentano l’assorbimento del DNA transgenico attivo da parte degli organismi che si nutrono di ogm, emerge un inquietante quadro di potenziale “suicidio alimentare” per l’uomo che decidesse incoscientemente di alimentarsi con cibi ogm. Eravamo oramai a pranzo e Fidenato sorprendentemente (ma questo testimonierebbe della sua buona fede) esclama davanti a tutti i commensali: “Trinca, ma guarda che se le cose che dici risultano documentabili, noi siamo pronti ad abbandonare gli OGM…”!! Poco prima avevo affermato che esistono, visibili “sul campo”, tecniche avanzate di agricoltura biologica e biodinamica che danno un ottimo mais, sano, nutriente e a buona resa produttiva. A questo punto “il miracolo” era avvenuto. I due fronti da anni contrapposti, dei pro ogm e anti ogm, nelle persone di due tra i più rappresentativi e qualificati esponenti, stavano confrontandosi civilmente e costruttivamente… senza che questo significasse la resa a priori di nessuno dei due. Abbiamo a quel punto concordato di dare un seguito significativo e pubblico a quell’incontro, programmando a breve una conferenza aperta a tutti, che dovrebbe tenersi vicino Colloredo, probabilmente nella sala di un castello noto in zona, con la partecipazione di Tecnici esperti delle due parti, oltreché ovviamente di tutti gli agricoltori interessati, pro ogm, anti ogm e indecisi, dei cittadini, degli organi di stampa e di Funzionari della Regione FVG che provvederemo ad invitare. In quell’occasione, oltre a dibattere in diretta e con la massima chiarezza e civiltà (spero anche da parte delle “tifoserie” che parteciperanno), dovremmo dare l’annuncio della costituzione di un Tavolo di Lavoro Scientifico condiviso, che affronti un Programma di ricerca e verifica su tre Aree di problematiche connesse agli OGM:  impatto ambientale su biodiversità, contaminazione delle altre coltivazioni convenzionali e biologiche, apicoltura, ecc., ecc.;  impatto sulla salute degli animali di allevamento e dell’uomo che si nutre dei loro prodotti, contaminati dai residui di tossine e DNA dei mangimi ogm;  impatto socio-economico legato ad un modello di agricoltura monopolizzata da multinazionali e tendente ad appiattire le produzioni agricole su tipologie standardizzate, invece che puntare sulle tipicità Sulla base delle risultanze di questo confronto tecnico-scientifico approfondito, ciascuna delle parti tirerà le proprie conclusioni, nella responsabilità di essere coerente con le premesse valoriali condivise, di produrre cioè mangimi e quindi alimenti per l’uomo sani e salubri, nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità; nonché favorire il recupero delle tipicità e delle eccellenze agricole regionali , puntando a diminuire la dipendenza nazionale dalle importazioni estere, sviluppando invece la sovranità agro-alimentare dell’Italia, con recupero delle filiere mangimistiche e sementiere nazionali. Franco Trinca - Presidente Associazione NOGM - via Luigi Dallapiccola, 22 - 06132 Perugia - nogm@nogm.eu / Telefono: (039)327 68.444.84
Associazione NOGM

sabato 12 luglio 2014


 
News

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Circa 250 trattori hanno bloccano le strade principali del quartiere delle istituzioni Ue a Bruxelles chiamati a manifestare da Fugea, dalla Federazione dei Giovani Agricoltori (FJA), dalla Federazione Vallone dell’Agricoltura ( Fwa), dalla Rete di sostegno all’agricoltura contadina (RéSAP) e dal Coordinamento europeo. >>



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