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Per un'Europa libera dagli Ogm. Appello di convocazione dell'assemblea del 5 Luglio allo Sherwood Festival 2014.

Quelle che si sono mobilitate in questi mesi contro gli Ogm attraverso assemblee, iniziative e azioni dirette, sono esperienze che parlano di terra e libertà, ma anche di cittadinanza e convivenza, di diritto al lavoro ed a una paga dignitosa, di costruzione di nuove forme di reddito, di autogestione, di riappropriazione di spazi urbani (e rurali) di socialità e cultura, di tutela della salute nostra e dell’ambiente che abitiamo. Sono numerose le pratiche che sono state costruite in questi anni per rispondere a chi continua a voler divorare la terra, praticando un’agricoltura chimica su larga scala, che guarda solamente al profitto.

Dal Festival Terre Resistenti di Vicenza, in cui si è costituito l'inizio di un percorso comune per gli “Organismi genuinamente mobilitati”; agli appuntamenti di Genuino Clandestino, in cui si è cominciato a discutere in maniera specifica degli Ogm; fino all'Oltreconomia Festival di Trento, si è aperto uno spazio ampio di realtà, associazioni e soggetti singoli che si mobilitano contro gli Ogm. Mentre i ministri dell’Ambiente europei hanno raggiunto un accordo inedito in base al quale saranno gli Stati membri a decidere in autonomia se coltivare o vietare Ogm nel proprio territorio (sia che si tratti di sementi autorizzate, che in fase di autorizzazione), a meno di un anno dall’apertura di Expo 2015 si discute se far entrare o meno gli Ogm nella grande esposizione. Sebbene il tema dell’Expo di Milano sia “Nutrire il pianeta”, le opere legate all’evento stanno divorando oltre 1.000 ettari di terreni agricoli e, solo per fare un esempio, il Padiglione degli Stati Uniti d’America - “un granaio dalla struttura leggera e accogliente, che invita i visitatori a intraprendere un viaggio nel mondo della sostenibilità alimentare”, secondo gli organizzatori intitolato “American Food 2.0” - sarebbe sostenuto proprio da Monsanto.

Nello stesso tempo il TTIP (Transatlantic trade and investment partnership), trattato tra USA e UE apre la strada alla creazione di una “free zone” di libero scambio di merci, rimuovendo i dazi doganali e riducendo le restrizioni sull'introduzione di alimenti made in USA (nella cui produzione c'è un'altissima presenza di ormoni nell'allevamento animale e sementi transgeniche e pesticidi nell'agricoltura) con il forte rischio di aumentare il potere già consolidato delle multinazionali sul mercato alimentare in Europa. Per ragionare insieme su come contrastare questa “avanzata” dei poteri forti sul controllo e business della produzione alimentare e per continuare a costruire un’alternativa critica e di movimento a chi inquina e distrugge la terra e la nostra salute, ci vediamo sabato 5 luglio, alle ore 17.00, allo Sherwood festival, in un'assemblea che riconvocagli “Organismi genuinamente mobilitati”. Invitiamo piccoli produttori e consumatori critici, agricoltori e trasformatori genuini e clandestini, ma anche tutti i cittadini e le associazioni interessati, a partecipare a questo incontro per condividere un’agenda di mobilitazioni diffuse nei prossimi mesi, a tutela della piccola agricoltura contadina e della biodiversità dei territori.

Di seguito alcune delle esperienze che stanno costruendo l'assemblea del 5 Luglio. I richiedenti asilo politico sono protagonisti nella gestione dell’ “Orto Villano” di Villazzano (Trento), un progetto dell’associazione Richiedenti Terra (www.richiedentiterra.org) per l’autogestione di uno spazio coltivato che è diventato dal 2002 un luogo di socialità quotidiana. A Padova nel cortile del Cso Pedro, ogni sabato mattina ci sono i produttori locali dell’associazione Campi Colti (http://campicolti.noblogs.org/), che aderisce alla campagna Genuino Clandestino e propone prodotti biologici, autocertificati, a filiera corta e a un prezzo equo e trasparente. Il terreno di proprietà collettiva del Presidio No Dal Molin, a Vicenza, è oggi teatro di un nuovo progetto dedicato all’orticoltura e all’educazione ambientale, dove si è iniziato a coltivare un orto naturale. Ogni terza domenica del mese ospita un mercato dei piccoli produttori locali e delle autoproduzioni, che presto approderà anche nel giardino del Cs Bocciodromo. Al Rivolta P.v.c. di Marghera (Ve) il mercato è “contro la crisi”, dedicato alla riscoperta dello scambio in nome della “libertà di riciclo, baratto e riutilizzo di vestiti e oggetti, libri e riviste”. A Rimini si libera la terra, come nuova frontiera del diritto all’abitare: l’orto Madiba, nel Parco Marecchia, è un esperimento del Laboratorio sociale Paz di autogestione e coltivazione diretta di un’area verde inutilizzata. A Casa Bettola (Reggio Emilia) i legami di fiducia tra produttori e consumatori si ricostruiscono attorno al “Forno comune”, un forno a legna autocostruito in terra cruda, e ai mercati autogestiti del mercoledì sera. Al Làbas occupato, a Bologna, si tiene sempre di mercoledì il mercato di Campi Aperti (www.campiaperti.org), una delle associazioni promotrici della campagna “Genuino Clandestino” (http://genuinoclandestino.noblogs.org/), che lega comunità diffuse “in lotta per l’autodeterminazione alimentare”. Al Centro Sociale Intifada (Empoli) è da decenni che si interviene sui temi della biodiversità, sovranità alimentare e km0 attraverso il gruppo d'acquisto solidale e l'Osteria Sociale Otro Mundo. Sempre a Padova, AltrAgricoltura Nord Est da più di dieci anni si batte per la sovranità alimentare e la trasformazione del sistema agroalimentare industriale in modelli produttivi e distributivi rispettosi dell’essere umano e dell’ambiente, che mettono al centro l’agricoltura di conservazione e la difesa della terra come bene comune. Dal 2000 combatte l’introduzione di OGM nelle filiere agroalimentari in Italia e in Europa. A partire da questa impostazione AltrAgricoltura Nord Est ha agito su due direttrici complementari: da una parte la creazione di gruppi d’acquisto solidali (GAS) a ciclo corto legati alle specifiche territoriali e dall’altra l’impegno continuo per creare forme di presidio ed informazione che vadano oltre il mero scadenzismo e parlino alla quotidianità della vita. Per questo da più di sei mesi è presente davanti ad alcuni supermercati del gruppo Despar con l’obbiettivo di evidenziare la necessita di una vertenza contro la grande distribuzione che faccia emergere il nodo centrale della questione Ogm, ossia la loro presenza, sapientemente occultata, nei cibi che tutti i giorni portiamo in tavola.
www.globalproject.info

lunedì 30 giugno 2014


 
News

FPP2 GRATIS, ANNUNCIO DI BIDEN, COSA ASPETTA DRAGHI?
Il presidente USA Biden, raccogliendo la richiesta che da tempo avanza Bernie Sanders, ha annunciato che gli Stati Uniti forniranno mascherine ffp2 gratis ai cittadini. >>



Pesticidi in Unione europea.
La European Food Safety Authority (EFSA) ha pubblicato un report sugli ortaggi e frutta più contaminati da pesticidi... studio pubblicato nel mese di febbraio 2021 che discute i dati del 2019. In tutta Europa, nell’anno 2019, sono stati analizzati 96.302 campioni e la frequenza media si attesta su 19 analisi per 100mila abitanti. I paesi più virtuosi sono la Lituania (125 analisi su 100mila abitanti), la Bulgaria (104 analisi) e il Lussemburgo (81 analisi). I meno virtuosi sono la Gran Bretagna (1,5 analisi), la Spagna (5 analisi) e la Polonia (7 analisi). L’Italia e la Francia si attestano sulla media europea di 19 analisi per 100mila abitanti, la Germania appena un po’ in più con 25 analisi. >>



Sesto Rapporto IPCC - Working Group I su nuove conoscenze e cambiamenti climatici.
In occasione della presentazione del rapporto del Working Group I dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) che delinea le nuove conoscenze scientifiche in merito ai cambiamenti climatici, ai loro effetti e agli scenari futuri, di seguito sono proposti i dati del VI rapporto Ipcc riassunti e forniti dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Bologna. Sesto Rapporto IPCC – Working Group I Annalisa Cherchi, Susanna Corti, Sandro Fuzzi Lead Authors IPCC WG I Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima Consiglio Nazionale delle Ricerche Bologna INTRODUZIONE SU IPCC Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), creato dalle Agenzie delle Nazioni Unite UNEP (UN Environmental Program e WMO (World Meteorological Organisation) nel 1988, ha il compito di redigere a scadenza regolare rapporti di valutazione sulle conoscenze scientifiche relative al cambiamento climatico, ai suoi impatti, ai rischi connessi, e alle opzioni per la mitigazione e l’adattamento. È attualmente in corso di finalizzazione il 6° Rapporto IPCC (AR6). Ogni Rapporto IPCC si compone di tre parti, ognuna redatta a cura di un apposito Working Group (WG). Working Group I: valuta le nuove conoscenze scientifiche emerse rispetto al rapporto precedente. Working Group II: valuta gli impatti del cambiamento climatico sull’ambiente e la società e le azioni di adattamento necessarie. Working Group III: valuta le azioni di mitigazione del cambiamento climatico. Ogni WG redige un rapporto mediamente dell’ordine di 2-3000 pagine, accompagnato da un Riassunto tecnico che mette in evidenza i punti salienti del rapporto e un breve Summary for Policy Makers ad uso dei responsabili politici dei paesi associati all’ONU, nei quali sono condensate per punti essenziali tutte le informazioni analizzate nel dettaglio nei singoli rapporti. Ogni WG si compone mediamente di 200-250 scienziati (Lead Authors) scelti su proposta dei singoli governi dal Bureau IPCC. La partecipazione dei singoli scienziati è volontaria e non retribuita. È bene ricordare che i risultati dei Rapporti IPCC sono basati esclusivamente sull’esame critico di diverse migliaia di lavori scientifici pubblicati (14.000 solo per quanto riguarda il WG I). I Rapporti IPCC, la cui stesura impegna gli scienziati per circa tre anni, sono soggetti prima della stesura finale a due fasi di revisione da parte di diverse centinaia di altri scienziati esperti del settore e da parte di esperti dei singoli governi. Il giorno 9 agosto 2021 verrà presentato ufficialmente il Rapporto del Working Group I dedicato allo stato dell’arte delle basi scientifiche del cambiamento climatico e degli avanzamenti rispetto all’ultimo rapporto AR5. Gli altri due Rapporti di cui si compone AR6 sono tuttora in corso di elaborazione e verranno presentati nei primi mesi del 2022. Per quanto riguarda il Working Group I, sui 234 Lead Authors provenienti da 66 Paesi, tre sono gli scienziati appartenenti a un’istituzione di ricerca italiana, tutti ricercatori dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche. >>