NEONICOTINOIDI: LA BATTAGLIA NON È FINITA.
29 agosto 2013 - I due colossi della chimica fanno
ricorso contro la moratoria che vieta per due anni l'uso
dei pesticidi killer di api.
Negare sempre. Pare essere questa ormai la strategia
difensiva che va per la maggiore: non c’ero, non lo sapevo, e
comunque non sono stato io. Tranquilli non vi sto per tediare
con le disgrazie della politica italiana, né con le marachelle di
una moglie fedifraga.
Purtroppo questa volta a negare ogni responsabilità nonostante l’evidenza sono i colossi
mondiali della chimica. Secondo la UE sono i principali killer delle api (ne abbiamo discusso a
lungo, a fondo pagina i link ai precedenti approfondimenti) che stanno scomparendo a causa
dell’uso di neonicotinoidi e fipronil sparsi in dosi oltre che abbondanti nei campi a coltura
intensiva. Ebbene, contro il parere dell’EFSA (European Food Safety Authority) e contro
qualsiasi evidenza scientifica, negano qualsiasi imputazione e contestano la moratoria con cui
la Commissione ha messo al bando per due anni i neonicotinoidi perché il verdetto sarebbe
«inaccurato e incompleto».
Insomma martedì la BAYER ha comunicato all’AFP di aver inoltrato ricorso a metà agosto alla
Corte di giustizia dell'Unione europea – per il tramite della propria divisione agrochimica
CropScience – per riacquistare la possibilità di commercializzare prodotti contenenti i principi
attivi clothianidin e imidacloprid. Syngenta, che ha avviato una misura analoga che coinvolge il
terzo neonicotinoide il thiamethoxam, rincara la dose e accusa la Commissione aver agito
senza il sostegno di tutti i Paesi membri dell’Ue.
«È un loro diritto, risponderemo a norma di legge», precisa una fonte europea. I nostri dati,
aggiunge, «sono comunque a prova di bomba». Le ricerche parlano chiaro e i danni di queste
sostanze sono noti e comprovati. Addirittura si ammettono (minori) effetti sui mammiferi. Gli
esperti d’ambiente sono anche più pessimisti: «I neonicotinoidi - rivela un analista - uccidono
le api, ma si disperdono nell’aria e inquinano le falde. Sono un problema potenziale per
l’uomo». Ciononostante raggiungere l’insufficiente compromesso della moratoria per due anni
è stato tutt’altro che semplice.
A più riprese le capitali non hanno trovato in seno al Comitato di esperti nazionali una
maggioranza in favore o contro la messa al bando. Come prescritto dai Trattati, la palla è
passata alla Commissione UE che ha deliberato in aprile sulla base di un rapporto dell’EFSA,
l’Autorità per la sicurezza alimentare. Il documento sottolineava «i gravi rischi legati all’uso di
tre pesticidi su diverse colture». Favorevole al bando era soprattutto la Germania.
Contrari otto Stati, fra cui Regno Unito e Italia. Roma ha cambiato idea strada facendo.
Ufficialmente, non ha gradito che non sia stata accolta la richiesta per l’applicazione dei
neonicotinoidi in granuli sulle foglie degli alberi da frutto prima della fioritura, mentre sarà
possibile farlo dopo la fioritura stessa. Due fonti sottolineano l’efficace lobby degli agricoltori
sul governo, attenti ai raccolti più che alle possibili minacce dei pesticidi.
Lo stop scatta a dicembre. L’esecutivo comunitario ha due mesi per rispondere. «Lo faremo,
naturalmente - dice una fonte che rassicura -. Ma non vedo ragioni per modificare le nostre
tesi». Noi intanto teniamo alta la guardia.
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(da Slow Food - agosto 2013)
www.eltamiso.it
domenica 8 settembre 2013
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